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46. Sei il mio portafortuna

Maggio, Roma.

«30, tu?» domando correndo fuori dalla porta della scuola, dove trovo la mia migliore amica poggiata ad una delle colonne portanti dell'edificio, intenta a guardare lo schermo del suo telefono.

«29.» afferma ed entrambe sorridiamo, abbracciandoci felici. Questa mattina a scuola sono stati pubblicati i tabelloni con le date degli orari di maturità. Avevo una tremenda paura di avere l'esame a luglio, il che avrebbe reso difficile partecipare a concerto di Niccolò all'Olimpico. Gliel'ho promesso, perciò esame o meno ci sarei andata comunque, ma se lo avessi dovuto sostenere di lì a pochi giorni, se non il seguente, non me lo sarei goduta affatto. Sarei stata a canticchiare ogni canzone pensando alla seconda guerra mondiale, ad una poesia di Ungaretti o a un carme di Catullo.

«Che bello! Possiamo andare senza pensieri all'Olimpico!» anche Benedetta è stata invitata al concerto da Niccolò stesso. Da quando le cose sono diventate ufficiali tra noi la mia migliore amica ha iniziato ad uscire sempre più spesso con me, il mio ragazzo e i nostri amici. Siamo spesso andati a bere qualcosa nei locali di Trastevere, organizzato grandi cene a casa di Niccolò o semplicemente trascorso serate nel parcheggio di San Basilio a parlare di noi.
Niccolò è partito venti giorni fa per il suo Colpa delle Favole tour, iniziato a Vigevano e che si concluderà tra poco meno di due mesi a Roma, nella nostra Roma, allo stadio. Le date sono una a pochi giorni di distanza l'una dall'altra in ogni parte d'Italia, per questo tornare a casa è molto difficile, se non impossibile. Nonostante questo però ci sentiamo ogni giorno ed dopo ogni concerto puntualmente mi arriva la sua telefonata, mentre Adriano, che lo accompagnerà per l'intero tour, mi manda i video di ogni canzone, in special modo quello di Piccola Stella che pare molto apprezzata dal pubblico.
Questa sera è particolarmente agitato, lo immagino già camminare da una parte all'altra del camerino. Suonerà a Milano, la città delle opportunità ma anche la città che ci ha divisi per la prima, e spero ultima, volta. A questa data parteciperà anche un ospite d'onore, ovvero mio fratello Lorenzo che non appena sono usciti i biglietti si è affrettato a comprarne uno per sé ed i suoi amici. Niccolò non è al corrente di niente, dal momento che sa che verrà a vederlo allo stadio qua a Roma.
È solo mezzogiorno, così mi allontano da Benedetta, lasciandola con delle sue compagne di atletica per comporre velocemente il numero di Niccolò, che ormai ho imparato a memoria.

«Stellì! Allora?» Niccolò sapeva che oggi avremmo scoperto le date dell'orale, l'ho  salutato ieri sera lasciandolo impaziente e alquanto ansioso di scoprire quando si sarebbe tenuto il mio.

«Mi dispiace Nicco, me lo hanno fissato il 5 luglio. Non riesco proprio a venire.» decido di divertirmi un po', seppur in maniera decisamente cattiva. Maschero la mia voce in un tono triste, mentre un silenzio assordante arriva dall'altro capo del telefono. «Nicco?»

«Ma non c'è un modo per spostarlo? Nemmeno se ci parlo io con la preside? E dai...un modo c'è, io senza te non ci riesco!» la voce è spezzata e subito intuisco che sta per piangere. Okay, lo scherzo è durato molto poco ma io non riesco a sentirlo così.

«Nicco era uno scherzo, non piangere ti prego! L'esame ce l'ho il 27.» ammetto con tono preoccupato, odio saperlo in lacrime per colpa mia, anche se si tratta di uno stupido scherzo.

Lo sento tirare su col naso. «Ma allora sei proprio una stronza! E comunque, non stavo piangendo.» esclama, e ringrazio il cielo di sentire il suo tono ironico. «Questa me la paghi non cara, carissima!» ridiamo insieme.

«Anche Benedetta ci sarà, ha l'esame il giorno prima.» lo informo, lanciando uno sguardo alla mia amica, ora rimasta sola, intenta a sfogliare le pagine del suo quaderno sui gradini di fronte all'ingresso. Questa maturità sembra star facendo del male a tutti.

Piccola Stella | UltimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora