32. Posto d'onore
Sanremo è finito. Io e gli altri ragazzi abbiamo visto insieme la finale e le nostre espressioni quando Mahmood è stato proclamato vincitore del festival erano inspiegabili. Eravamo convinti di avere la vittoria in pugno, ma ci eravamo solo illusi. Non eravamo gli unici però a pensarla in questo modo visto che tutti sul web reclamavano la mancata vittoria di Ultimo, in testa a tutte le classifiche delle cinque serate del festival. Oltre a noi e ai suoi fan però anche lo stesso Niccolò si era dimostrato alquanto risentito visto il comportamento tenuto in sala stampa. Un comportamento che lo ha mandato direttamente nella parte del torto e messo in cattiva luce con chiunque.
Sono a casa sua. Io e gli altri abbiamo deciso di organizzargli una piccola sorpresa per dargli il bentornato a casa. Siamo tutti in salone ad attenderlo ma quando la serratura si apre il nostro entusiasmo si sbriciola. Niccolò non guarda nessuno in faccia, butta le valigie a terra per correre poi al piano di sopra. Adriano entra poco dopo di lui con sguardo rassegnato.
«Niente da fare regà, non vole saperne del festival, né de festeggiare il suo ritorno a Roma.» fa spallucce, sedendosi sul divano con la testa tra le mani. Immediatamente Federica lo segue, stringendolo forte a sé e accarezzandogli dolcemente la schiena e sussurrandogli parole dolci che da qua però non riesco a comprendere.
Poi entrambi si voltano verso di me, così come il resto dei ragazzi. Mi sento un attimo osservata, e ciò mi mette non poco a disagio.
«Vai da lui. Sei l'unica che può farlo ragionare.» dice dal nulla Adriano. Mi sento scossa. Io? Io sono l'unica in grado di farlo ragionare, più di Adriano o di qualsiasi altro suo amico che lo conosce da più tempo e di conseguenza meglio di me?
«Ragazzi non lo so, voi siete i suoi amici...lo conoscete meglio di me. Forse è il caso che vada uno di voi.» per quanta voglia io abbia di rivedere quei due magnifici occhi prima coperti da quei dannati occhiali ora devo pensare a cos'è meglio per lui, e l'unica cosa che mi viene in mente è una birra al parchetto con i suoi amici, senza nessun altro intorno.
A questo punto Adriano si alza. «Ludovì, tutti sti giorni a Sanremo non ha fatto altro che parlà de te, se te fosse piaciuto il pezzo e se c'avesse i capelli apposto perché tu lo avresti visto in televisione.» dice facendo comparire sul volto di tutti un sorriso, mentre io assomiglio più ad un pomodoro, non credevo che anche Niccolò si facesse le mie stesse paranoie. «Conosco Nicco da una vita e fidate se te dico che l'unica che ce può parlà ora come ora sei tu.» sospiro alle sue parole, decidendomi ad ascoltarlo.
Mi tiro le maniche del maglione ancora più giù e con un sospiro annuisco. Senza dire niente mi volto in direzione delle scale mentre i ragazzi mi rivolgono un sorriso, quasi di conforto. Arrivo al piano superiore e sono da sola. La porta di Niccolò compare davanti ai miei occhi, chiusa. Prendo un grande respiro e busso. Nessuno risponde. Busso un'altra volta ma ancora niente. Mi decido ad aprire la porta da sola, senza il permesso di nessuno.
«Ma se non rispondo ce sarà un motivo?» eccolo. In tutta la sua bellezza Niccolò esce dal bagno. È senza maglietta ed ha un asciugamano tra le mani con cui si strofina i capelli. Ha uno sguardo infastidito che però, non appena incontra il mio si colora, tanto che noto un sorriso nascere sul suo volto. Su quel volto che in questi ultimi giorni non ha sorriso molto, adesso sorride nel vedere me.
«Scusa, hai ragione. Ma io, sì insomma io volevo...se vuoi me ne vado.» vado totalmente in panico. Non mi sono preparata niente, sono entrata nella sua stanza senza un minimo di discorso in testa e adesso, al primo sguardo, sono andata in tilt.
«No ti prego, resta. Almeno tu resta.» afferma sicuro guardandomi con tutta la dolcezza del mondo. Nessuno mi ha mai guardata così.
«Va bene, resto.» dico imbarazzata non riuscendo a trattenere un sorriso che si amplia quando Niccolò si avvicina a me per stringermi in un abbraccio. Quanto mi è mancato sentire il suo corpo stretto al mio, sentire la sua voce che riesce sempre a tranquillizzarmi e le sue labbra sul mio viso. Lo stringo forte a me, non voglio che vada via un'altra volta.
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Piccola Stella | Ultimo
FanfictionLudovica de Santis ha diciannove anni e la vita che tutti desiderano: una bella casa nel quartiere più bello di Roma, una famiglia abbastanza unita e ottimi voti a scuola. Pratica danza da ormai dodici anni eppure questa sembra essere l'unico spirag...