DISTRUZIONE capitolo 18

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Dafne è la figlia di Aizawa! Come diavolo era possibile? Quando era successo?

Katsuki non aveva capito nulla, l'unico pensiero plausibile non gli era proprio balenato in testa. Aveva frainteso accecato da una rabbia furiosa.

Era riuscito con un momento a stravolgere ogni cosa e aveva fatto incavolare Dafne. Il modo in cui lo aveva guardato stavolta fece davvero male, le aveva letto la delusione nei suoi confronti.

Il suo sguardo era una richiesta di fiducia ma lui in quel momento ci vedeva solo la cosa che lo aveva fatto sentire inadeguato, un perfetto idiota. Era un calderone di emozioni che si erano amalgamate e non riusciva a gestirle. Per un secondo aveva odiato il modo in cui si era sentito.

Ma soprattutto era sicuro di averla offesa in un modo che non meritava, si era fatto guidare dalla sua solita maledetta rabbia davanti a qualcosa che non gli piaceva e si sentì una merda.

Era fottutamente incapace di gestire le sue emozioni. Era troppo spaventato per quello che sentiva per lei perché non si addiceva a Bakugo Katsuki e aveva reagito nel modo peggiore possibile, accusandola di essere una poco di buono.

Voleva sistemare le cose ma era sicuro che con lei le sole scuse non sarebbero bastate.

Si evitarono per giorni come due forze opposte. Dafne era davvero arrabbiata glielo si leggeva negli occhi, cambiava espressione anche solo incrociandolo nei corridoi.

Lui invece stava sperimentando una cosa nuova: sentiva la sua mancanza.

Gli mancavano i loro allenamenti, la sua risata, addirittura il modo in cui lo punzecchiava e la sua capacità di calmarlo con un gesto o una parola.

Come diavolo era successo? Perché si era fatto ridurre in quel modo da una ragazza? Non riusciva ad accettare quel senso di vuoto che stava provando adesso che non l'aveva intorno. I sentimenti erano per le mammolette, lui non poteva farsi trascinare in quelle cazzate. Eppure Dafne lo aveva reso diverso. Lo agitava mentalmente perché pensava a cose a cui mai aveva pensato e gli aveva dato la prova che poteva avere qualcuno con cui poter condividere qualcosa. Aveva sempre pensato che il suo comportamento lo allontanasse dagli altri, anche se aveva smussato qualche angolo del suo carattere crescendo, i bruschi modi che lo caratterizzavano creavano una barriera alle relazioni interpersonali. Lei invece aveva fatto breccia in quella barriera: stranamente sapeva come sbollentare la sua rabbia, come spostare la sua attenzione da qualcosa che non gli andava a genio. E poi sentiva il bisogno di stringerla a sé, averla vista tra le braccia di un altro lo aveva fatto andare fuori di testa perchè voleva avere solo lui quel privilegio. Si era ridotto in un modo che mai avrebbe immaginato. Sentirsi così per una femmina. Cazzo!

Dafne era diversa. Lo aveva odiato, sfidato, urtato. Ma sapeva comprenderlo, sopportarlo e completarlo. Doveva dirle tutto quello che provava oppure soffocare in modo prepotente quelle sensazioni?


Dafne aveva chiesto al padre di potersi allenare da sola nell'area di addestramento del campus, dopo le lezioni. Lì avrebbe avuto modo di non incontrare Katsuki e avrebbe potuto sperimentare in solitaria il suo quirk.

Aveva l'animo in tempesta, era una settimana che evitava Katsuki e il loro ultimo litigio aveva disintegrato tutto il suo autocontrollo e le sue certezze. Ma ne cominciava a sentire la mancanza: quel suo modo di fare così rumoroso, il suo continuo brontolare per ogni minima cosa, la sua voce profonda. Odiava sentirsi in quel modo, non voleva dipendere da qualcuno, era sicura di non avere bisogno di nessuno. Lui invece aveva messo in discussione ogni sua convinzione.

Era in preda alla rabbia e alla disperazione un mix pericoloso che, per quello che era successo, non riusciva a moderare.

In preda all'agitazione il suo quirk si attivò in modo violento distruggendo al suo passaggio la zona in cui si trovava, la cicatrice sul petto ardeva ma Dafne non sentiva il dolore. Era in preda ad una crisi.

Gli ritornarono in mente gli esperimenti a cui era stata sottoposta: sentì gli aghi perforargli la pelle come se in quel momento fosse tornata indietro nel tempo. Lei su un lettino da sala operatoria poi dolore alle braccia e alle gambe, un urlo straziante provenire dalla madre costretta a guardare attaccata ad uno strano macchinario per amplificarne il quirk. La testa di Dafne colpita da onde magnetiche che le trapanavano il cervello. La smania di capire il suo quirk le aveva rese vittime di folli senza scrupoli. La madre in qualche modo, anche se stremata, ogni volta le cancellava quei momenti orribili.

Dafne fu sopraffatta dallo sconforto, la madre aveva sofferto con lei forse aveva abusato del suo potere proprio per proteggerla e aveva finito per devastarsi il cervello. Era anche arrabbiata con se stessa perché non era stata forte per sua madre, perché non aveva percepito il peso che si portava dietro. Ed era furiosa con Katsuki che non aveva capito nulla e aveva reagito nel modo peggiore possibile, lei aveva bisogno di essere compresa invece lui aveva messo distanza tra loro per una sua assurda idea. Le lacrime scesero copiose dagli occhi, brucianti e pesanti. Cadde in ginocchio ed emise un urlo straziante per liberarsi di quel peso, un'altra onda d'urto più ampia si manifestò disintegrando ogni cosa al suo passaggio, una piena che aveva scardinato gli argini, incontrollata.

Katsuki si trovava in quella zona, sapeva che Dafne si allenava lì e aveva trovato il coraggio di affrontarla. Sentì quell'urlo e si precipitò da lei.

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