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38. Farfalla Bianca

Il sipario si apre ed una melodia piacevole riempie le mie orecchie. Inizio a danzare, insieme alle mie compagne che piano piano mi raggiungono, riempiendo il palcoscenico intorno ognuna con il proprio ballerino.
È il primo atto dello spettacolo: Giselle, una giovane contadina, è felice e danza serena, cullata dal dolce canto degli uccellini e illuminata dal calore del sole pomeridiano. È una ragazza felice e innamorata, innamorata di Albert, del suo Albert.

Una coppia dopo l'altra si susseguono sul palcoscenico, mentre io mi avvio danzando dietro le quinte, dove sparisco nell'attesa di rientrare visto che adesso è il turno di altri ballerini. Per ultimo esce Tommaso, è il momento del suo assolo. Tommaso è il mio ballerino, è un ragazzo poco più grande di me che è nel mondo della danza già da tempo. Ha infatti un lavoro stabile qua all'Opera di Roma e spesso abbiamo provato insieme sia in teatro che nella nostra palestra. È molto gentile e solare ed è sempre riuscito a farmi sentire a mio agio.
Dopo non molto rientro anche io e iniziamo a danzare assieme. Lui interpreta la parte di Albert, il giovane di cui Giselle è innamorata, che finge di essere un contadino come lei quando in realtà è un nobile. Il nostro passo a due, incorniciato da tutte le ragazze che danzano insieme ai propri ballerini, termina con un primo blocco di applausi. Nel mentre, tra un ballo e un altro, viene presentato un nuovo personaggio ovvero Hans, un guardiacaccia che da sempre è innamorato di Giselle. Spesso ha tentato di convincere la giovane della reale identità del suo amato, tanto da spingersi oltre fino ad entrare nella casa di Albert dove trova una spada in argento e un blasone, la prova che non è un contadino come fa credere, bensì un nobile.
La caccia finisce e alcuni nobili si fermano al villaggio dove vengono serviti con grandi sorrisi e tanta gentilezza. Tra questi nobili spicca però la figura di Batilde, una giovane donna aristocratica che dona a Giselle una collana. La giovane è molto contenta dell'oggetto, eppure ad Albert c'è qualcosa che non torna: quella donna non è altri che la sua promessa sposa.
Adesso è tutto un susseguirsi di coreografie, in cui io non sono compresa. Esco velocemente dal palco, giungendo dietro il sipario con il fiatone. Mi scolo mezza bottiglietta d'acqua, mentre Tommaso al mio fianco se la ride di gusto, senza dimostrare la necessità di bere. Deve essere davvero abituato.

«È normale, non ti giudico. Anche io ero così ai miei primi spettacoli, col tempo se entri in questo campo ti abitui.» fa spallucce, vedendomi intimorita dal suo sguardo. In poco tempo gli è sparito anche il fiatone. «Prima volta?» se entri in questo campo. Magari, sarebbe il mio più grande sogno.

«In un teatro del genere, a interpretare il personaggio principale sì.» affermo con un piccolo sorriso. Con l'accademia ci siamo esibiti all'Opera sì e no due volte. In una di queste ho rivestito un ruolo alquanto marginale, avrò fatto cinque passi e mai nessun assolo. La seconda invece non mi sono proprio esibita in quanto sostituta. Poi sono cresciuta, sono migliorata e non abbiamo più fatto spettacoli qua, ma solo in teatri minori. Per questo considero questa come la mia prima vera volta all'Opera.

Tommaso mi sorride. Cerco nervosa il volto di Stefania tra la gente, trovandola concentrata sull'esibizione. So com'è fatta, prima della fine dello spettacolo non dice mai niente a nessuno, nemmeno un complimento. L'unica cosa che può fare è quella di spronarti a andare meglio, a dare ancora di più. Così mi rassegno e anche io sposto la mia attenzione sul palcoscenico. Sorrido nel vedere che è il momento di Letizia, ha un assolo per cui si prepara da mesi e a tratti è accompagnata anche da Marco, il suo ballerino, un ragazzo che al contrario di Tommaso è con noi in accademia.
La nostra accademia è divisa, oltre che per età, tra maschi e femmine. Abbiamo due entrate diverse in quanto utilizziamo due aree della struttura diverse. Raramente proviamo insieme, anche se in programma c'è uno spettacolo in cui dobbiamo collaborare. Per Giselle ad esempio abbiamo iniziato a provare i passi coi ragazzi circa un mese prima dell'esibizione vera e propria. Tanto che alcune volte io, Letizia e le altre siamo state costrette ad organizzarci con i ragazzi fuori dall'orario dell'accademia per non arrivare impreparati il giorno dopo. È stata dura ritagliare un po' di tempo per questi incontri serali tra la scuola e le scappatelle con Niccolò, ma alla fine ci sono riuscita e il risultato, a vedere dalla performance della mia amica sul palco, è più che ottimo.

Piccola Stella | UltimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora