4. I love it and I hate it at the same time

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Weid

<< cazzo!>>

Colpisco il volante cercando di far sbollire la frustrazione che mi assale in questo momento.
Non riesco a capirla, a capire il suo dannato punto di vista: potremmo tornare insieme così facilmente. Mi sembra tutto così facile nella mia mente: basterebbe una sola sillaba e l'accoglierei nuovamente tra le mie braccia, ma evidentemente non è così semplice ai suoi occhi. Ayden aveva risvegliato il mio cuore, riportandolo nuovamente alla vita dopo che era morto insieme a mia madre, ma quelle dannate parole che mi tormentano da quando le ha pronunciate, l'hanno risepolto sotto una coltre di dolore che mi consuma ogni giorno di più.

"Non posso stare con te, la tua sola vista mi fa male in un modo che non avrei mai creduto possibile: mi ricorderebbe ogni giorno quello che ho perso"

E tutto questo per colpa dell'uomo che mi ha dato la vita, che dovrebbe garantirmi la felicità invece che togliermela. Il suo volto, sorridente e felice in modo irritante, invade la mia mente: stringo il volante così forte che le mie nocche diventano bianche come la neve.

Il suono di uno squillo giunge lontano alle mie orecchie. Faccio un respiro profondo e, quando sento di essermi calmato abbastanza, mi permetto di distogliere lo sguardo dalla strada per un solo secondo: il monitor dell'auto si è acceso. Il nome di Matt compare accanto alla stupida emoji di un telefono, il cellulare deve essersi collegato automaticamente.
Accetto la chiamata: ho bisogno di distrarmi. Nessuna parola esce però dalla mia bocca: la rabbia mi divora ancora, tenendomi stretto tra le sue grinfie.

<< Weid? Ci sei? >>

Sospiro, cercando di non riversare il veleno che mi corrode dentro nelle prossime parole che usciranno dalla mia bocca.

<< si >>

un semplice e secco si, che spero non lasci trasparire niente.

<< dove sei? >>

<< in macchina >>

Matt sembra giocare al mio stesso gioco, solo domande secche, semplici: che abbia capito che non sono in me e vuole quindi tenermi buono? Non sarebbe la prima volta comunque: a volte penso che lui mi conosca più di quanto io conosca me stesso. Ma la situazione mi ha già stancato, sono troppo nervoso: voglio chiudere la chiamata prima che me la prenda con lui.

<< Matt, che succede? >>

<< io... volevo parlarti: dove sei? >>

conto fino a dieci prima di rispondere

<< stavo per tornare a casa >>

<< sono al locale, potresti passare? >>

Dannazione: l'ho superato diversi minuti fa. Sbuffo

<< va bene, arrivo subito >>

e riattacco senza aggiungere altro, mentre faccio retromarcia per tornare indietro...

***

Entro nel parcheggio e la sola vista rievoca in me ricordi agrodolci, una fitta mi stringe il cuore. Raggiungo il retro dove so per certo di trovare Matt. La sua presenza qui a quest'ora può significare solo una cosa: deve essere il giorno di consegna della merce, infatti lo trovo accanto a un uomo mentre firma qualcosa su una cartella, degli scatoloni ai suoi piedi. Lo raggiungo.

L'uomo si allontana, salendo poi sul camion e solo allora Matt si accorge della mia presenza.

<< Weid, sei arrivato prima del previsto: dov'eri esattamente? Pensavo fossi lontano da qui >>

Say yes to meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora