32. Need you now

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Dopo aver pagato lascio a passo svelto il supermercato, l'aria fresca mattutina m'investe facendomi rinsavire un po'. Penso a dove posso fare il test, sicuramente non a casa: è troppo lontana e voglio avere subito una risposta.
Poi in lontananza scorgo un bar aperto: prenderò un caffè e lo farò lì.

Attraverso le strisce pedonali e raggiungo l'altro lato della strada, qualche altro passo ancora e mi ritrovo di fronte l'entrata: un cartello in legno ha inciso sopra quello che dovrebbe essere il nome del bar:

Reggie's cafe

Faccio un respiro profondo ed entro: non appena apro la porta il familiare campanello suona, mi richiudo la porta alle spalle e qualcuno dal bancone si volta a guardare nella mia direzione: è un uomo dalla pancia prominente, viso paffuto, pelato con baffi alla francese che gli conferiscono un'aria buffa.

<< buongiorno >>

dice per poi tornare al suo lavoro: indossa un grembiule nero e si destreggia abilmente tra la macchina del caffè e i clienti seduti sugli sgabelli di fronte a lui. Mi imbambolo per un po' a guardarlo, o meglio ad osservare la sua bravura: se non fosse stato così in là con l'età la sua manualità avrebbe fatto comodo a Matt. Mentre prepara altri caffè mi guarda nuovamente

<< allora, vuole sedersi o rimarrà tutta la mattinata lì a fissarmi e ad ostruire il passaggio agli altri clienti? >>

sorride, distolgo lo sguardo e arrossisco. Qualcuno, entrando, mi dà una spallata

<< c-certo >> borbotto sottovoce

Faccio qualche passo avanti e mi guardo intorno, spaesata.

<< Helen, fai accomodare la ragazza >>

dice l'uomo a nessuno in particolare, qualche secondo dopo dal nulla compare una ragazza: è alta, capelli color caramello raccolti in delle trecce che arrivano poco più giù delle spalle. Pelle chiara, occhi azzurri e una spruzzata di lentiggini su naso e guance. Mi guarda e sorride.

<< buongiorno, sono Helen. Da questa parte, c'è un tavolo libero in fondo >>

La seguo attraverso la sala e mi fa accomodare in un posto accanto alla finestra, mi porge un menù in cuoio marrone, lo apro: le pagine sono plastificate e gialle invecchiate, come a voler simulare una pergamena. In un elegante corsivo sono elencati poi tutti i piatti che offrono.

<< quando sei pronta io sono qui in giro... >>

mi sorride e fa per allontanarsi per occuparsi degli altri tavoli. Fingo di consultare il menù mentre so già cosa ordinerò

<< non c'è ne bisogno >> irrompo, alzando gli occhi dal menù poco prima che se ne vada

<< v-va bene >> è confusa << cosa prendi? >>

Ha un grembiule bordeaux con una tasca sul davanti dalla quale ne estrae un block notes con penna

<< un caffè >>

appunta

<< e? >>

e cosa?

aggrotta un sopracciglio << solo un caffè? >>

<< si >> confermo

Il caffè è l'unica cosa che richiede il minor tempo nel consumarlo e io ho una fottutissima fretta nel fare quello che devo fare

<< sicura? non per essere scortese ma non hai un bell'aspetto... Hai fatto colazione stamattina? >>

si, ma poi l'ho rigettata. In effetti adesso che me l'ha fatto notare inizio a sentire un po' di fame

Say yes to meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora