2. Nightmare

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Ayden

Raggiungo la cucina affamata, apro il frigo e con rabbia guardo il suo interno vuoto. Più lo fisso e più mi sembra di rivederci il mio cuore: vuoto, asettico, freddo. Sbuffo richiudendolo per poi prendere solo un caffè per colazione, visto che non sembra esserci nient'altro in casa. Non ho molta voglia di uscire, ma qualcuno dovrà pur fare la spesa, no? In questo modo mio zio finalmente mi darà un po' di tregua.

" Ayden, non fai che stare chiusa in casa da..."

e si ferma sempre, non completa mai la frase, temendo forse di risvegliare in me quel dolore che da qualche tempo sembro aver placato.

" dovresti uscire di più"

continua poi con finto disinteresse, come se volesse ad ogni costo evitare di ricordarmi il motivo per il quale mi ero rinchiusa dentro. Quindi uscirò per fare la spesa ma sarà comunque uscire: due piccioni con una fava, giusto?

Scendo correndo le scale e mi ritrovo a chiedermi il perché visto che inizierò a lavorare solo stasera, come sempre. Forza d'abitudine probabilmente, ma il mio corpo non sembra aver recepito il messaggio visto che mi fiondo in cucina a recuperare il cappotto. Mio zio seduto al tavolo sorseggia una fumante tazza di caffè mentre legge il giornale e, notando il mio stato di iperattività, sembra farsi la stessa domanda.

<< tesoro, dove vai così di fretta? >>

<< a fare la spesa: non so se te ne sei accorto ma la dispensa è praticamente vuota >>

<< oh...>>

<< sono stato molto occupato con il lavoro recentemente...>> aggiunge poi, come a volersi giustificare

Lo so, ma di questo sono grata perché in questo modo non hai dovuto assistere allo sfogo del mio dolore.

<< e beh tu...>>

E ancora una volta non termina la frase, fissandomi per qualche secondo sconcertato, come se stesse per dire qualcosa di troppo: è come se temesse che quelle parole in più potessero mandarmi in pezzi come una costosa bambola di ceramica da collezione.

Si schiarisce la voce e torna a leggere il giornale...aspetta, il giornale? Mio zio non è da tipo da giornale. Nonostante tutto quello che è accaduto recentemente, cerco di scavare nella memoria e in effetti alla mente risalgono come dei flashback di diversi giornali abbandonati sul tavolo dopo un attenta lettura. Quindi da qualche tempo ha iniziato a leggerlo, ma perché? prima non lo faceva mai: è più un tipo da telegiornale. Lo studia avidamente, come se cercasse qualcosa per lui di vitale importanza. Mi avvicino lentamente alle sue spalle ma quando lui se ne accorge lo chiude di scatto, come se non volesse che io vedessi cosa stesse leggendo.

<< allora io vado >> annuncio mentre recupero le chiavi

<< Sei sicura? >>

Sembra preoccupato, lo guardo con fare interrogativo

<< se sono sicura di voler andare a fare la spesa? Beh, non è che abbia molta scelta d'altronde... >>

<< voglio dire, insomma...se te la senti >>

Ecco, ci risiamo: odio quando mi tratta così, è come se fossi tornata bambina.

Sospiro impercettibilmente: non voglio sembrare un'ingrata, in fondo si sta solo preoccupando per me.

<< certo >>

<< allora... ci vediamo dopo >>

annuisco mentre imbocco il corridoio

Say yes to meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora