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19. Invito a sorpresa

«Tesoro, sei pronta?» domanda mia madre facendo capolino nella mia stanza, dove entra non appena vede la mia figura di fronte allo specchio.
«Ma sei bellissima!» esclama afferrandomi le mani per poi squadrarmi. Indosso un semplice vestito nero aderente che arriva fino alla caviglia, mentre ai piedi ho un paio di semplici tacchi chiusi sempre neri. Questa sera io e la mia famiglia siamo stati invitati alla festa di anniversario dei nonni, i genitori di mio padre. Compiono cinquant'anni di matrimonio e per l'occasione hanno organizzato una grande festa nella loro villa nelle campagne romane.
Sono costretta a lasciare la sua presa quando sento il suono di una notifica proveniente dal mio telefono.

Da Niccolò
Sono sotto, che fai, scendi?

Sbianco nel leggere il messaggio che mi è appena arrivato, il cuore mi martella nel petto e le gambe non riescono a stare ferme, tanto che mi ritrovo velocemente sulle scale di casa, intenta a scendere al piano di sotto dove trovo mio fratello con un'elegante camicia azzurra intento a sistemarsi il papillon di fronte al grande specchio d'ingresso. Non appena si accorge della mia presenza alza un sopracciglio.
«Ludovì, sei bellissima. Ti chiederei di aiutarmi con 'sto coso, ma non voglio far attendere il tuo principe, se te vede così sviene sul colpo.» dice indicando con un cenno della testa la porta, fuori dalla quale c'è Niccolò. Come fa Lorenzo a sapere che è qua?
Senza dire niente alzo gli occhi al cielo, metto la prima giacca che trovo all'appendiabiti ed esco dalla porta. Fuori casa, nascosta tra gli alberi, c'è la Jeep di Niccolò, e lui come al solito è poggiato sul cofano. Stavolta però non sta guardando il telefono, bensì ha lo sguardo alto, e non appena incontra la mia figura che cammina verso di lui apre leggermente la bocca, spiazzato nel vedermi vestita così.

«Ciao.» lo saluto timidamente con un sorriso. Sono trascorsi cinque giorni dalla serata a casa sua e da lì non ci siamo più visti, dal momento che Niccolò era fisso in studio a causa del lavoro, ha detto che sta lavorando al nuovo disco. In compenso però ci siamo sentiti quasi ogni giorno, ci siamo sempre tenuti aggiornati sui nostri movimenti, anche se i suoi erano ben più interessanti delle mie giornate solite e monotone.
«Ciao...» dice con un sorriso ebete che mi fa ridacchiare, inizio a pensare che Lorenzo avesse ragione.
«Dove vai così elegante?» domanda dopo un piccolo colpo di tosse, riprendendosi dallo stato di trance in cui sembrava essere caduto.
«Alla festa di anniversario dei miei nonni.» spiego dondolandomi sulle mie scarpe col tacco.
«Ed io che pensavo di portarti a mangiare un bel piatto di pasta a Trastevere.» alza le spalle, facendo il finto offeso. Sa benissimo che non posso mancare agli eventi di famiglia, men che meno alla festa organizzata dai miei nonni, eppure il suo finto broncio mi fa sentire un senso di colpa dentro al petto. Se solo potessi, andrei anche a piedi fino a Trastevere pur di trascorrere la serata insieme a lui.
«Mi dispiace Nic, davvero.» dico con tono dispiaciuto, e credo di non essere mai stata più sincera di così in vita mia.
«Ma de che, sto a scherzà! Vai tranquilla alla festa, ci possiamo vedere domani!» esclama scompigliandomi i capelli. In altre circostanze lo avrei ucciso, ci ho messo mezz'ora per sistemarmi i capelli per questa festa ma adesso è come se fosse l'ultima cosa di cui mi importasse, mi interessa solo stare con lui più di ciò che detto, questo comportamento non mi si addice proprio.
La risposta di Niccolò è alquanto prevedibile.
«Mi stai implicitamente dicendo che te sono mancato, stellì?» mi chiede con un sorrisetto ammiccante, ed immediatamente mi sento avvampare.
«No! Cioè, mi è mancato trascorrere del tempo insieme a te...in fondo mi diverto quando sto con te, sto bene.» balbetto, dicendo la prima cosa che mi passa per la testa. È vero, io con Niccolò sto bene, riesce a farmi divertire e a smettere di pensare a tutti i pensieri che mi assillano la mente ogni giorno.
In risposta mi rivolge un sorriso sincero, non più ammiccante come quello precedente.
«Felice di saperlo. Allora vuol dire che domani andiamo insieme a pranzo a Trastevere e poi facciamo un bel giretto per Roma, ti va?» chiede portando una mano sul mio volto per spostarmi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

Chiudo gli occhi, sbuffando. «Domani è lunedì, ho danza.» è impossibile, sembra che qualcuno voglia impedirci di stare insieme, di trascorrere qualche ora insieme.
Lui non sembra essere molto toccato, alza semplicemente le spalle. «E allora ci vediamo domani sera, maritozzo di mezzanotte?» sorrido, è incredibile come abbia sempre la soluzione pronta a tutto, quando io mi ero già data per vinta.
«Maritozzo di mezzanotte. Troverò un modo per uscire di casa.» dovesse cadere il mondo domani sera a mezzanotte io mi troverò insieme a Niccolò a mangiare un ottimo maritozzo, mi organizzerò perché i miei genitori non sappiano niente, per alcun motivo.
«Accordato.» afferma allungando una mano nella mia direzione che non indugio a stringere. Abbiamo sigillato il nostro accordo.

«Ludo, mamma e papà ci stanno aspettando.» la voce di mio fratello ci interrompe, sapeva che Niccolò era qui e per questo si è offerto di venire a chiamarmi lui stesso, da solo.
«Ciao Nic, che si dice?» saluta il mio amico, facendo il finto sorpreso di trovarlo qua fuori.
«Lorè, tutto bene. Tu?» i due iniziano a parlare del più e del meno, mentre io me ne sto qui a guardarli. Per quanto stia facendo la finta scocciata, adoro vedere Niccolò e mio fratello parlare così tranquillamente e serenamente tra loro. Sembrano così complici, e questa cosa mi piace da impazzire.
«Noi ora dobbiamo andare, che ne dici di continuare questa conversazione a casa di mia nonna?» domanda tranquillo Lorenzo facendomi spalancare gli occhi. E la stessa reazione sembra averla anche Niccolò al mio fianco.
«Cosa?» domandiamo sbalorditi all'unisono, prima di voltarci l'uno verso l'altro e sorridere imbarazzati, rimanendo a guardarci come due stupidi con un sorriso da ebeti in volto.
Lorenzo alza gli occhi al cielo, vedendo come siamo rammolliti. «Avete sentito bene, dai andiamo tutti con la tua macchina, Nic. Vado ad avvertire la mamma.» dice poco prima di darci le spalle per andare dai nostri genitori ad avvisarli del nuovo ospite.
Non riesco a nascondere l'incontenibile sorriso che nasce sul mio volto al pensiero di trascorrere la serata insieme a Niccolò. Mi volto verso di lui, ed immediatamente una domanda mi balena nel cervello.

«Nic.» lo richiamo prima di vedere il suo volto abbassarsi nella mia direzione.
«Mh?»
«Ma il maritozzo lo andiamo mangiare comunque domani, vero?» domando con voce da bambina, tanto che suona dolce.
Un grande sorriso si fa spazio sul suo volto, mentre mi stringe forte la mano.

«Certo, stellì

Ehilà! Niccolò si è presentato a sorpresa sotto casa di Ludovica e ci ha ricavato un invito alla festa di anniversario dei nonni da parte di Lorenzo, che guarda divertito gli sguardi dolci che si scambiano sua sorella e Niccolò. Come andrà questa festa? Cosa penseranno i genitori di Ludovica quando scopriranno che con loro ci sarà una persona in più? Ci vediamo domani col prossimo capitolo per scoprirlo 🤍

Piccola Stella | UltimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora