LONTANANZA Capitolo 34

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Era passato un mese da quando Dafne era stata rapita. Katsuki lavorava giorno e notte per cercare una pista, un indizio, qualcosa che potesse portarlo da lei. Nonostante ci provasse con determinazione e costanza non aveva scoperto nulla. Era come se si fosse volatilizzata, quel gruppo che l'aveva attaccata non aveva lasciato alcuna traccia. Non aveva notato alcun segno, alcun simbolo che li legasse a qualche organizzazione. Era come se non esistessero. Eppure avevano preso la sua Dafne.

Di una cosa era certo il simbolo sulla spalla di Dafne doveva essere la chiave.

Katsuki era seduto al tavolo della cucina disseminato di fogli, dati e giornali che consultava ogni giorno per trovare anche la più piccola traccia.

Bussarono alla porta, era Aizawa. Dall'accaduto il suo viso imbronciato era diventata una maschera sofferente, aveva reso pubblico il fatto di avere una figlia. La denuncia della sua scomparsa fu il momento più doloroso, aveva fatto un appello accorato: chiunque avesse visto qualcosa poteva essere di grande aiuto. Anche sfruttare la stampa si rivelò un buco nell'acqua. I due uomini si incontravano spesso per scambiarsi le informazioni che riuscivano ad avere, ognuno sperava che l'altro avesse qualche indizio ma non facevano alcun progresso. Dafne era sparita senza lasciare alcuna traccia.

Katsuki era convinto che la colpa fosse sua. Aveva esposto Dafne al mondo intero per una sua assurda idea di onnipotenza, l'aver divulgato che fosse la sua ragazza gli era sembrato un modo di allontanare chiunque da lei visto che lui era Dynamight, invece era stata una cazzata.

Qualcuno l'aveva presa di mira proprio perché lui era un eroe?

Eppure non aveva senso. Nessuno aveva rivendicato nulla o erano arrivate richieste di riscatto. Più ci pensava e più era convinto che tutto era collegato al simbolo comparso sulla spalla di Dafne.

"Quel disegno sulla sua spalla non abbiamo mai capito cosa fosse"

Si rivolse ad Aizawa con gli occhi stanchi, dormiva poco e quel poco che dormiva veniva sempre disturbato dall'ultima immagine di Dafne che gli tendeva la mano e lui non era riuscito ad afferrarla.

"Nemmeno Akiko mi ha detto qualcosa in merito, mi raccontò solo che con gli esperimenti c'era di mezzo un'organizzazione losca. Era convinta che quell'incidente avesse messo fine a tutto perché non furono mai seguite e per anni nessuno le cercò. Se fossero loro abbiamo meno di niente. Il luogo dello scontro era stato completamente ripulito quando ti hanno recuperato, non c'era nulla, perfino le cose distrutte erano state sistemate"

"Vedrò di inventarmi qualcosa. Non è possibile che non esistano, che non troviamo una pista. Dovranno fare un passo falso e sarà la nostra occasione"

Katsuki era ostinato di natura, non era tipo da arrendersi alla prima difficoltà, l'avrebbe ritrovata ad ogni costo.

"Vado in agenzia, ti tengo informato vecchio!"

Aizawa se ne tornò a casa visibilmente preoccupato. Sapeva cosa voleva dire agire nell'ombra. Nel suo passato prima di diventare un eroe aveva vissuto un periodo nella illegalità e aveva imparato a conoscere un lato della realtà che non era sotto gli occhi di tutti. Ed era sicuro che sua figlia fosse finita nelle mani di gente senza scrupoli. Solo il pensiero che fosse nuovamente vittima di esperimenti lo terrorizzò. Quelli erano stati la causa della morte di Akiko e se a Dafne fosse toccata la stessa sorte non avrebbe retto al dolore. Nella sua vita aveva perso troppe persone importanti e perdere una figlia sarebbe stata la cosa più devastante. Avrebbe disintegrato completamente il suo animo che si reggeva su un equilibrio precario, sostenuto dall'affetto di quella figlia che aveva ritrovato dopo tutta una vita. Non poteva perderla. Non era affatto pronto ad un'evenienza del genere!

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