Capitolo 21

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Katsuki aprì svogliatamente, quando vide Dafne cambiò espressione prima di sorpresa poi di fastidio.

"Che vuoi cavalletta?" con il suo tono odioso e quella voce graffiante chiaro segno per dire non rompere.

"Voglio parlare con te"

"Chi ti fa credere che voglia starti a sentire?"

Fece per richiudere la porta ma Dafne fu più veloce e si intrufolò nella sua stanza.

Il disappunto di Katsuki era visibile in tutto il corpo: accigliato, teso e una mano stretta a pugno. Aveva assunto l'espressione più seccata al mondo. Ma non sbraitò come faceva di solito. La rigidità del suo corpo era dettata sicuramente dal fastidio che lei avesse invaso il suo spazio senza permesso ma era come se stesse creando una distanza tra loro, come fosse dall'altra parte di una vetrata per evitare di essere nello stesso ambiente.

Dafne cambiò approccio, lo aveva sempre sfidato, era anche divertente per la verità, ma quella volta voleva solo fargli capire che di lei poteva fidarsi e che avrebbe rispettato ogni suo pensiero.

Doveva dirgli quello che provava. In quei giorni aveva capito che si sentiva legata a lui, era sicura che anche lui sentiva qualcosa perché quando erano vicini si irrigidiva come per trattenersi e si era accorta di come la guardava. Perché era lo stesso modo in cui lo guardava lei: con la voglia di stargli più vicino e di baciarlo.

Quel suo atteggiamento distaccato era la prova che per qualche sua ragione lui si sentiva responsabile di quello che era successo. In realtà era stato grazie a lui che aveva recuperato tutti i ricordi esperimentato il suo vero potere. Aveva rischiato di fare un disastro, di fare del male agli altri e a se stessa ma lui l'aveva salvata.

"Non è colpa tua Katsuki, non allontanarmi. Io sto bene"


Katsuki le diede le spalle, non voleva guardarla perché ogni volta si perdeva in quegli occhi ametista. Se lo avesse fatto non avrebbe capito più nulla, le emozioni lo avrebbero invaso. Reso debole. Odiava sentirsi in quel modo, così vulnerabile, così dipendente da lei. Si stava sforzando a starle lontano, doveva cercare di spezzare quel filo che sentiva lo legasse a lei. Ma Dafne aveva trovato il capo e lo stava riavvolgendo per avvicinarsi a lui.

Sentì Dafne poggiare la testa sulla sua schiena

"Sto bene davvero! Quando sono con te mi sento al sicuro...Kacchan"

Quel sussurro, quel nome pronunciato dalla sua voce lo fece tremare. Aveva adorato come lo aveva pronunciato, sapeva di rispetto, complicità, intimità.

Il corpo gli dava segnali espliciti, si sentiva attratto da lei ma la ragione lo bloccava. Non poteva farsi guidare dall'istinto, aveva sempre pensato di essere irriducibile, fermo nelle sue convinzioni e indifferente agli impulsi. Insensibile. Ma anche solo la presenza di Dafne lo mandava in confusione.

Era in balia di un conflitto interiore che lo attanagliava. Ne era spaventato. I sentimenti erano per i deboli eppure quando era con lei si sentiva completo, si sentiva euforico, in un modo mai sentito, di certo non un debole.

Dafne si parò davanti a lui, con tono calmo gli chiese

"Cosa ti trattiene?"

Gli prese la mano e intrecciò le dita alle sue come per sancire un'unione tra loro, con l'altra mano gli accarezzò amorevolmente la guancia passandogli il pollice sulle labbra come per dirgli io sono qui davanti a te.

Katsuki rimase rapito dai suoi occhi che riflettevano la sua immagine, di come lei lo vedeva. La scintilla che vi aveva scorto la prima volta che l'aveva incontrata era come se vibrasse quando lo guardava, alimentata di nuova vita, trasparente, implacabile.

"Ascolta il tuo cuore per una volta"

Gli sorrise, accettava il suo silenzio, non voleva forzarlo. Lo rispettava.

Era sicuro che lei avrebbe atteso che lui decidesse cosa fare. Lei si girò per andare via, per dargli il tempo di fare chiarezza in quel marasma che sentiva dentro.

Katsuki era rimasto immobile. Dafne si era avvicinata a lui in punta di piedi, un passo alla volta e lo aveva travolto con i suoi modi di fare. Adorava il suono della sua voce, il modo in cui lo contrastava, la sua risata e il suo profumo. Voleva averla accanto, voleva stringerla, voleva proteggerla.

Si rese conto di essere dannatamente innamorato di lei.

Come una fiamma che tremola scossa dal vento, lui si sentiva quella fiamma quando lei gli era vicino. E andava bene!

La fermò bloccandole un polso, con tono impacciato le disse

"Aspetta...lo sai che... non sono bravo con le parole"

Al diavolo l'orgoglio, al diavolo la sua reputazione da duro, in quel momento il suo corpo, il suo cuore, i suoi sensi reclamavano la vicinanza di Dafne in modo soffocante, la tirò a sé e la imprigionò tra le sue braccia. A quel contatto il cuore sussultò e lei pure. Non era lo stesso abbraccio che le aveva dato tra le fiamme, era la bramosia del suo corpo, il bisogno di fondersi con lei.

Così vicini poteva inebriarsi del suo profumo, quella nota sensuale che sprigionava la sua pelle gli smuoveva ogni fibra del corpo, ogni volta che si erano trovati affiancati ne aveva sempre percepito l'aroma ma adesso poteva drogarsi di quell'odore. Istintivamente mise il viso nell'incavo tra la spalla e il collo di lei, con il naso le carezzò quella porzione di pelle scoperta. Al contatto del suo respiro sentì Dafne fremere. Stava annusando il suo odore come uno squilibrato, ma ne aveva bisogno e immaginò nella sua testa il sapore di Dafne.

Fu una frazione di secondo che nei pantaloni sentì crescere un'erezione prepotente, si ritrasse in tempo per non farla scontrare con il corpo di lei.

Andò nel panico e Dafne si accorse del suo disagio

"Che succede Katsuki?"

"Queste pulsioni... di solito le controllo...ma con te non ci riesco!"

"Non agitarti, respira...Pensi sia un male?"

Il tono di Dafne era pura comprensione, nessun giudizio, nessun rimprovero, solo conforto. Era lì con lui, per lui. Un sostegno per una situazione imbarazzante che non sapeva gestire, a tirarlo fuori da una pozza di fango dove si era impantanato.

Il filo rosso che li legava, lei lo aveva riavvolto tutto in quel momento.

Si riavvicinò a lei, lentamente. In modo impacciato le spostò una ciocca di capelli e la guardò intensamente negli occhi. Il respiro si era fatto più pesante, lei era davanti a lui a distanza ravvicinata e vide le sue labbra rosse chiudersi per emettere un sospiro agitato. Le passò un dito sul lato del volto fino al mento e lei chiuse per un secondo gli occhi per gioire di quel contatto. Le prese il volto tra le mani, con delicatezza, e si decise a baciarla. Appoggiò le sue labbra a quelle di lei in modo meccanico al rallentatore. Il contatto lo mandò fuori controllo, era come se una delle sue esplosioni si fosse manifestata dentro il suo corpo. Il calore e il sapore delle sue labbra lo travolsero, sapevano davvero di lampone come aveva immaginato. Katsuki succhiò quelle labbra in preda alla passione più istintiva, affamato di lei, poi fece guizzare la lingua in cerca di quella di Dafne che non aspettava altro.

Frangipane e spezieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora