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34. Per sempre è un tempo troppo lungo

«Al tuo spettacolo porterò un grande striscione con scritto 'Forza Ludovica' e una stellina a fianco.» fantastica Niccolò facendomi scoppiare a ridere.

È martedì, dopo la visita di ieri Niccolò è rimasto a casa tutto il pomeriggio per aspettare che Anna finisse di lavorare e portarla a cena a casa sua con i suoi fratelli che li aspettavano già là. È stata una tortura averlo davanti per tutto il giorno e non poterlo baciare, toccare, guardarlo senza essere scoperta o semplicemente parlarci in maniera pacifica. Col fatto che questa sera i miei genitori sono stati invitati ad una cena di lavoro di mio padre e che tutti noi dovremmo parteciparvi, Anna è stata mandata a casa ed io ho approfittato del fatto che non ci fosse nessuno per far venire Niccolò. Siamo stesi da un'oretta sul mio letto, io con la testa sul suo braccio. Abbiamo recuperato tutto il tempo perso di ieri, non staccandoci un secondo.

«Che te ridi? Io voglio fa una cosa col core, e te ridi.»

«Nicco non è un tuo concerto, è uno spettacolo di musica classica con i posti numerati e la gente in giacca.» gli spiego. Ieri sera ho detto a mio padre di prendere due biglietti anche per Anna e suo figlio. Era stato lui il primo a dire di invitare anche Anna, perché sa quanto ci tenga alla sua presenza. Da subito ha detto anche che ai biglietti ci avrebbe pensato lui dato che ha intenzione di acquistare i migliori posti in platea che non costano proprio dieci euro. Mia madre tra i due è quella che si è dimostrata più scettica, ma di fronte alla sicurezza di mio padre e alla gioia di mio fratello Riccardo quando ha saputo che sarebbe venuto anche di Niccolò, non ha potuto far altro che cedere.

«Ci verrai ad un mio concerto?» domanda dal nulla cambiando argomento mentre fissa il soffitto. Sorrido. Improvvisamente è come se tutto fosse una déjà-vu, mi sembra di rivivere la serata di domenica.

«Certo, te l'ho detto la scorsa sera. Volevo essere in prima fila, ma tu mi hai detto che mi spetta il posto d'onore.» gli ricordo, citando le sue stesse frasi di quella notte indimenticabile.

«Certo. Tu sarai sotto il palco, così ogni volta che scenderò ti darò un bacio.» afferma sicura con sguardo sognante.

«Ciò significherebbe dire a tutti di noi due.» non me la sento di definire la nostra relazione. Io gli ho confessato di amarlo e lui non ha mai detto che prova lo stesso. Io ho fatto questo passo, adesso spetta a lui definire il nostro rapporto.

«Prima o poi dovrà succedere Ludovì, non possiamo continuare a vederci di nascosto come du ladri. Manco fossimo Romeo e Giulietta.» rido al paragone che ha appena fatto. L'amore di Romeo e Giulietta era un amore folle, un amore che voleva superare tutti gli ostacoli, forse troppo alti da saltare. Che il nostro amore, se tale veramente è, sia come il loro?

«Vedremo Nicco, vedremo.» abbandono la conversazione. Non voglio scatenare un malumore proprio adesso che sto così bene. Avrò tempo di essere giù di morale questa sera alla cena dei miei genitori. Ma adesso con Niccolò non voglio altro che essere felice e allontanarmi da tutti quei problemi, cosa che a lui fare riesce alla perfezione.

«Sai, ripenso a quando l'altra notte hai detto di conoscere tutte le mie canzoni a memoria...e pensare che non me l'hai mai detto!» dice poi lui iniziando a farmi il solletico.

«Non c'è mai stata occasione.»

«Ah no? E durante tutto il viaggio per andare a Milano? Hai finto di non saperle per tutto il tempo, facendomi credere che era la prima volta che le ascoltavi!» ridiamo insieme di fronte all'affermazione di Niccolò. In questo momento non posso dire niente, ha totalmente ragione, al cento per cento.

«Hai ragione.» affermo sconfitta. Speravo se ne fosse dimenticato, ma a quanto pare mi sbagliavo di grosso.

«Qual è la tua preferita?»

«Ce ne sono tante che mi piacciono da impazzire ma forse quella che sento di più è La Stella Più Fragile Dell'Universo. L'ho sempre considerata una poesia d'amore, ed ho sempre sognato che qualcuno me la dedicasse.» dico con un sorriso malinconico sul volto. «Poi c'è Stasera che è una ventata d'aria fresca, mi fa tornare il buon umore sentire parlare di una relazione così...spontanea, così quotidiana.» stavolta sorrido, pensando a quanto sarebbe bello poter vivere una relazione del genere con Niccolò, averlo nella mia quotidianità. «E poi vabbè, c'è Giusy che mi ha fatto compagnia tutte quelle volte in cui mi sentivo sola e sbagliata.» guardo un punto indefinito nella mia stanza mentre Niccolò prende a accarezzarmi il volto con i polpastrelli facendomi istintivamente tornare un sorriso.

«È bello che la mia musica susciti così tante emozioni.» afferma sorridendo con lo sguardo basso. È lo sguardo di chi non è consapevole del bene che fa alle persone solo attraverso le sue canzoni.

«E queste sono solo alcune. Ci sono tante altre tue canzoni che trasmettono tante altre emozioni.» queste sono solo tre delle canzoni di Niccolò a cui sono più legata. Se dovessi parlare di tutte quelle che mi piacciono finiremmo domani all'alba. «Tu fai sentire la gente compresa Nicco, e questo è un regalo immenso per chiunque ti ascolta.»

Senza dire altro mi tira di nuovo giù per stringermi forte a sé, in una maniera in cui non ha mai fatto prima. Mi stringe come se avesse paura che io scappassi. Ma io dalle sue braccia non me ne andrei mai.

«Tu non sei né sola, né sbagliata. Ci sarò io qua a fartelo capire, ci sarò per sempre io.» mi bacia dolcemente la testa mentre una lacrima solitaria mi riga il volto. Mi scorrono davanti agli occhi tutti quei momenti in cui mi sentivo tremendamente sola nonostante fossi piena di gente intorno. Accendevo Spotify e le parole di Niccolò sembravano comprendermi. Io ero Giusy, ma allo stesso tempo ero con Giusy, e da sola non ero mai.

«Per sempre è un tempo troppo lungo, mi spaventa. Facciamo che ci sarai domani.» i per sempre la maggior parte delle volte, a meno che non si tratti dei film Disney, vanno a finire male. A me basta sapere che lui ci sarà domani.

«Va bene, come vuoi. Allora ti prometto che domani ci sarò. E domani ti prometterò di esserci anche dopodomani, dopodomani ancora è così via...» si corregge, facendomi sorridere.

Mi volto verso di lui, permettendogli così di rubarmi un bacio. «Ti amo.» gli dico. Non mi risponde, si limita a stringermi più forte a sé, ma va bene così.

Anche a questo capitolo tengo molto, ogni canzone di Niccolò per me è importante e parlarne così mi fa stare bene. Questi capitoli sono un po' più corti ma a parer mio ricchi di significato, dato che la storia tra i due ragazzi prende sempre più forma giorno dopo giorno. Spero che anche a voi piaccia, ho pubblicato ora per recuperare poco a poco la mia assenza, ci aggiorniamo 🤍🤍🤍

Piccola Stella | UltimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora