28. Savin' me

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Corro finché non mi manca il fiato, finché i polmoni non iniziano a bruciare, gli occhi a lacrimare per il vento freddo che m'investe, finché sento le gambe cedere sotto lo sforzo, senza guardarmi indietro.
Nella mia folle corsa vado a sbattere contro qualcuno, e i dannati tacchi a spillo fanno il resto: finisco ginocchia a terra.

<< o mio dio, stai bene? >>

Una morbida e calda voce femminile mi accarezza le orecchie. La sua proprietaria compare nel mio campo visivo: è una ragazza che sembra avere solo qualche anno in più di me

<< mi dispiace, sono uscita da quel vicolo e non ti ho vista arrivare... >>

Indossa un enorme sciarpa rossa e un cappotto grigio: ha l'aria di essere molto pesante e... caldo. E mentre ispeziono i suoi vestiti, lei fa lo stesso con me: deve credermi una pazza, con queste temperature avere addosso qualcosa che è più vicino all'essere un costume da bagno che un vestito vero e proprio.

Mi studia, confusa. Il suo sguardo scende giù e all'improvviso sgrana gli occhi: mi chiedo cosa abbia causato questa sua reazione.
Curiosa abbasso lo sguardo sul mio corpo e la coscia nuda che spunta dal tessuto lacerato risponde alla mia domanda silenziosa.
Mi mette le mani sulle spalle e io indietreggio d'istinto

<< ei, va tutto bene? >> scruta la mia persona ancora una volta << cos'è successso? >>

<< io... >>

le parole mi muiono in gola

<< un uomo... >>

la ragazza si toglie il giubotto e me lo poggia sulle spalle: perché? solo in quel momento, quando il calore del tessuto inizia a scaldarmi la pelle, mi accorgo di star tremando

<< dobbiamo chiamare la polizia? >>

annuisco, incapace di fare altro

<< sono Kate, comunque >>

Mi porge la mano e io la fisso, non sapendo bene cosa farci. Lei mi guarda comprensiva e mi da una pacca sulla spalla

<< andrà tutto bene ma adesso fatti aiutare ad alzarti o ti ghiaccerai lì a terra >>

Le permetto di farlo ma non appena mi muovo di un centimetro sento un dolore premere su una delle caviglie. L'afferro, storcendo la bocca in una smorfia

<< dev'essere slogata >>

sento le ginocchia bruciare

<< faremo piano ma devo spostarti di qui prima che qualche ciclista impazzito t'investa, ok? >>

sorride

<< al mio tre, va bene? >>

annuisco, lei si posiziona alle mie spalle afferrandomi da sotto le ascelle

<< ok, uno... due e tre >>

Fa leva e finalmente non sento più il ruvido e freddo marciapiede sotto di me. Kate mi aiuta a poggiarmi contro una macchina

<< tutto bene? >>

annuisco

<< credo faresti meglio a togliere quei trampolini, sentirai meno pressione alla caviglia >>

buona idea

Quando mi abbasso per raggiungere i laccetti scopro la causa del bruciore alle ginocchia: sono coperte da escoriazioni e sangue rappreso. Non ho nemmeno sentito dolore quando probabilmente mi sono graffiata cadendo sull'asfalto. Mi stringo nel cappotto ma continuo a tremare: vedo Kate tirare fuori il cellulare e digitare, poi se lo porta all'orecchio.

Say yes to meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora