2) Simone in ospedale

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Simone era giunto in ospedale, trasportato dell'ambulanza in codice rosso.
Furono imnediatamente contattati dai sanitari, il padre e la nonna che accorsero immediatamente.
Come spiegato dai sanitari, Simone aveva tentato il suicidio, ma con una lavanda gastrica, erano riusciti a fermare l'effetto del mix letale di alcool e droga.

Successivamente era stato sedato durante la manovra invasiva e quindi permisero al padre di rimanere nella stanza in cui era stato messo sotto stretta sorvaglianza e attaccato ai monitor.

Quando si svegliò chiese immediatamente:

S: "dove sono?"

Il padre gli spiegò con molta calma:

D: "sei in ospedale, hai avuto un incidente in moto e ti hanno dovuto fare una lavanda gastrica, perché hai ingerito di tutto!!"

S: "volevo morire!!"

D: "non dire cosi, non lo dire!!"

Da quel momento, il padre, nonostante fosse molto titubante decise che era venuto il momento di rivelare a Simone la verità sul fratello morto in tenera età.

D: "quando sei nato non eri solo, eravate in due, tu e tuo fratello Jacopo, ma una brutta meningite, una notte se lo portò via.
La mamma era all'estero per lavoro, a casa c'eravamo io e la nonna.
Chiamammo immediatamente l'ambulanza, ma anche il ricovero in ospedale valse a poco.
Purtroppo Jacopo morì quella stessa notte, alla tenera età di 3 anni.
Per un po' l'hai cercato, poi hai smesso.
Da quel momento in poi io e tua madre abbiamo vissuto solamente per te, proteggendoti da tutto.
Ma purtroppo non è servito, perché le incomprensioni e le colpevolizzazioni furono troppo grandi e finimmo per separarci.
Il dispiacere della morte di Jacopo, fu talmente grande per me, che non riuscì ad avere la lucidità di mente di pensare che dovevo essere presente per te e la mamma, pensando per chi era sopravvissuto, non per chi era morto e di me non aveva più bisogno.
Ti chiedo scusa Simone, non sono riuscito in quel momento."

S: "povero papà!! Quanto dispiacere hai passato!! Non riesco ad essere arrabbiato con te, avendo saputo la verita, l'unica cosa che avete sbagliato tu e la mamma è di avermi tenuto allo scuro per troppo tempo. Avreste dovuto dirmelo prima"

D: "lo so figliolo, di questo ti chiedo scusa, abbiamo sbagliato, io ho sbagliato, la mamma avrebbe voluto parlartene tanto tempo prima, ma io non me la sono sentita, perché era come riaprire una ferita profonda e sanguinante, la quale ha impiegato tantissimi anni per guarire faticosamente"

S: "ti capisco papà"

Simone appoggiò la sua mano su quella del papà, poi disse:

S: "dov'è Manuel?"

D: "è qui fuori, è sempre rimasto in sala d'attesa fin da quando tu hai avuto l'incidente. Non si è mai mosso. Si è addormentato dalla stanchezza.
Quando è arrivato qui in ospedale, stava piangendo come un bambino.
Si è riuscito a calmare quando la dottoressa ci ha detto che eri grave, ma fuori pericolo"

S: "vorrei vederlo per potergli parlare"

D: "certo te lo chiamo"

S: "grazie"

MOMENTI - Simone e Manuel Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora