SCOPERTA Capitolo 35

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L'aggancio che Katsuki riuscì ad avere fu grazie al disegno di Dafne. Lo ricordava perfettamente per tutte le volte che lo aveva osservato e ne aveva seguito i contorni con le dita. Non era un semplice disegno, era stato impresso nella carne e le linee erano in leggero rilievo sulla pelle. Era un vero e proprio marchio! Quando lo aveva toccato la prima volta ne fu scosso, era stata la prova degli esperimenti che Dafne aveva subito. L'unica perché stranamente il suo corpo non aveva altre cicatrici o segni. A parte la bruciatura sul petto. Poteva solo immaginare a quali torture era stata sottoposta e al solo pensiero che le avrebbero fatto ancora del male gli venne la nausea e un terrore incontrollato lo avvolse.

L'assenza di Dafne lo stava logorando. Erano passati cinque mesi.

La sera prima aveva avuto un crollo davanti a Kirishima, l'ennesima pista percorsa che non portò a niente prima lo fece arrabbiare, con un pugno sbattuto sul tavolo del suo ufficio lo fece esplodere poi la rabbia lasciò il posto alla disperazione e gli occhi si riempirono di lacrime. Il pensiero che Dafne potesse essere morta si fece largo di prepotenza nella sua mente.

Ecco perché non troviamo nulla!

Il cuore si strinse in una morsa come se qualcuno glielo stesse strappando dal petto e gli mancò il respiro. Pianse lacrime disperate che mai aveva versato. Kirishima lo sostenne in quel momento difficile e gli tese la mano per non farlo sprofondare in un baratro senza fondo.

Ah dannato Kirishima!

Sempre presente al suo fianco, aveva visto ogni lato di lui. Farsi vedere in quel momento di fragilità non fu altro che la consapevolezza che di lui poteva fidarsi fino in fondo. Cazzo! Le emozioni lo stavano imbrigliando in una morsa e non avere Dafne a placare tutto il frastuono che sentiva dentro era davvero devastante. Mai aveva sentito il bisogno di piangere e non poteva fare a meno di pensare che era solo a causa di Dafne. I suoi sentimenti per lei erano reali.

La sua missione adesso era quella di riportarla da lui.

Un'altra settimana passò e riuscì ad ottenere una soffiata che lo portò in un quartiere a centinaia di chilometri di distanza . Era una notte di luna piena, il ragazzino che gli aveva dato l'indizio gli aveva suggerito di muoversi di notte per non destare sospetti. In un quartiere povero, sporco, che puzzava di marcio ma non di qualcosa andato a male ma il marciume dell'essere umano più putrido e rivoltante. Non sapeva cosa avrebbe visto, cosa poteva scoprire in un buco di merda del genere. Gli eroi in quei posti non erano accolti come salvatori ma come scocciatori, sassolini fastidiosi che venivano anche fatti fuori se pestavano i piedi a quello sbagliato. Katsuki aveva il sentore dell'esistenza di un ambiente così avariato ma poiché non interferiva con la società, gli eroi non potevano nulla. Lì non servivano a niente.

Gli bastava solo un piccolo indizio della conferma che Dafne era ancora viva.

Girato un angolo si trovò davanti la scena di un uomo che strillava spaventato contro una figura che era in ombra. Una corrente d'aria gli attraversò le narici e gli restituì una nota dell'odore di Dafne, il suo sistema andò in tilt. In quel marciume era riuscito a sentire quel profumo, doveva averlo immaginato, la mancanza di Dafne gli stava facendo brutti scherzi.

Quell'uomo fu preso per il colletto da quella figura che era più bassa di lui eppure l'uomo ne era terrorizzato. La mano che lo teneva stretto lo aveva fatto inginocchiare a terra. Katsuki ebbe un sussulto, gli era parso di vedere una scia azzurro-violacea attraversare il braccio uscito dall'ombra. Poi la figura si sporse verso quell'uomo e la luce della luna illuminò completamente il suo viso. A Katsuki quasi venne un infarto, riconobbe la linea del naso, delle labbra, i capelli mossi neri con riflessi rossi. Quella figura si accorse della sua presenza e piantò i suoi occhi completamente neri in quelli di Katsuki. Lui vide qualcosa che non gli piaceva: in quegli occhi non c'era più la luce di Dafne ma buio totale, odio e smania di onnipotenza.

Lei scaraventò con forza l'uomo lontano e uscì dall'ombra per intero guardando Katsuki con un ghigno che lo fece gelare.

Che cazzo ti hanno fatto?

Quando lei parlò ogni briciolo di dubbio, paura, speranza si mescolarono: un ammasso informe che gli si piazzò sul cuore. Pesante a stritolarlo. La voce era di Dafne ma tuonò sinistra e raccapricciante

"Toh chi si vede da queste parti? Un eroe! Addirittura il pazzo dinamitardo! Questo non è posto per te"

Katsuki era rimasto immobile, non credeva a quello che aveva davanti, riuscì solo a pronunciare il suo nome con un flebile fiato.

"Se non vuoi problemi ti consiglio di sparire immediatamente"

Dafne si mise in posizione di attacco.

Niente, lei non aveva avuto alcuna reazione guardandolo. Non lo aveva riconosciuto, era un estraneo e il modo in cui lo osservava era segno di disgusto. Lo guardava in modo schifato.

Dio che ti hanno fatto!

Doveva riportarla indietro, riportarla da lui. Avrebbe fatto di tutto anche se significava distruggere l'intera città.


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