Capitolo 14

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Katsuki aveva visto Dafne uscire dalla sua stanza in modo rumoroso, senza degnarlo di uno sguardo. Era mezz'ora che l'aspettava in palestra e lei nemmeno si era accorta di lui. L'aveva piantato come un idiota e non poteva accettarlo. Era andato da lei per insultarla. Ma le era sembrata turbata. Dopo essere rimasto come un ebete nel salone per due minuti ad arrovellarsi il cervello del perché era in quello stato, le andò dietro.

Si diresse verso il bosco del campus come se le gambe si muovessero da sole ma era sicuro che l'avrebbe trovata lì, gli aveva detto che era il posto in cui si isolava per scaricarsi a volte.

Mentre si avvicinava percepì una strana forza, poi la vide al centro di una radura avvolta dal suo quirk, eseguiva quella serie di mosse di arti marziali che le aveva visto fare varie volte ma ad ogni movimento dava vita ad una manifestazione del suo quirk.

Fece un passo avanti ma andò a sbattere contro un muro invisibile, carezzò l'aria davanti a sé e percepì una sorta di barriera.

Dafne era dotata di un quirk unico e unico era il modo in cui lo utilizzava, era come se creasse uno spettacolo con l'energia, come se ci giocasse, sembrava magia. Era assurdo. In quel momento lei era sorridente e vederla felice lo rese felice a sua volta.

Pensò al modo in cui lo faceva sentire: quando era con lei provava una forte emozione, quei momenti a chiacchierare dopo gli allenamenti erano diventati una routine alla quale non voleva rinunciare, l'avvicinavano un passo alla volta a lei. Se pensava a quella volta che l'aveva tenuta tra le braccia si sentiva bollire e percepire il suo profumo, ogni volta che le era vicino, muoveva in lui una smania di averla ancora più vicina.

Era come una calamita a cui non riusciva a resistere, non ne era infastidito ma era confuso perché non sapeva gestire i sentimenti che provava.

Dafne si accorse di lui e sostenne il suo sguardo. Si guardarono per un attimo in cui sembrò che il tempo si fosse fermato, lui si perse nei suoi occhi azzurro-violacei che a poco a poco tornarono del loro colore naturale. Quegli occhi lo avvolgevano e gli facevano deporre la sua corazza da bullo perennemente incazzato con il mondo.

La barriera che li separava svanì e l'energia che si sentiva nell'aria si dissolse.

Dafne gli fece il più bello dei sorrisi come a presentarsi di nuovo e a volergli dire

'Ecco questa sono io!'.

Il cuore di Katsuki perse un battito, quel sorriso su quel volto lo rese la persona più fortunata al mondo e capì che non avrebbe voluto perdersene altri.

Non riuscendo a sostenere troppo il suo sguardo perché si sentiva senza difese, fu il primo a parlare .

"Non pensavo di trovarti ad allenarti senza di me cavalletta!"

"Avevo bisogno di stare sola e provare delle cose, maestro!"

Lei lo guardò divertita rimarcando l'ultima parola.

"Non prenderti gioco di me, non lo sopporto"

"Sei sempre così teso Katsuki, non ti rilassi mai?"

A quella provocazione lui le andò incontro con fare di sfida.

"Parli tu che hai sempre questo atteggiamento"

"Per questo ero qui, dovevo allentare la tensione. Penso di esserci riuscita e ho superato i miei limiti, come dite voi eroi? PLUSULTRA!" e sorrise alzando un braccio in aria.

"Per te è sempre tutto così divertente?"

Katsuki si infastidì per come lei aveva ridicolizzato quel motto.

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