SCONTRO capitolo 9

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Nel cuore della notte Dafne fu assalita da un incubo: un urlo straziante nel sogno poi un'esplosione dello stesso colore del suo quirk. In realtà era già un mese che faceva degli strani sogni, non erano ben definiti ma gli lasciavano sempre un po' di inquietudine al mattino: vedeva degli attrezzi da laboratorio, persone con camici bianchi. C'era anche la madre a volte con sguardo preoccupato che le parlava ma nel sogno non la sentiva, vedeva solo le sue labbra muoversi da cui non usciva alcun suono.

Non capiva cosa fossero quelle immagini, era cominciato così improvvisamente e senza un motivo, possibile che le varie emozioni che stava provando negli ultimi mesi potessero destabilizzarla così?

Il giorno dopo, al termine delle lezioni Dafne aveva bisogno di meditare. La notte era stata insonne non aveva più chiuso occhio dopo quel sogno.

Si recò in palestra, sapeva che ci avrebbe trovato Katsuki eppure non voleva evitarlo, era come se si sentisse attirata. Raggiunsero l'accordo che ognuno aveva il suo lato per allenarsi. Dafne iniziò la sua seduta di movimenti, i toula in cinese o kata in giapponese: sequenze di mosse di attacco e difesa, un combattimento con un avversario immaginario. Il tai chi l'aiutava a rilassarsi e il kung fu era il modo per far esplodere il suo tormento interiore. Con la coda dell'occhio si accorse che Katsuki la stava osservando. Sentirsi addosso i suoi occhi la scosse e sbagliò ad eseguire un movimento, ma lui era rimasto incantato da quei movimenti lenti e coordinati. Sembravano una danza in effetti e per lei era il modo per scaricare la tensione e liberare la mente, ma avere lui lì ad osservarla non era tanto rilassante. Dannato biondo!

Concluse la sequenza e si inginocchiò a terra, mani sulle cosce, occhi chiusi ed iniziò una seduta di respirazione per calmarsi.


Katuski era rimasto ad osservarla interessato a quei movimenti. La linea dei muscoli in tensione, la leggerezza con cui spostava gli arti e il controllo che metteva nello sferrare calci e pugni erano ipnotici. Ripensò allo scontro del giorno prima, alle sensazioni provate nel combattere contro di lei e a come l'aveva osservata quando si erano incontrati in corridoio. I suoi occhi automaticamente l'aveva guardata attentamente e stranamente gli era piaciuto, ma fece sparire immediatamente quei pensieri. Doveva trattarla come trattava tutti gli altri, con distacco e indifferenza. Non poteva farsi coinvolgere in alcun modo.

Maledetta cavalletta!

Doveva focalizzare la sua attenzione su altro, un sacco da boxe fece al caso suo e si sfogò su quello. Si ritrovò gli occhi di Dafne puntati addosso, uno sguardo diverso dal solito, rilassato e di...interesse.

"Che guardi cavalletta?" le chiese continuando a tirare pugni

"Seguo i movimenti dei piedi e le linee degli affondi"

"Osservi l'avversario in modo sleale. Dillo che vuoi la rivincita!"

"Non mi hai mica battuta! E poi eri tu quello con le spalle al muro!"

"Ti sbagli. Siamo stati interrotti altrimenti saresti stata tu quella con il culo a terra"

Dafne non sopportava tutta quella insolenza, si rialzò con un balzo. Andò verso di lui e con un calcio sferrato con forza anticipò il pugno di Katsuki facendo cadere a terra il sacco da boxe.

"Combattiamo, così ti tolgo questo pensiero dalla testa!"

La sfida era quella che lui bramava più di ogni cosa. La voglia di primeggiare, di essere il più forte di chi gli stava difronte. Era la sua essenza e una simile proposta non poteva rimanere inacettata. Sarebbe stato anche il modo per esorcizzare quelle strane sensazioni che sentiva verso quella ragazza.

"Senza quirk, biondo. Non barare stavolta!"

"Non avevamo deciso le regole l'altra volta mi pare. E non mi serve usare il quirk per batterti"

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