51. I just can't get enough

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Trent

Sorrido come un idiota mentre riempio due tazze di caffè, nel suo aggiungo dello zucchero, una quantità spropositata e ai limiti del normale per qualsiasi essere umano.
Se Street mi vedesse adesso probabilmente avrei già il naso frantumato.
Stanotte... ( scuoto il capo e sorrido talmente tanto che iniziano a farmi male le guance: mi sento come una ragazzina alla sua prima cotta ) è stato il modo perfetto per concludere la serata, non che lo avessi programmato, ma è stato comunque bellissimo.
Non me lo aspettavo e mi sento un po' in colpa: forse ne ho un po' approfittato, forse quando ho visto Ayden in quello stato avrei dovuto rifiutare con maggiore forza, ma lei ha insistito assicurandomi che stesse bene e allora, la parte egoista di me che la desiderava da morire da moltissimo tempo ha prevalso, lasciandosi andare e prendendosi ciò che volevo e che lei mi offriva.

Per l'incredulità di averla nel mio letto non riuscivo ad addormentarmi e per un po' l'ho guardata dormire, temendo che se mi addormentassi lei sarebbe sparita, come se tutto questo fosse solo un sogno.
Lo so, so che può sembrare una cosa inquietante e da stalker, ma io non la penso così: più la guardavo e più pensavo a quanto fossi fottutamente fortunata ad averla con me, nel mio letto.
Ho guardato il suo petto alzarsi e abbassarsi lentamente, il suo quasi impercettibile respiro, il seno che sbucava da sotto il lenzuolo, una ciocca che le ricadeva sul viso solleticandogli il naso e facendoglielo raggrinzire, il labbro inferiore pieno che sporgeva in avanti...
Ho sorriso, per poi spostarle la ciocca dietro l'orecchio, coprirla con il lenzuolo (che era quasi sceso fino in vita) e baciarle la fronte. Egoisticamente l'ho attirata a me, poggiandomela sul petto, non soppesando attentamente l'idea che avrei potuto svegliarla. Ancora una volta la parte egoista di me ha avuto la meglio e una volta avuta tra le mie braccia mi sono addormentato fin quando, nel sonno, mi sembra di averla sentita dire qualcosa, ma non ne sono certo.

Afferro il tavolino da letto per la colazione, lo imbandisco e mi dirigo verso la camera da letto.
La porta è socchiusa, mi volto e la spingo con le spalle e quando il silenzio mi lambisce spero ancora una volta che la notte scorsa non sia stata solo frutto della mia immaginazione...

Poi la vedo, è lì, distesa a pancia in sù, gli occhi aperti a fissare il soffitto, la fronte corrugata: mi chiedo cosa la affligga così di prima mattina e se percaso centri qualcosa con quello che borbottava stanotte nel sonno.
Visto che è già sveglia non mi preoccupo più di muovermi come se fossi in un campo minato: poggio il vassoio in equilibrio sulla gamba ( che a malapena s'incastra tra i supporti del tavolino ) e colpisco la porta con due nocche.
Lo sguardo colpevole di Ayden vola nella mia direzione, spaventata, gli occhi spalancati.
Si tira su a sedere velocemente e nel farlo il suo seno si scopre.
Da buon maschio quale sono il mio sguardo cade lì ( mentre il suo su di me, che lo segue e capisce esattamente cosa stia guardando) e i ricordi della notte scorsa, quando le mie mani la stringevano, divampano dentro di me, insieme ad uno strano calore.
Quando i suoi occhioni mi trafiggono capisco che anche i suoi pensieri sono virati in quella direzione, lo vedo dal suo sguardo e dal rossore che le imporpora le guance.
In fretta si tira su ancora una volta per coprirsi il petto e nella foga colpisce la testiera con il capo. Mi precipito da lei, abbandonando il vassoio sul comò.

<< va tutto bene? >>

Ayden si tocca il punto interessato, un occhio socchiuso

<< si, sono soltanto un po' sbadata... >>

Le sue labbra sono attraversate da una smorfia di dolore

<< mhh >>

La fisso, sovrapponendo la mano sulla sua

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