Capitolo 42

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Entrati in bagno lei si divincolò e scivolò da quella posizione. Spostò Katsuki usando il quirk, altrimenti non sarebbe mai riuscita a muoverlo di un millimetro, e lo fece entrare nella doccia spalmandolo contro il muro.

Aprì l'acqua e il getto freddo ebbe l'effetto di disorientarlo. Entrò anche lei nella doccia e gli saltò addosso incontrollata. Lo baciò con slancio impetuoso da togliergli il respiro. L'acqua intanto era diventata calda e scaldò ancora di più i loro corpi. Con un movimento repentino Dafne si staccò dalle labbra di Katsuki e si inginocchiò davanti a lui. La sue erezione era perfetta e la baciò. Il suo interesse in quel momento era solo lì in quel punto, sentiva i gemiti di Katsuki che non si aspettava di diventare la preda in un attimo e aveva inarcato la schiena per spingere il bacino più verso di lei. Verso la sua bocca.

Dafne si gustò quella parte di Katsuki e la leccò senza pudore. Su e giù, in tutta la lunghezza soffermandosi sulla punta con più attenzione.

Lei voleva che godessero entrambi di quel momento.

Tornò verso il suo viso passando lingua e mani su quel corpo.

"Che cosa mi stai facendo cavalletta?"

"Pensavi che fossi tu il vincitore eh Katsuki! Lo sai che non ti faccio vincere facilmente se non ho un motivo"

Gli succhiò le labbra e gli soffocò un nuovo gemito di piacere.

Lui provò a toccarla ma lei prontamente gli bloccò i polsi.

"Non puoi toccare Katsuki. Solo io."

Vide il ghigno che si stampò sul volto di lui e riprese a baciarlo, leccarlo e toccarlo ovunque.


Katsuki era su un altro pianeta. Non aveva mai sperimentato né provato tutto quello che stava accadendo. Non aveva mai permesso che venisse toccato in realtà. E mai in quel modo così audace. Dafne era...incredibile in tutto. Si sentiva un burattino nelle sue mani e cazzo gli piaceva da matti!

"Vieni qui".

Aveva chiuso gli occhi un attimo per godersi di più tutti quei baci e carezze. Non si era nemmeno accorto che lei era uscita dalla doccia e aveva messo un asciugamano sulla sedia che avevano in bagno dove poggiavano i vestiti. L'aveva posizionata con lo schienale su una parete.

"Siediti"

"Mi dai anche gli ordini adesso!"

"L'hai appena fatto a quanto vedo"

Lui si era già seduto perché sapeva cosa sarebbe successo e certamente non se lo sarebbe fatto ripetere un'altra volta. Era così eccitato che il suo inguine pulsava da far quasi male. Dafne si adagiò sopra e cominciò a muoversi su di lui con la voglia negli occhi. Lui provò nuovamente a prenderla per i fianchi ma lei gli prese i polsi e li alzò in alto poggiandoli al muro. Lo teneva fermo in quel modo e il suo seno si muoveva a un millimetro dalla sua faccia. Era nella sua stretta e non poteva fare altro che spingere il bacino più verso di lei. Fronte contro fronte si unirono in quel modo così travolgente ed erotico. Non ci volle molto a raggiungere il piacere. Katsuki venne liberandosi i polsi e stringendo Dafne in modo possessivo. Lei stremata dall'amplesso irruente si arrese al suo abbraccio.

Si trasferirono sul letto e si addormentarono con il cuore in gola, contenti. 


Dafne si sentì avvicinare da Katsuki che le mise il braccio intorno alla vita e il viso tra i capelli. Avevano lasciato i vestiti sul pavimento, il bagno in disordine. Non era mai capitato avere la casa così sottosopra e Katsuki non aveva sbraitato per quel caos, aveva solo occhi per lei ed era insaziabile come si accorse un secondo dopo.

"Katsuki mi stai puntando tra le natiche"

"E' colpa tua! Ho ripensato a quello che mi hai fatto in bagno" le rispose con voce ovattata parlando trai i suoi capelli.

Lei si girò di scatto e gli strinse l'erezione, muovendo la mano su e giù. Gli soffiò sulle labbra

"Vuoi che riprenda le redini Katsuki."

Il respiro caldo di Dafne lo fece eccitare di più, la luce della lampada, che avevano lasciato accesa, le permise di vedere distintamente i suoi occhi rubino che avevano brillato.

Il corpo di Katsuki era di nuovo pronto. Un gesto, una parola, un sussurro bastava poco per accenderlo.

E lo sguardo che lei gli rivolgeva alle volte era come specchiarsi. In quegli occhi ametista poi ci vedeva comprensione, complicità. Lei rispettava i suoi silenzi, i suoi spazi, non pretendeva né si aspettava che fosse diverso. Riusciva a cogliere aspetti di sé che a volte nemmeno lui capiva. E poi il suo modo di toccarlo lo mandava in confusione. Un senso di soddisfazione lo avvolgeva come quando si raggiunge la vetta dopo la scalata o si supera il proprio record nella corsa. Dafne era tutto ed essere tra le sue mani era provocante. Lui che doveva primeggiare su tutti con lei non poteva nulla, erano alla pari doveva farsene una ragione. Anche lei era testarda e ostinata e lo travolgeva con il suo modo di fare in cui gli dava l'illusione di essere sottomessa e poi ribaltava la situazione in un attimo interscambiando i ruoli senza problemi. L'amava immensamente e avrebbe trovato il coraggio di confessarglielo a parole, un giorno.

"Non prenderci gusto cavalletta"

Le fu sopra con un movimento repentino, i suoi muscoli in tensione per non schiacciarla con il suo peso. La baciò con avidità, poi con passione, poi con dolcezza inebriato dal tocco di lei che gli artigliò la schiena per sentirlo di più, il torace incollato al suo seno, l'erezione pronta sulla strada del piacere. Ma le poggiò solo la punta per stimolarla, per torturarla come aveva fatto lei in bagno. Si staccò dalla sua bocca per scendere lungo il suo corpo fino al monte di venere e vedere Dafne con gli occhi chiusi e le braccia piegate sulla testa, desiderosa di essere in balia di lui, lo spinse a baciare ogni parte di lei e assaporare infine il suo sesso. Si deliziò del suo sapore, un dolce nettare che gli fece quasi disprezzare i cibi piccanti che aveva sempre preferito. E il suo odore! Anche in quella zona sentiva il profumo di frangipane che lo faceva impazzire. Quando si staccò da quel paradiso si leccò le labbra per non perdersi neanche una goccia del suo umore. Era drogato di Dafne e il suo cervello era entrato in modalità animale focoso. Senza blocchi, senza razionalità. Solo istinto. Le passò le mani suo gni parte del corpo. Come un sarto che sfiora il tessuto per notarne la consistenza e la fluidità, lui lisciava la pelle di Dafne per deliziarsi della sua morbidezza. Steso su di lei le agguantò una coscia, le leccò il collo, i bacini si scontrarono impazienti. Il calore che i loro corpi emanava rendeva tutto così erotico che Katsuki non aveva altro desiderio che diventare una cosa sola con lei.

Le carezze divennero pesanti e caldi passaggi come per fissare la sua impronta. Per fissare su di lei il suo odore, perché lei gli apparteneva. Le mise una mano tra le cosce, il contatto intriso del suo umore fece vibrare il suo membro. Soffiò sul collo di lei in preda all'eccitazione più perversa. Entrò in lei per la terza volta quella sera e il gemito di piacere di Dafne alla sua invadenza lo portò su un altro livello. Non c'erano più dubbi, incertezze, fallimenti, solo lui e lei. Il loro desiderio, il loro amore.

Frangipane e spezieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora