Capitolo 8

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Dafne aveva lo sguardo fisso sul soffitto della sua stanza, era un po' seccata che il padre l'avesse ammonita duramente quando uscirono dalla palestra, era tutta la vita che gli veniva detto di trattenere il suo quirk ed era stufa. Voleva essere libera di essere se stessa senza dover per forza reprimere quello che aveva dentro, era estenuante dover soffocare una parte di sé, mantenere il controllo in ogni circostanza.

Per questo a volte si isolava nel bosco del cortile dove riusciva a meditare, lì poteva isolarsi e connettersi con l'energia intorno senza vincoli. Era sempre stato il suo modo per rilassarsi e in qualche modo placare quel fremito che sentiva dentro. Quel giorno aveva optato per la palestra visto che pioveva ma ci aveva trovato quel Katsuki.

Vederlo in altra veste la disturbava meno ma era pur sempre un eroe esaltato. Era davvero indisponente, rumoroso, arrogante eppure ne era dannatamente attratta. Quando lui posava i suoi occhi rubino su di lei sentiva ogni volta un brivido. Scontrandosi con lui poi si era sentita libera e appagata, aveva percepito che con lui poteva osare e non si era sentita condizionata. Giudicata.

Era stato interessante combattere contro di lui, inizialmente era stato un po' un modo per testare le sue abilità e prendersi gioco di quell'Hero, poi però si era trasformato in un vero scambio di forza.

La percezione di lui si era rivelata esatta: era forte, determinato e aveva un ottimo controllo del suo quirk. Era pienamente fiducioso nelle sue potenzialità e anche se il suo ego rasentava l'esaltazione più pura, era un avversario da non sottovalutare. Non era un gradasso senza cervello era semplicemente sicuro di sé e poi era.....bello!

L'ultimo pensiero la fece vergognare di se stessa e si nascose il viso con il cuscino, che cavolo pensava! Sembrava un'adolescente imbranata alla sua prima cotta. A quasi vent'anni si faceva ridurre così da due occhi e... un corpo muscoloso. Era meglio uscire dalla stanza, due passi le avrebbero schiarito le idee.

Incrociò proprio lui, camminava in corridoio con quella sua postura incurvata di uno assorto nei propri pensieri. La vide con la coda dell'occhio e la scrutò con quegli occhi, Dafne accennò un sorriso un po'imbarazzato ma fece sparire quell'emozione così come era arrivata

"Dovremmo riprovarci per vedere chi dei due atterra l'altro non trovi?"

"Non pensi di essere troppo esaltata se pensi di poter battere un Hero novellina?"

"Ti ho fatto sudare mi pare"

"Piuttosto che razza di trucco era quello, prima che Aizawa ci fermasse?"

"Non so a cosa ti riferisci!"

Aveva risposto con aria vaga guardando da un'altra parte e quell'atteggiamento infastidì Katsuki, le si avvicinò torreggiando su di lei e tra i denti disse

"Pensi che sia un idiota, cavalletta! A te piace prendere per il cazzo la gente con quell'aria di superiorità che ti ritrovi. Non sei mica speciale."

Dafne fu presa alla sprovvista ma non si scompose, in un attimo tornò l'ostilità verso di lui

"Tu invece non sai davvero parlare alle persone a quanto pare! Sai solo sbraitare quando non ti piace qualcosa."

Sostenne il suo sguardo con fermezza, in quel momento avrebbe davvero voluto dargli un pugno in faccia, si trattenne a fatica. Era davvero impossibile quel tipo!


Katsuki si mosse verso di lei in un impeto improvviso, aveva la sensazione che lei nascondesse qualcosa e lo mandava in ebollizione. Odiava essere preso in giro, quel suo sorrisetto di sfida non lo sopportava. sempre la risposta pronta e non si lasciava intimidire, anzi quando usciva fuori il suo lato più esplosivo lei si faceva più ostinata e non si piegava. Eppure lo intrigava e questo lo faceva incazzare ancora di più.

Standogli così vicino si ritrovò a guardarla attentamente, con interesse. Ne seguì i contorni del viso: le sopracciglia aggrottate erano ben delineate, una ciocca di capelli le ricadeva sulla fronte tra i due occhi ardenti, il naso piccolo si muoveva perché respirava in modo seccato, la bocca leggermente dischiusa era color lampone. I suoi occhi scesero ancora, sulla linea delicata del collo, sulle spalle toniche, sul petto di cui percepì il movimento di inspirazione ed espirazione, un respiro corto di una che era in preda alla rabbia, dalla scollatura della maglietta che portava si intravedeva l'incavo del seno e notò l'accenno di una cicatrice, sembrava di una bruciatura. Tornò sui suoi occhi che lo fissavano ancora, lui però aveva memorizzato ogni centimetro di quella vista. Lei si girò di scatto e quel movimento fece vibrare l'aria intorno e mosse il suo odore. Katsuki fu investito dal suo profumo che gli entrò nelle narici in modo prepotente, una dolce ed intensa fragranza, un odore burroso e inebriante di....frangipane, quel fiore a forma di stella che viene usato per le corone di benvenuto nei luoghi esotici. Quel profumo si impresse nel suo sistema olfattivo, evocava sensualità e ne rimase stordito.


Troppo vicino, è troppo vicino!

Dafne rimase quasi pietrificata quando lui si avvicinò, l'aveva presa di nuovo alla sprovvista. Si era accorta che l'aveva squadrata per un attimo. Aveva seguito la traiettoria di quegli occhi e le era parsa un'occhiata piacevole, un'insolita sensazione di calore la invase. Gli occhi scesero più giù, sul seno cavolo, la cicatrice!.

L'aveva sicuramente notata, non voleva abbassare lo sguardo né indietreggiare. Poteva quasi sentire il suo respiro caldo solleticarle il viso, un respiro lento e profondo, lei invece si stava agitando, quella vicinanza la confondeva, sentiva il corpo in ebollizione. Doveva andare via, si girò di scatto per spezzare quell'atmosfera tra loro e tornò nella sua stanza con passo deciso. Perché quel Katsuki la disorientava in quel modo?

Si era sentiva un fuoco sulla faccia quando lui gli era stato vicino e la faceva arrabbiare perché la rendeva ridicola, debole. Aveva avuto una vita all'insegna della disciplina e allora perché quelle sensazioni non riusciva a controllarle? Lui la mandava in confusione e lo odiava per questo. Ma non riusciva a non pensarci.











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