OCCHI capitolo 1

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Bakugo Katsuki era in piedi davanti la vetrata del suo ufficio, il turno di lavoro terminava dopo un'ora ma aveva deciso che sarebbe tornato prima a casa, aveva una squadra del reparto amministrativo al comando del suo vecchio mentore Jeanist che si sarebbe occupata delle scartoffie della giornata. Piantato con le gambe leggermente divaricate e le spalle incassate nel petto, fece scricchiolare le dita delle mani per scaricare l'ultimo briciolo di adrenalina in corpo, la stessa che lo muoveva nelle missioni giornaliere.

Aveva cominciato a piovere, piccole gocce d'acqua scivolavano sulla vetrata del finestrone del suo ufficio da cui aveva la visuale di una buona parte della città, alcune come piccole bolle rimanevano attaccate al vetro frastagliando la sua immagine riflessa grazie alla luce soffusa della lampada sulla scrivania alle sue spalle. La pioggia non gli era mai piaciuta, odiava bagnarsi sia perché gli procurava una sensazione di gelido in corpo fastidiosa e poi perché diminuiva la possibilità di usare il suo quirk: sudare era più difficile con l'acqua che impregnava i vestiti e questo lo faceva incazzare non poco. Su quello sfondo umido l'immagine riflessa restituiva quella di un giovane uomo di ventitré anni che era diventato l'eroe Numero Due del Giappone. Il suo fisico si era modellato e rinforzato da anni di allenamenti e battaglie; i capelli biondo cenere erano più corti di quando era un adolescente, irti intesta come un porcospino e rasati dietro fino all'altezza delle orecchie; gli occhi rosso rubino fieri ed intensi avevano abbandonato quello sguardo arrogante all'ennesima potenza che si era portato dietro per tanti anni. Era maturato, non era più un ragazzino bisbetico e borioso, ma non aveva perso la sua indole rabbiosa difronte a quello che non gli andava a genio e ovviamente non aveva nemmeno abbandonato il suo linguaggio colorito alla Bakugo Katsuki.

La sua vita era fatta di razionalità e dedizione al suo ruolo da eroe, dava come sempre il massimo in tutto quello che faceva, il suo obiettivo era quello di portare a termine più missioni possibili e superare il Numero Uno almeno per la quantità degli incarichi ultimati, visto che nei sondaggi di popolarità il nerd era sempre una manciata di voti avanti.

L'interfono che collegava la sala delle chiamate annunciò una segnalazione di un tentato furto in un'abitazione nella giurisdizione della sua agenzia, il sospettato era stato avvistato dai vicini che si aggirava furtivo nel giardino di una casa dove i proprietari erano fuori e avevano dato una descrizione dettagliata dell'uomo: un metro e settanta, felpa nera con cappuccio e scarpe gialle. Rispose scocciato alla segnalazione, merda, doveva occuparsi di un villain idiota che andava girando con scarpe colorate per essere facilmente riconosciuto. Gli avrebbe tardato il rientro a casa, aveva bisogno di una doccia calda, aveva sudato parecchio nel suo costume e adesso sarebbe dovuto uscire con la pioggia che gli avrebbe appiccicato ancora di più la tuta al corpo.

Fortunatamente l'intensità della pioggia ancora non era pesante, dopotutto era una giornata di primavera, era quel piovigginare irritante che non bagna completamente ma ti lascia la sensazione di umidiccio addosso, come se volesse infiltrarsi nei vestiti fin dentro le ossa.

Percorse il lungo corridoio per uscire dall'agenzia e salire sul tetto per muoversi in alto così avrebbe avuto la visuale più ampia ,muovendosi con leggere esplosioni una dopo l'altra.

Intravide il soggetto dopo pochi minuti, se ne andava in giro indisturbato, non si era accorto nemmeno di essere seguito. Le vie erano deserte, era un quartiere poco rumoroso e affollato, quel villain inutile aveva scelto anche una zona dove era facilissimo essere avvistati. Dopo uno svincolo però aveva notato due figure che gli andavano incontro, ignare, sotto un ombrello rosso, forse le avrebbe superate senza problemi, non doveva sentirsi minacciato. Invece appena incrociò quelle persone tolse la mano dalla tasca che trasformò in un coltello.

Katsuki stava per intervenire quando da sotto l'ombrello si spostò una ragazza che si parò davanti a quell'uomo facendo da scudo all'altra persona. La ragazza interagì con il villain e, anche se Katsuki era fermo sul palazzo difronte e non poteva sentire la conversazione trai due, pensò sicuramente ad un tentativo di evitare la rapina ma l'uomo le si scagliò contro trasformando anche l'altro braccio in una lama.

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