47. Hold the line, love isn't always on time

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Trent

<< Anderson, cos'è quel cazzo di sorrisetto stampato in faccia con cui te ne vai in giro da qualche giorno? >>

Le luci della palestra si oscurano per un attimo quando Street mi occupa la visuale mentre mi spotta sulla panca piana: la cosa una volta mi avrebbe fatto incazzare da morire, ma non oggi, non da quando...

Se è possibile sento il sorriso allargarsi di più sul mio viso, fino a farmi male le guance.
Lui è ancora lì, in tutta la sua altezza e stazza. Torreggia su di me, fissandomi.

<< cristo Anderson, sembri uno psicopatico: levati quel sorrisetto del cazzo o ti lascio cadere in faccia il bilanciere... >>

do un'occhiata veloce all'oggetto in questione, i pesi più l'asta: direi che si aggiri intorno ai settanta chili. Beh, morirei sicuramente, schiacciato ma felice.
Finisco la mia serie e mi alzo, la mia espressione immutata.
Street sembra ancora più infastidito, lo noto dalla sua espressione ma soprattutto da un'altro piccolo particolare: contrae la spalla e la carica, contro di me.
Istintivamente contraggo i muscoli anch'io e serro gli occhi, pronto ad essere sbalzato dalla parte opposta della sala pesi, ma... non accade, con grande disappunto del mio collega: arretro solo di qualche passo.
Spalanco gli occhi e Street insieme a me.

<< cazzo Anderson, ti nutri solo di steroidi? fossi stato un palo della luce come qualche mese fa... >>

<< lo so, sarei già culo a terra dalla parte opposta della sala... >>

sorride e ammicca. Palo della luce: è questo il soprannome che lui e gli altri nostri compagni d'accademia mi avevano affibbiato, poiché rispetto a loro la mia massa muscolare era decisamente minore.
Ammetto che il fisico alla The rock di Street non si avvicini minimamente al mio, ma addirittura definirmi palo della luce...
Tuttavia devo ringraziare la preparazione che mi è servita per entrare nell'esercito per il mio fisico attuale.

Qualche metro più in là Anthony mi saluta, un cenno del capo e quel costante sorriso sul viso, quello che adesso mi accorgo di avere anche io. E' sposato da qualche anno con il suo primo amore del liceo ed è diventato padre da poco: mi sono sempre chiesto il motivo della sua felicità, sarà questo? l'amore? la famiglia? guardo i miei altri compagni: che io sappia nessun'altro di loro è in una relazione stabile al momento.
Il mio sguardo ricade nuovamente su Anthony, i suoi occhi segnati da occhiaie, il viso stanco ( il bambino non lo starà facendo dormire probabilmente) ma pur sempre felice.
Rivedo tanto la mia espressione in lui, mi chiedo se un giorno anch'io ed Ayden avremo... scuoto il capo: lo sto facendo di nuovo, sto correndo troppo con l'immaginazione.
Ma non posso farne a meno, vorrei gridarlo al mondo intero, dire a tutti quanto cazzo sono felice e perché, probabilmente mi prenderebbero per pazzo ma non m'importa. Mentre faccio delle alzate laterali mi guardo allo specchio: cazzo, sembro un ragazzino. Temo che i denti mi si spezzeranno a furia di sorridere.

Impreco, qualcosa mi fa perdere l'equilibrio. Poggio i pesi i pesi e mi prendo il collo: non ci credo, Street mi ha colpito

<< sei impazzito? >>

mi volto a fronteggiarlo

<< no, tu lo sei. Il tuo sorrisino del cazzo inizia a darmi sui nervi >>

<< no, tu inizi a darmi sui nervi >>

lo pungolo con un dito e, montagna umana qual è non si smuove nemmeno di un millimetro, anzi, mi viene incontro, con l'intenzione di intimorirmi. Faccio altrettanto.

Say yes to meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora