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16. Piacevoli conoscenze e senso di oppressione

La conoscenza con Adriano è andata più che bene. Ogni mia ansia e preoccupazione è scivolata via quando, non appena sono entrata, il ragazzo mi ha rivolto un sorriso enorme presentandosi come il più grande amico, nonché primo amore, di Niccolò facendomi subito scoppiare in una risata. Siamo stati seduti al tavolino del bar per non so esattamente quante ore, mi hanno fatta sentire talmente a mio agio che il tempo è come volato via. Abbiamo mangiato un panino visto che io ero reduce da una giornata di scuola alquanto stancante e abbiamo parlato del più e del meno, di qualsiasi cosa ci venisse in mente. Mi hanno spiegato com'è nata la loro amicizia e quella con il resto dei ragazzi, mi hanno spiegato il perché del nome Miserabili e di tutte le loro avventure in giro per la capitale, con annesse figuracce di Niccolò a dir poco esilaranti. Anche la più piccola cosa portava a discorsi lunghi, alcuni dei quali sfociavano anche in una specie di morale. Mi hanno presentato Gregorio, proprietario del bar che conoscono dai tempi dei tempi, da quando erano bambini e trascorrevano lì interi pomeriggi invernali durante i quali era impossibile stare all'aria aperta per il troppo freddo.

«Sai che oggi per la prima volta in tutta la mia vita mi hanno mandata fuori dalla classe perché non smettevo di parlare?» dico rivolta a Niccolò sgranocchiando una patatina gentilmente offerta dalla casa. «Me stai a dì che 'na perfettina come te s'è fatta sbattè fori?» domanda Adriano e solo dopo che annuisco scoppia a ridere allungandomi la mano per darmi il cinque. «Sei proprio 'na grande, ndo l'hai trovata a questa Nì? Non è che c'hai n'amica?» domanda al suo amico, il quale gli risponde con un sorrisetto, bevendo un sorso dal suo bicchiere di birra, l'unica cosa che può bere visto che deve riaccompagnarmi a casa.
«Sì, e tu c'hai na fidanzata, te ricordi di Fede vè?» corruccio la fronte, la fidanzata di Adriano ha lo stesso nome dell'ex di Niccolò? Non è che è la stessa? No, dubito fortemente che si metta con la ex del suo migliore amico, da quel che ho visto in queste effettivamente poche ore sembrano avere un'amicizia molto solida, non credo la rovinino per una ragazza. «Eh vabbè, è per fare amicizia.» fa spallucce, facendoci ridere. «
Non è che a fare ste furbate poi ne risentono i tuoi voti?» guardo storta Niccolò alla sua domanda, da quand'è che gli sta così a cuore la mia vita scolastica? «Nic, ti ringrazio per la tua preoccupazione ma non ho mai avuto problemi di condotta in cinque anni, anzi. E i voti sono troppo alti per essere rovinati da una semplice cazzata di due ragazze.» odio vantarmi dei miei voti, così come odio chi finge di non essere bravo. Non sopporto chi a scuola prende dieci e dice "non ho studiato", e sfortunatamente nella mia classe ce ne sono fin troppi che fanno così .
«Da quand'è che dici le parolacce, Ludovì?» alzo gli occhi al cielo, oggi sembra che io e Niccolò ci siamo invertiti: lui tutto preciso e attento, io quasi sbottona. «Ogni tanto che vuoi che faccia.» faccio spallucce, sotto gli sguardi divertiti che Adriano ci lancia.
«E così sei anche 'na secchia, eh?» mi tira una leggera gomitata, sotto lo sguardo fulmineo di Niccolò al quale sorrido. Non so perché ma le battute di Adriano non mi infastidiscono, il fatto che mi chiami perfettina o secchiona non mi danno il senso di rabbia e fastidio che mi darebbe. «Diciamo che mi piace studiare e sono brava a scuola.» faccio la parafrasi della sua frase. «In parole povere è un sì, insomma.» annuisco sconfitta, prima di ridere tutti e tre insieme.

Alla fine, quando l'orologio sulla parete dietro il bancone segnava le sei abbiamo pensato che fosse il momento di andare via e tornare a casa, la mia famiglia non aveva mie notizie da tutto il giorno, avevo detto a tutti che ero a danza, anche se infondo era una mezza verità: il lunedì solitamente ho lezione ma a causa di un imprevisto della nostra insegnante era stata rimandata al giorno successivo. Prima di andare via Adriano mi ha avvolta in un abbraccio come segno di saluto, stessa cosa ha fatto col suo migliore amico. Insieme sono veramente belli, si legge tutta la loro complicità e ciò mi fa domandare se Niccolò gli abbia raccontato o meno ciò che è successo quel giorno tra di noi, ma per ora rimarrà solo un grande punto interrogativo nella mia testa.
In casa mia l'unica persona a conoscenza della verità era Lorenzo, il quale ha deciso di coprirmi solo dopo avermi fatto promettere che gli avrei raccontato tutto una volta a casa. Così, una volta che Niccolò arriva con la macchina nei pressi di casa mia, mio fratello si fa trovare fuori con il borsone di palestra, uscito di casa con la scusa di venirmi a prendere in accademia. Dopotutto se dobbiamo mentire deve sembrare più realistico possibile e cosa c'è di più realistico di tornare a casa stanca col borsone?

Piccola Stella | UltimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora