LOTTA Capitolo 50

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Dafne era scattata senza pensare a nulla, mossa solo dall'esigenza di vedere come stesse Katsuki. Appena vide che era ferito in modo abbastanza grave rimase senza fiato, lo raggiunse e si inginocchiò a terra per avvolgerlo tra le sue braccia.

"Scusa ma non potevo stare a guardare. Tu sei la mia vita, capisco come ti senti quando mi vuoi proteggere"

Lo sussurrò al suo orecchio strofinando il volto sulla guancia, gli poggiò delicatamente le labbra sulla vena ingrossata dalla fatica sul lato destro del collo. Avrebbe voluto rimanere in quel modo, ma per proteggerlo avrebbe sconfitto le sue paure. Si staccò controvoglia da lui.

Lo guardò attentamente: un livido sulla tempia, il labbro spaccato, un rivolo di sangue aveva sporcato le sue labbra e si teneva lo stomaco dove una chiazza di sangue si allargava. Cercò di fermare l'emorragia cauterizzando la ferita controllando la fiamma che aveva imparato a domare. Bruciò la pelle di Katsuki quel tanto che serviva per fermare il sangue, fu lei a fare una smorfia di dolore percependo quello che poteva sentire lui anche se non lo dava a vedere. Era stremato ma la sua fierezza era impressa sulla sua faccia sudata e malmenata. Lui non si arrendeva mai. Ed era questo il suo lato che ammirava, voleva tanto fare sua quella caratteristica!

Era davvero l'eroe che aspettava, le era di esempio: le dava la forza di andare oltre i suoi limiti, di fare meglio e non darsi per vinta. Mai.

Sentì la sua energia interiore crepitare sotto i pori della pelle, era pronta a combattere anche se voleva dire infrangere le regole, anche se non avrebbe mantenuto la sua promessa di starsene in disparte.

"Tu salvi il mondo Katsuki, lascia che io salvi almeno la persona che amo. Questa è la mia battaglia!"

Gli accarezzò il viso con tenerezza e gli sorrise per provare a trasmettergli tranquillità, sperando che non vedesse la forzatura di quell'azione. In quel momento lei era un rimestare di rabbia e voglia di distruggere.

Si alzò in piedi, come un soldato sull'attenti guardò torva il dottor Kendo e si mosse risoluta in quella marcia verso il proprio destino.

Il dottor Kendo aveva assistito all'arrivo di Dafne come se avesse davanti un essere incorporeo, quando la vide rivolgersi a lui con occhi furenti applaudì compiaciuto

"Ecco la mia Dafne. Sapevo che ti ci voleva giusto una spintarella"

Anche Aizawa raggiunse il luogo, i polmoni stavano per uscirgli dal petto, l'attrito della gamba artificiale fece pulsare la carne del moncherino sotto al ginocchio. Vedendo le spalle della figlia in composta apertura capì subito le sue intenzioni.

"Si sono riunite le persone più importanti per te. Che intendi fare mia cara?"

Dafne si era allontanata da Katsuki in una posizione in cui lui era fuori portata, gli rivolse un ultimo sguardo muovendo il labiale in un ti amo di commiato e creò una cupola di energia attorno a sé per dividerla da lui, un modo per contenere lo scontro che ci sarebbe stato evitando danni.

Katsuki era rimasto in silenzio alla sua presenza, aveva accettato il suo contatto come un vitaminico anabolizzante. Oltre all'amore, nei suoi occhi aveva notato una scintilla di furiosa determinazione. Provò a fermarla chiamandola con un tono che non era il suo, come se il suo corpo avesse percepito il significato di quella vista. Si rialzò dalla sua patetica posizione e mosse un passo verso di lei. Gli sembrava che le stesse sfuggendo di mano, un'altra volta. Ma fu bloccato da Aizawa che gli arpionò un braccio, stringendo la presa per paura che uno strattone deciso gli avesse permesso di avanzare verso di lei.

"Aspetta Bakugo. Non la fermerai! Fidati di lei!"

"Sono io che devo proteggerla, non il contrario. Che cazzo si è messa in testa?"

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