Weid
<< E per oggi è tutto >>
annuncia il mio braccio destro.
Guardandolo automaticamente mi viene da pensare al suo sosia che ho lasciato a casa, non solo per l'aspetto, ma anche per il ruolo che ricoprono: a differenza che il primo ormai ha preso il mio posto a causa della mia partenza, il secondo è il mio semplice assistente.
Si differenziano anche per il carattere: James è testardo, permaloso e se doveva mandarmi a fanculo lo faceva senza timore ( forse era solo perché avevamo una certa confidenza ) mentre Daniel è accomodante, sembra quasi sia capace di chiedermi scusa anche se sono stato io a sbagliare. E' timido ed educato, associo questo suo comportamento al fatto che sia fresco di laurea ( è stato solo tre anni fa ) ed è da poco entrato nel mondo del lavoro. Ammiro la sua purezza, quasi ingenuità, è una qualità inesistente ormai in questo campo, ma proprio per questo più il là dovrò portarlo a svegliarsi o quantomeno a nascondere questo suo lato morbido o se lo mangeranno vivo.
Ma finché è un uomo e sa fare il suo lavoro a ma va bene, va più che bene.
Sono i requisiti che ho richiesto non appena mi sono trasferito qui riguardo al mio assistente: doveva essere assolutamente un uomo ( era una mia prerogativa: per un periodo questo mio desiderio ha messo in secondo piano anche la formazione dell'interessato, quasi non mi importava. Tutto purché non fosse una donna ) Ero così impuntato ad evitare le donne come la peste che non m'interessava se avessero assunto un'idiota.
Chi era stato incaricato ad assolvere queste mie richieste mi aveva rivolto delle occhiate strane, oblique, chiedendomi il perché di questo mio desiderio così diverso da quello dei miei predecessori che avevano chiesto espressamente delle donne.
Già me li figuravo in mente: uomini tristi ( i quali avevano a cuore più il benessere del loro cazzo che quello dell'azienda ) con un matrimonio fallito alle spalle che non avevano tempo materiale per cercare/avere un amante fuori dal posto di lavoro e che quindi pensavano di conciliare le due cose.La domanda mi aveva un po' infastidito e punto nel vivo e con una cortesia maggiore di quanto pensavo fossi capace, ho semplicemente fatto presente che mi trovavo più a mio agio a lavorare con persone del mio stesso sesso, come nel mio ultimo posto di lavoro ( dove la mia squadra era composta unicamente da uomini ).
Altro motivo che ho dato è che volevo evitare inutili drammi in ufficio: si sa che le relazioni sul luogo di lavoro e tra colleghi non portano mai niente di buono. Ed è tutto vero, sono convinto di quello che ho detto, ma il mio principale motivo era che volevo assolutamente evitare qualsiasi contatto prolungato con una donna.<< Signor Weid! >>
Daniel richiama la mia attenzione mentre le altre venti persone che fino a qualche minuto fa sedevano al lungo tavolo in vetro, adesso si accingono a recuperare le loro scartoffie riguardo la riunione e a lasciare l'ufficio.
Nel sentire come il signor Hames si è rivolto a me, un sorriso increspa le mia labbra. Senz'altro è un grande traguardo: i primi giorni si rivolgeva a me con appellativi come "capo" o "signore" e ogni volta lo riprendevo gentilmente, ricordandogli che non eravamo più nel diciannovesimo secolo.
Lui rispondeva che si sentiva a disagio e non sapeva in che altro modo rivolgersi a me, così gli ho suggerito "Signor Weid" anche se questa volta ero io a sentirmi leggermente a disagio: mi faceva sentire come se "possedessi" questi uomini e la cosa non mi piaceva affatto.
Alla fine loro sono dei miei dipendenti e io semplicemente coordino e supervisiono il loro lavoro.
E se penso che James non si è mai fatto questi problemi perché sin dal primo giorno mi ha chiamato coglione ( o con nomignoli altrettanto carini) il sorriso sul mio volto si allarga ancor di più.
Ma anche questa volta era dovuto al livello di confidenza che avevamo: abbiamo frequentato insieme la facoltà di legge ( si, nonostante abbia poi aperto il bar con Matt ho dovuto farlo come rete di sicurezza e provvidenza per il futuro, poiché sapevo che prima o poi l'azienda di mio padre non sarebbe di certo andata in mano ad un'estraneo ) e una volta laureati, quando ormai mi era chiaro che non avevo altra scelta se non prendere in mano le redini dell'azienda, quando mio padre mi ha chiesto se avessi in mente qualcuno qualificato che potesse far parte della mia squadra, il suo nome mi è venuto automaticamente in mente. Perché nonostante fosse un coglione all'università si era dimostrato tutt'altro: era piuttosto intelligente, lo eravamo entrambi, gli unici ad emergere nel nostro corso: facevamo a gara non a chi si scopasse più ragazze ma a chi prendesse voti più alti agli esami e chi perdeva doveva pagare la bevuta ( e conseguente ubriacatura di turno ) per festeggiare la riuscita dell'esame.
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Say yes to me
RomanceSequel di Lasciati amare Sconvolta dalla scoperta di un terribile segreto e dalle sue tragiche conseguenze, Ayden, incapace di stare accanto all'unico uomo che abbia mai amato, mette fine alla loro storia. Weid, erede di una colpa che non gli appart...