21. Can't stop

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Julie

Seduta sul divano sorseggio del vino bianco, stringo il bicchiere facendo roteare il liquido al suo interno mentre lo guardo o, per meglio dire, guardo il suo lato b.

<< Non è giusto >>

mi lamento, come se mi fosse fatta chissà quale ingiustizia, ma per me lo è.

<< cosa tesoro? >>

Il mio cuore perde un battito ogni volta che mi chiama con questi nomignoli: so che è infantile, ma è così.

<< il tuo sedere, è così... rotondo e sodo e non vai nemmeno in palestra! >>

La cosa che mi fa arrabbiare e che trovo tremendamente ingiusta, è che il mio è quasi inesistente nonostante mi alleni tre-quattro volte a settimana

sospira con fare teatrale

<< lo so, la vita è ingiusta >>

ed ha anche un pessimo senso dell'umorismo. Socchiudo gli occhi e medito se tirargli il bicchiere contro.
Mi dà le spalle, è ai fornelli: lui è sempre stato più bravo di me a cucinare.
Nel periodo... quando non stavamo insieme sono andata avanti con cibo in scatola e surgelati per settimane, credevo di morire, sia per la scarsa qualità del cibo, sia per la sua lontananza. Se non fosse stato per Weid ed Ayden saremmo ancora separati, mi si stringe il cuore a pensarci: siamo stati così fortunati. Mi alzo, abbandonando il bicchiere sul tavolo (insieme al mio piano di vendetta) e gli circondo il busto con le braccia. Matt attutisce la foga del mio abbraccio

<< ei >>

abbandona il mestolo, mette le mani sulle mie e si volta. Il modo in cui mi guarda, come se fossi la cosa più preziosa al mondo per lui... non è cambiato dal giorno in cui ci siamo conosciuti.
Mi guarda le labbra, nei suoi occhi c'è una scintilla: in un attimo le sue sono sulle mie.
La sua lingua accarezza la mia, mi assaggia dolcemente come se avesse paura di rompermi. Le sue mani lasciano il mio viso, scendendo lentamente sulla schiena e si fermano sulla curva del sedere. Un gemito di frustrazione lascia le mie labbra, Matt sorride: odio quando fa così.
Mi metto in punta di piedi e mi stringo a lui quanto più possibile, baciandolo con foga e passandogli le mani tra i capelli.
Il mio seno nudo sfrega contro il suo petto attraverso il cotone  della t-shirt.
Un verso gutturale sale dalla sua gola: adesso sono io a sorridere, rivendicando la mia vittoria. Matt approfondisce il bacio, mi divora, come se avesse deciso che non sono poi così fragile. Le sue mani superano finalmente il limite che si era autoimposto e stringono le mie natiche con forza. Si stacca da me, seguo le sue labbra e per poco non gliele stacco a morsi per la frustrazione.

<< tu te ne lamenti...>>

Rafforza la presa sul mio sedere, mi mordo le labbra per trattenere un gemito

<<... ma io lo adoro: si adatta perfettamente alle mie mani >>

e si butta nuovamente su di me.
Questa volta le sue mani scendono più giù, mi solleva e in automatico aggancio le gambe intorno alla sua vita. Qualcosa di... duro, molto duro spinge contro il mio sesso. Ormai la cucina è inondata di suoni sconci e bagnati: spero che i Wallers, i nostri vicini, non siano in casa. Matt cammina in avanti e mi deposita sul tavolo: in casi come questo ringrazio la mia pigrizia ( non avevo ancora apparecchiato )
Continuiamo a stuzzicarci finché stanca mi levo la maglietta ( Matt sembra andare in conto circuito: osserva i miei seni miseri e asimmetrici, sbattendo numerose volte le palpebre ) e mi distendo completamente sul tavolo, afferrandolo per la t-shirt e trascinandolo giù con me.

Say yes to meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora