36. I can't handle change

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Trent

Il sacco vibra e ondeggia sotto la potenza dei miei colpi. Lo specchio a muro di fronte mi restituisce una diversa immagine di me stesso, migliore: sono decisamente più grosso, la mia massa muscolare è cresciuta notevolmente. Questo mi dà sollievo: vuol dire che la visita della settimana scorsa per le ammissioni è andata bene. Lo spero.
Un'inaspettato sorriso spunta sulle mie labbra al ricordo di Ayden, o meglio della sua faccia ogni qual volta ordinavo un dolce più leggero delle sue bombe caloriche al Seventies. Soprattutto quando poi le spiegavo il motivo, mi liquidava con un gesto della mano come a dire: " la vita è una sola e tu la stai decisamente sprecando"

Qualche altro colpo al sacco, finché non sento le nocche bruciarmi, il sudore bagnarmi la fronte...
Mi fermo per recuperare un po' di liquidi, prendo una lunga sorsata dalla borraccia.
Mi tampono il viso con un asciugamano, la vista mi si oscura per qualche secondo...

Quando i miei occhi tornano a vedere la luce, mettono a fuoco una sagoma blu nel mio giardino. Aguzzo la vista: è il cappello ad essere blu, insieme alla divisa... sgrano gli occhi: cazzo, è il postino! E' già arrivata? no, impossibile.
Mi precipito ugualmente giù per le scale, rischiando di rompermi l'osso del collo magari solo per l'ennesima stupida pubblicità sugli ultimi schermo piatti in offerta.
Mi accosto alla finestra e scosto la tenda: sta per ripartire.
Quando sento il rombo del motore in lontananza, spalanco la porta e mi metto a correre in mezzo al giardino verso la cassetta della posta come un forsennato.
La apro e senza guardarci dentro tiro fuori il contenuto. Poi, il mio occhio addestrato nota qualcosa, una macchia gialla accanto casa mia, in corrispondenza della mia terrazza al secondo piano.
Alzo lo sguardo, la signora Jerkins, l'occhialuta signora Jerkins mi fissa: avrà sentito la mia corsa mortale giù per le scale? infondo le nostre case sono praticamente attaccate.
Ne dubito, anche se mi sembra d'aver capito che la figlia le abbia finalmente procurato un apparecchio acustico dopo che è rimasta chiusa fuori chissà quante volte ( costringendo me a farle compagnia ) poiché la madre non sentiva il campanello suonare.
Agito una mano nella sua direzione, ci aggiungo un sorriso, ma lei continua a fissarmi insistentemente... la cosa inizia a mettermi a disagio.

Il suo gatto inizia a strusciarsi contro le sue gambe e a miagolare, lei lo prende in braccio e spariscono finalmente dentro, attraverso la tenda di perline. Scuoto il capo: quella donna inizia a farmi paura.
Torno sulla mia posta e come avevo previsto ci trovo molti volantini pubblicitari, bollette e quando ormai perdo la speranza una busta tra le altre si distingue: è leggermente più grande delle altre, bianchissima e porta un timbro rosso scarlatto: deglutisco, appartiene a loro.

Mi guardo intorno come se mi aspettassi di trovare qualcuno a spiarmi, forse addirittura mia madre... un sospiro, un po' di coraggio e tiro l'estremità a "V" verso l'alto.
Senza leggere tiro foglio, le mani convulse da spasmi.

" Egregio signor Anderson, con la qui presente la informiamo che gli esami e le annesse prove fisiche sono andate a buon fine, pertanto le sua domanda ha avuto un esito positivo"

Cazzo... CAZZO, CAZZO, CAZZO!

Un dolore inizia a propagarsi nel petto, il cuore minaccia di schizzare fuori.
Non... non posso crederci, mi hanno preso!
La lettera sembra continuare, la dispiego totalmente

"... seguiranno ulteriori informazioni riguardo lo spostamento al campo e in seguito, ad addestramento finito, sulla data della prima partenza."

Dovrò spostarmi al campo di addestramento dove ci prepareremo ulteriormente a quello che sarà là fuori, quello che ci aspetta.
Le mie dita scorrono su quelle parole, "la data della prima partenza"...
Sapevo a cosa stavo andando incontro, sapevo che c'era questo ad aspettarmi ( lo spostamento e ovviamente una volta pronto la prima missione ) qualora l'esito fosse stato positivo: allora perché sono tanto sconvolto? perché sento questo peso sul cuore?
Senza preavviso il viso di Ayden invade la mia mente, cancellando ogni immagine di campi di addestramento e divise militari.
Perché, perché è il suo viso a comparirmi e non quello di mia madre? dei miei genitori?
Sono un pessimo figlio, perché il mio pensiero non và a loro ma ad una ragazza dal cuore spezzato a cui sto accanto continuamente e di cui non riesco a fare a meno: è come un talismano per me, mi calma e fa ridimensionare ogni mio pensiero, preoccupazione... vorrei averla accanto, in ogni momento.

Say yes to meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora