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51. Davanti a me, Ultimo

4 luglio
Roma, Stadio Olimpico

Le luci ci accendono e spengono a intermittenza, la batteria inizia a suonare, il pubblico comincia ad agitarsi, sullo schermo compaiono alcune immagini ed infine un enorme boato scoppia nel momento in cui Niccolò sale sul palco. Indosso ha la canotta nera con la sua firma sopra, un paio di jeans strappati e gli occhiali da sole. Semplicemente Niccolò, nella sua città, senza bisogno di grandi abiti formali.

Io, Benedetta, Priscilla, Alessandro, Adriano, Chiara, Federica, Gabriele, Tiziano, Leo, Gianmarco, Gianluca e tutti i suoi amici siamo appena sotto al palco, nello spazio che lo divide dalla prima fila. Insieme a noi ovviamente ci sono Sandro, Anna, Valerio, i due Lorenzo, Riccardo ed i miei genitori. Tutti insieme ci stiamo godendo lo spettacolo, i ragazzi si abbracciano e cantano a squarciagola le canzoni più allegre e ci abbracciamo tutti nelle canzoni più intime, quelle che fanno scendere anche una lacrimuccia. Al momento di Aperitivo Grezzo, la traccia dell'ultimo album dedicata ai suoi amici, Niccolò si avvicina al punto in cui ci troviamo noi abbassandosi verso i ragazzi che non perdono tempo ad abbracciarlo, rischiando per un momento di farlo anche cadere. Cantano insieme, lui da sopra il palco e loro abbracciati tra i salti, senza mai smettere di guardarlo con ammirazione.

Tra qualche chiacchiera, pianti e risate siamo già alla settima traccia, per la quale Niccolò raggiunge un grande pianoforte a coda nero in cima al palco. Non ho letto la scaletta, ho voluto che fosse tutto quanto una sorpresa, ma ci vuole un attimo a riconoscere di che canzone si tratti quando la melodia creata semplicemente dalle sue mani giunge alle mie orecchie, creando un magone nel mio stomaco mentre gli occhi si fanno immediatamente lucidi.
Le prime lacrime iniziano a scendere quando sullo schermo alle sue spalle, oltre che a tante stelline pendenti, compare un carillon che si apre, mostrando una ballerina. Lorenzo, di fianco a me mi stringe forte mentre Niccolò inizia a cantare la canzone che ha scritto per me ormai tanto tempo fa. Sentire i versi che ha cantato per la prima volta nel salone di casa mia rimbombare in un'unica voce composta da 64.000 persone dentro lo stadio Olimpico è un'emozione enorme non solo per lui, ma anche per me. Ci sono ragazze alle mie spalle nella mia stessa condizione, che cantano emozionate tra le lacrime strette alla persona cara vicino a loro e coppie che si baciano, dimostrandosi tutto il loro amore. Anna si avvicina a me, accarezzandomi la schiena dolcemente, mentre guarda con aria incantata suo figlio.
Al secondo ritornello lascia il pianoforte, incamminandosi sulla la lunga passerella e lasciando di tanto in tanto il microfono, indirizzandolo verso il pubblico che canta per lui ogni singola parola. Come c'era da immaginarsi si avvicina al punto in cui mi trovo io, allungando un dito per indicarmi.

«Tu sei la piccola stella che porto, nei momenti in cui non ho luce.»

Gli sorrido con gli occhi lucidi, tra le lacrime che non ne vogliono sapere di fermarsi.

Del mio sogno la parte migliore.

Questo è ciò che Niccolò è per me, un sogno. Lui non è parte del mio sogno, lui è il sogno intero. È il sogno che mi fa vivere ogni giorno soltanto con la sua presenza, con un bacio, una carezza, un messaggio o una videochiamata. Sapevo non sarebbe stata semplice stare a distanza per così tanto tempo, ma ce l'abbiamo fatta. Il nostro amore ce l'ha fatta.

Lo guardo con gli occhi lucidi mentre raggiunge l'estremo della passerella, alzando le braccia al cielo con un sorriso. Il sorriso di chi ce l'ha fatta, di chi ha uno stadio intero davanti che canta una canzone che ha scritto da bambino, e che ha conservato finora nel cassetto della sua scrivania.
La canzone finisce ed io sono in un fiume di lacrime. Sentire le frasi che ha scritto per me in uno stadio intero cantante da 64.000 persone non ha prezzo, sembra impossibile. I ragazzi sono tutti intorno a me che sorridono addolciti mentre Benedetta mi tiene stretta tra le sue braccia, cercando di tranquillizzarmi, cosa in cui miracolosamente riesce.
Il concerto va avanti e le canzoni si susseguono una dopo l'altra senza sosta. Ci sono quelle di Sanremo, Il ballo delle incertezze e I Tuoi Particolari, le più celebri come Pianeti, quelle più intime come Giusy, quelle più movimentate come Ipocondria e quelle liberatorie come Fateme Cantà, un vero e proprio grido.

Piccola Stella | UltimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora