Capitolo 16

22 2 0
                                    

Dafne era diffidente per natura e infatti si allontanò da lui decisa ma quel soggetto continuò a seguirla con lo sguardo anche quando uscì dal locale e attraversò la strada.

"Che voleva quello?"

"Mah voleva offrirmi il gelato... gli ho detto che... il mio ragazzo mi aspettava fuori"

Dafne leccava avida il suo cono gelato maxi, a Katsuki andò per traverso la saliva.

"Che cazzo gli hai detto?"

"Non scaldarti è un trucchetto che mi hanno insegnato i miei amici, dato che era l'unica ragazza del gruppo. Funziona sempre per toglierti di mezzo quelli che ti infastidiscono"

"Che razza di gente hai frequentato!"

Si limitò a dire Katsuki, sentire quella parola 'fidanzato' lo aveva messo un po' a disagio e non era facile metterlo in imbarazzo.

Dafne lo incastrò nuovamente costringendolo a rimanere fuori anche per il pranzo, ma per Katsuki non fu un peso, quella giornata gli era parsa la più tranquilla che avesse passato con qualcuno. Lei lo contagiava con quei suoi modi di fare e con lei sentiva un benessere mai provato con le altre persone.

Passeggiavano uno di fianco all'altra, Katsuki aveva le mani in tasca e la sua solita postura con le spalle incurvate si era trasformata in una distesa e rilassata. A Dafne fece piacere, lui non si era sforzato più di tanto ad essere di compagnia, lo aveva visto a suo agio.

Quello che accadde dopo si svolse tutto in un attimo, Dafne era talmente in pace che non percepì nessun pericolo.

Katsuki invece non aveva mai abbassato la guardia da quando avevano lasciato la gelateria, quel tipo aveva guardato Dafne in modo strano e gli aveva lasciato un senso di allarme.

Nel viale in cui passeggiavano, quel tipo sbucò da dietro un angolo e si buttò su Dafne brandendo un'arma. Katsuki fu più svelto, fece scudo con il suo corpo per proteggerla schiacciandola contro il muro dal suo lato, il fendente riuscì solo a prenderlo di striscio alla schiena.

"Stai bene?"

Dafne fece cenno con il capo e Katsuki le diede le spalle per affrontare quel tizio. L'arma che aveva era una sua appendice.

Ecco chi è!

Era quel villain di mesi prima di quando si erano incontrati la prima volta.

"Tu sei quella dannata ragazza che mi ha steso. Per colpa tua ho scontato mesi in prigione" ce l'aveva con Dafne e non si curò di Katsuki

"Non ignorarmi comparsa del cavolo!"

Katsuki lo colpì con un pugno, quello reagì e si difese dal secondo colpo che arrivò. Si buttò contro Katsuki, lo scontro durò poco, quel villain non poteva nulla contro la forza e l'intelligenza di Katsuki, era mosso solo da una rabbia cieca che gli faceva menare fendenti senza alcuna logica. Katsuki lo stese alla fine con un'esplosione dritta in faccia. Lo immobilizzò e chiamò la polizia.

Una pattuglia arrivò in un attimo e l'agente ringraziò l'eroe Dynamight con un sorriso a trentadue denti, quasi tremava alla sua presenza. Il villain fu portato via.

Katsuki doveva passare in centrale per una deposizione, non poteva tralasciare la parte amministrativa che era un lato dell'essere un eroe che non gli era mai piaciuta. Riaccompagnò prima Dafne alla U.A.

Lei non aveva proferito parola per tutto il tragitto, non sapeva se avesse avuto paura, se quello che era accaduto le avesse guastato la giornata, non voleva che avesse altre preoccupazioni. Voleva solo che stesse bene.

Arrivati al portone principale Dafne si rivolse a lui con tono quasi dispiaciuto, non lo guardò negli occhi, era come se si vergognasse. Lui disse che gli eroi erano pronti in ogni evenienza e lei sospirò abbattuta come se aspettasse qualche altra rivelazione.

In realtà lui le avrebbe voluto dire che aveva provato una sorta di panico quando aveva visto quell'uomo fiondarsi su di lei, lui non provava paura ma in quel momento aveva avuto il timore che lei potesse essere in pericolo. Lui si buttava spinto dalla voglia di sconfiggere il nemico ma in quel momento l'unico suo pensiero era stato di proteggere, proteggere lei.

Fece un passo verso lei spinto nemmeno lui seppe da cosa e quel movimento fece alzare lo sguardo di Dafne. Piantò i suoi occhi in quelli di lei sperando che riuscisse a vedere i suoi pensieri perché con le parole era un disastro, voleva che gli scrutasse dentro per fare chiarezza su quello che lui ancora non capiva, per fargli trovare il coraggio di accettare quella confusione interiore. Leggi quello che sento.

Si guardarono in silenzio per un tempo infinito, fu lei a prendere l'iniziativa, gli rivolse un dolce sorriso e si avvicinò di più a lui. In punta di piedi per diminuire la differenza di altezza gli sfiorò la guancia e gli sussurrò

"Grazie per oggi. Ma penso che dovrai insegnarmi anche l'attacco"

Katsuki chiuse gli occhi per assaporare quello che provò in quel momento, il profumo di Dafne era diventato una droga ormai. Il lieve contatto tra le loro guance aveva innescato in lui un calore improvviso in tutto il corpo e il suono della sua voce che vibrava nel suo orecchio gli innescò una scarica lungo la schiena. Il corpo gli stava dicendo di volerla più vicino ma rimase bloccato, immobile. Si era pietrificato vedendola annullare la distanza tra di loro senza problemi.  Quando la vide allontanarsi per entrare nell'edificio, avrebbe voluto seguirla. Controvoglia si recò alla stazione di polizia. Il dovere lo chiamava.

Dafne si diresse verso la sua stanza, avrebbe voluto stampare un bacio sulla guancia di Katsuki ma non ci riuscì, non ne ebbe il coraggio. Non sapeva bene come comportarsi con i ragazzi, aveva dovuto sempre competere con loro visto che dove aveva vissuto quelli che praticavano le arti marziali erano tutti maschi, ma con lui sentiva pulsioni diverse. La faccia divenne rossa per la vergogna, forse la madre avrebbe dovuto spiegarle come gestire le emozioni che provava verso Katsuki piuttosto che spiegare le sue azioni in quella lettera.

Si era lasciata andare troppo quel giorno e per poco un pazzo la accoltellava, Katsuki si era lanciato senza esitazione contro quel villain per proteggerla. Se non ci fosse stato lui sarebbe stata in grado di reagire? Il fatto di essere stata presa alla sprovvista la vide come una sconfitta, aveva gli strumenti per potersi difendere da sola ma non era stata in grado di farlo perché si era fatta distrarre da quella sensazione idilliaca insieme a lui. Forse lui la rendeva debole?

Fece sparire immediatamente quei pensieri perché quello che sentiva in presenza di Katsuki erano mille emozioni diverse ma non certo di debolezza.

Frangipane e spezieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora