CONFUSIONE Capitolo 37

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Shion aveva un altro bersaglio da eliminare, lo osservava dal fondo del bar in cui si trovava. Un paio di occhiali scuri e una felpa coprivano i suoi tratti distintivi riconoscibili dalla gente. Il suo capo l'aveva ammonita duramente l'ultima volta perché non era stata molto discreta, non poteva andarsene in giro mettendo in bella vista il suo tatuaggio né tantomeno i suoi occhi di un colore insolito quando usava il suo quirk. Doveva aggirarsi nell'ombra ed essere un fantasma. Era quello il suo ruolo, eliminare i bersagli che le venivano assegnati senza lasciare traccia. Gli obiettivi erano i vari capi dei clan creati dalla scissione dell'organizzazione, tolti di mezzo quelli il dottor Kendo avrebbe permesso al suo capo di risorgere e riprendere il comando.

Lei era solo uno strumento, un'arma a disposizione per mettere in riga chi si opponeva e dava fastidio.

Assorta nell'osservare i movimenti dell'uomo da far fuori, davanti gli occhi le passarono delle immagini: un ragazzo biondo dagli occhi cremisi, mani calde che l'avvolgevano, labbra che si posavano sulle sue, un uomo dai capelli neri che le sorrideva. Chi erano quelle persone?

Fu ridestata dal suo sottoposto che l'avvisò che l'eroe Dynamight si aggirava da ore nella sua zona, forse era proprio il caso di farlo fuori, era fastidioso e non sapeva stare al suo posto.

Lo trovò in un vicolo con il suo costume appoggiato al muro come se stesse aspettando qualcuno

"Sei arrivata Dafne"

"Perché continui a chiamarmi Dafne? Sembri un disco rotto"

Stava aspettando lei, per quale motivo? Non gli era bastata la sconfitta dell'altra volta? Doveva piacergli essere schiacciato come una formica.

Aveva la maschera alzata sulla fronte e stavolta la guardò in modo intenso come se volesse leggergli dentro. Quegli occhi dalle iridi rubino la scossero, erano gli stessi occhi che aveva visto nella sua mente poco prima

"Chi diavolo sei tu?"

La domanda era più per se stessa ma la pronunciò a voce alta e non si aspettava di avere una risposta

"Sono Katsuki, non puoi non ricordarti di me!"

La mente di Dafne andò in confusione: quegli occhi le sembravano familiari, quel nome. Era come se si sentisse legata a quell'eroe, il corpo reagiva ma la sua mente era certa di non avere nulla a che fare con lui.

Attivò il suo quirk, voleva scollarsi di dosso quelle sensazioni, spazzare via quel maledetto contrattempo. Non poteva farsi distrarre, già una volta, per colpa sua, aveva rimandato un ordine e tornare alla base senza aver completato la missione l'avrebbe messa in cattiva luce.

Dall'ombra uscì una figura che gridò verso di lei

"Fermati Dafne!"

Era quell'uomo che aveva visto nella sua mente.

Chi diavolo erano quelle persone?

Come quell'uomo poggiò lo sguardo su di lei il suo quirk venne annullato. Katsuki approfittò dell'esitazione di Dafne per iniettarle il localizzatore sulla spalla, lei gli tirò un pugno ma lui le bloccò il polso e la tirò a sé 

"Verrò a prenderti" e la baciò.

Dafne si abbandonò a quel bacio, era come se il suo corpo esigeva quel contatto. Conosceva quelle labbra, il loro sapore e quel profumo che si sprigionava da lui lo ricordava. Una nota speziata avvolgente con un sentore di zenzero. Nella sua testa echeggiò forte un nome 

Kacchan!

Lo spinse via con forza e scappò. Si nascose nell'ombra, conosceva ogni vicolo, ogni via per sfuggire senza essere vista e seguita.

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