1. You know, it's not the same as it was

117 8 1
                                    


Ayden

Dopo quasi un mese di notti insonni e pianti meno frequenti, la mia vita sta lentamente tornando alla normalità. Adesso vedere qualsiasi cosa che mi faccia ricordare lui fa meno male, anche se, a dire il vero, la maggior parte di queste "cose" sono raggruppate in fondo all'armadio sigillate in una scatola, riducendo così drasticamente le possibilità che l'avrei ricordato in qualche modo. Di certo non potevo tenerli in giro ma allo stesso tempo non ho avuto il cuore di liberarmene. Non avere intorno questi promemoria mi aiuta molto nel tenerlo lontano dai miei pensieri ma saperli ancora lì, accanto a me, nonostante tutto, mi da una certa tranquillità.

Mi sono sbarazzata di quello che ho potuto: adesso le uniche cose a ricordarmi che stavamo insieme sono cose che, mio malgrado, non posso liberarmene: i miei ricordi e i posti che sono stati testimoni della nostra storia. Per questo, a volte, quando cammino per casa o a lavoro, sento ancora una fitta al cuore.
Per un po' ho addirittura evitato di andare o anche solo avvicinarmi nei posti in città i quali eravamo soliti frequentare. Tutto sommato me la sto cavando bene, cerco di non pensarci, di non pensarlo...

All'inizio avevo paura di incontrarlo ovunque e, dovunque andassi, stavo sempre all'erta e in un continuo stato d'ansia (soprattutto al locale visto che era il luogo più probabile in cui sarebbe potuto venire ) temendo che potesse spuntare da un momento all'altro e fare una scenata da ubriaco come l'ultima volta in cui ci siamo visti.

Sono passati quattro giorni da quella sera e da allora nessuna traccia, nessuna notizia di lui, nemmeno Matt sa niente (o almeno così sembra). Ma le poche volte in cui lui e Julie si sono zittiti all'improvviso in mia presenza, mi fanno credere il contrario. In effetti lui è il suo migliore amico, sarebbe strano se non fosse così. Un altra serata di lavoro massacrante sta giungendo al termine. In questo ultimo periodo mi sono buttata a capofitto nel lavoro: il mio unico obiettivo è quello di stancarmi a tal punto da cadere in un sonno profondo non appena tocco il letto, impedendomi così qualsiasi incubo o sogno sgradito.
Matt crede che finirò con il sentirmi male, poiché riesco a fare il lavoro che svolgevamo in due quando c'era ancora Cassidy.

Più volte ha tentato di farmi prendere qualche giorno di riposo ma io rifiuto tassativamente ogni volta: l'idea di rimanere da sola a casa con i miei pensieri mi terrorizza. Era molto contrariato ma visto che nemmeno lui può permetterselo, poiché in questo periodo dell'anno è difficile trovare del personale, alla fine lasciava perdere.

Il locale è ormai quasi vuoto e insieme ad Adam stiamo terminando le pulizie dietro il bancone. Quando Matt e Julie ci raggiungono, di sottecchi vedo qualcuno avvicinarsi.

<< Mi dispiace, il locale è chiuso... >>

<< Ayden! >>

conosco quella voce, alzo lo sguardo

<< Trent? Che ci fai qui? Insomma... è da molto che non ti vedo da queste parti >> rettifico per non sembrare sgarbata

<< ehm si si... il lavoro: ultimamente ho il turno di notte >>

<< capisco...>>

<< Allora... i tuoi genitori stanno bene?>>

<< si grazie, e tuo zio? >>

<< benissimo... >>

Poi sorrido imbarazzata e cala il silenzio...

Mi rendo conto che non so come portare avanti il discorso, a dire il vero io e Trent non abbiamo mai parlato granché, perché c'era sempre lui che si intrometteva, impedendocelo. Cerco di non pensarci.

Say yes to meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora