CONFRONTO Capitolo 46

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Dafne uscì in fretta, le mancava l'aria, stavano esagerando. Le frustrazioni di entrambi avevano preso il sopravvento davanti alla preoccupazione di dover affrontare un problema che sembrava risolto.

Non voleva dire quelle cose a Katsuki, si era sentita persa, avrebbe dovuto aggrapparsi a lui invece di respingerlo. Era una sciocca!

Non riusciva a fidarsi completamente delle sue emozioni, l'aver vissuto sola per tutta la vita e aver dovuto reprimere i sentimenti avevano creato una corazza che le permetteva di non soffrire ancora di più nei momenti bui. Ma aveva qualcuno al suo fianco con cui dividere il peso delle difficoltà. Lo dimenticava sempre.

Fare due passi le avrebbe fatto bene, ma più tardi sarebbe tornata da Katsuki.

Dopo due isolati si scontrò con qualcuno, era sovrappensiero e non si accorse che nella sua direzione veniva una persona fino a quando non ci andò a sbattere. Alzò lo sguardo e quello che aveva davanti era...il sosia, il gemello, una copia del dottor Kendo. Il suo sguardo la immobilizzò non appena i suoi occhi verde acqua si posarono su di lei. Non appartenevano ad un essere umano, quello era un demone arrivato per seminare morte e quando parlò ne ebbe la conferma. La voce profonda sembrava provenire dalle viscere della terra e le fece provare un brivido di paura.

"Ciao Shion! O meglio Dafne"

Lei non riuscì ad emettere alcun suono, in un attimo la bocca si asciugò e una strana oppressione la invase

"Ti stai chiedendo perché sia qui! Beh quello che hai fatto fuori era un mio clone. Fortuna che quel giorno che hai fatto quel casino a Berna io ero tornato in Giappone. Quando ti ho persa per me è stato un duro colpo e ho dovuto ingegnarmi per trovare una soluzione. Sono riuscito a fare una copia di me eliminando il fattore genetico del mio quirk e lui ha portato avanti gli esperimenti mentre io ero impossibilitato. Ma per anni non siamo riusciti a replicare nulla. Tu sei speciale e averti ritrovata ha permesso di completare la mia opera"

Gli occhi fissi in quelli di lei erano come il pendolo di un incantatore, Dafne avrebbe voluto scaraventarlo lontano, ma non riusciva a muoversi era in trance, ogni muscolo teso, contratto, era immobile.

Lui si mosse verso di lei, più vicino, poteva sentire il profumo della sua acqua di colonia che stordì il suo olfatto. Le sembrò il lezzo del male, trasudava orrore in ogni movimento, lui repentino scivolò dietro di lei e le mise una mano attorno al collo.

Dafne spalancò gli occhi e il terrore la invase.

Muoviti!

Perché non riusciva a fare nulla? Le bastava un movimento per disintegrarlo ma dentro di lei si sentiva svuotata, debole, stanca, quella discussione con Katsuki l'aveva messa a dura prova e la paura che aveva in quel momento le fece percepire la possibilità che poteva morire per mano di quel folle.

Lui si avvicinò all'orecchio e le sussurrò

"Voglio il tuo potere Dafne, se accetti di tua spontanea volontà andrà tutto bene in caso contrario ti costringerò. Distruggerò tutto ciò che hai"

Le leccò il collo come un predatore che assapora la sua preda prima di affondare i denti nella carne, quel contatto la disgustò: la lingua come carta vetrata le diede fastidio sulla pelle e la sensazione di umido che le lasciò era la viscida scia di una vipera.

"Il mio quirk assorbe l'energia ma il mio corpo non riusciva a trattenerla e ne veniva attaccato. Tu riesci a manipolare l'energia intorno e ho visto in te la soluzione ai miei problemi. Potenziando il tuo quirk e usando il tuo sangue sono riuscito a stabilizzare la mia condizione. Quelle persone che ho lasciato in giro sono servite per provare il siero creato e rimettermi in sesto. Grazie a te il mio corpo adesso può mantenere l'energia assorbita, mi rende più forte".

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