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48. Cuore

Un getto di spumante mi bagna dalla testa ai piedi quando varco la soglia del liceo, per l'ultima volta. Non faccio nemmeno in tempo a coprirmi o a scappare che sono già fradicia dalla testa ai piedi. Di fronte a me si para mio fratello che se la ride felice con la bottiglia tra le mani e Benedetta di fianco a lui. Niccolò non c'è.
Mi guardo intorno alla ricerca del ragazzo, domandandomi dove possa essersi cacciato, fin quando...

«Bu!» mi giro di scatto spaventata, trovandomi di fronte un Niccolò sorridente che tiene tra le mani un mazzo di fiori.
Mi porto una mano sulla bocca, sorridendo imbarazzata. Non riesco fare altro se non tirarlo a me e baciarlo. Ormai ho finito le parole, ma penso che questo le sostituisca alla perfezione. Vengo poi allontanata dal mio ragazzo da due mani che mi afferrano.

«Sono pur sempre tuo fratello che ti vede pomiciare col tuo ragazzo, voglio un po' d'affetto anch'io.» dice Lorenzo facendomi ridere, mentre mi abbraccia. «Sei stata bravissima.»

Tutti e tre hanno assistito al mio esame orale seduti sulle seggioline fatte apposta per i parenti e amici. Sono entrati poco dopo che io mi ero seduta e se ne sono andati poco prima della mia uscita, per prepararsi ad accogliermi come si deve.
Lorenzo mi porge la bottiglia, alla quale mi attacco bevendone un sorso, mentre Benedetta è intenta a scattarmi qualche foto. Ovviamente non manca la foto con Niccolò, che Benedetta insiste tanto per scattare. E dopo tanti rifiuti perché si sa, "non sono tipo da sta roba qua" la mia amica riesce ad immortalare il momento in cui il mio ragazzo posa le sue labbra sulle mie per un impercettibile secondo ma che a lei, ovviamente, non è sfuggito.
Dopo aver atteso anche l'uscita di Gianmarco, entrato subito dopo di me, ci congratuliamo e lui si allontana con i suoi amici per andare a festeggiare. Io invece salgo in macchina con Niccolò, mentre Benedetta è con Lorenzo ed entrambi ci dirigiamo verso casa mia, dove mia madre insieme ad Anna hanno preparato un pranzetto per tutti. Doveva essere una sorpresa, ma Lorenzo non ha resistito a dirmelo.

Capisco però che mio fratello ha mentito quando Niccolò invece di prendere lo sbocco per casa mia continua sul raccordo, percorrendo la strada che abbiamo fatto la sera dello spettacolo per andare a Bracciano. Il cuore fa una capriola, entusiasta all'idea di trascorrere lì questa giornata.

Il viaggio va a meraviglia. Io e Niccolò canticchiamo allegri le canzoni che passano in radio rivolgendoci qualche sguardo, rubandoci di tanto in tanto un bacio e con le mani sempre intrecciate sul cambio. Non credo esista momento migliore di questo.

Quando metto piede fuori dall'auto, vicina a quella dei miei genitori, l'aria è subito diversa. Quando entriamo in casa la prima cosa che faccio è quella di togliermi questa scomoda divisa e gettarla nel cestino della mia stanza, indossando una canottiera bianca ed una gonnellina a fiori, voglio essere carina il giorno della mia maturità. Quando torno al piano di sotto in cucina non c'è nessuno, perciò esco dalla porticina che conduce nella piccola veranda con tanto di terrazzino sul lago. Come immaginavo una grande tavola apparecchiata mi si presenta davanti, mentre un botto seguito da una pioggia di coriandoli mi cade addosso. Sempre meglio questa dello spumante appiccicoso. La figura di mio fratello Riccardo spunta da dietro il muro, venendomi ad abbracciare mentre in mano ha ancora il tubo con cui ha appena sparato la carta colorata. Dietro di lui compaiono tutti gli altri: mia madre, papà, Lorenzo, Niccolò, Benedetta, Anna e Sandro. Sono veramente tutti qua per me?

Senza perdere tempo mio padre mi raggiunge abbracciandomi, così come mia madre che ha un sorriso stampato in volto. Anna e Sandro sono rimasti per ultimi, ma non certo per importanza.

«Ma vi hanno proprio costretti allora!» esclamo abbracciando Sandro e subito dopo Anna, che non perde tempo a stringermi forte a sé.

«Non potevo di certo mancare al pranzo di maturità della mia Ludovica, dopo averti vista studiare giorno e notte!» esclama la donna, e come biasimarla...quante volte si è trovata costretta a sentirmi ripetere Freud, Virgilio e Dante in vista di questo dannato esame. «Purtroppo Ale e Valerio sono al mare...sarebbero venuti volentieri.»

Piccola Stella | UltimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora