Chapter 9: Le feste di Gatsby (Parte II)

1.3K 90 41
                                    

[Don't Go Insane, di DPR IAN]

❛ ━━・❪ ❁ ❫ ・━━ ❜Chapter 9: Le feste di Gatsby (PARTE II)

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

❛ ━━・❪ ❁ ❫ ・━━ ❜
Chapter 9: Le feste di Gatsby (PARTE II)

Adele

Trascorrere una serata al Wicked è già di per sé surreale, ma quando l'evento è a tema e non si conoscono gli assurdi avvenimenti che si susseguiranno all'interno, la situazione diventa ancor più complicata. Salii le scale dirigendomi direttamente verso Theodore, e ignorando completamente Olivia e la sua espressione scontenta. Assurdo, per una volta, quel ragazzo si era dimostrato utile. Tuttavia, ammettiamolo sinceramente, la sua ex ragazza mi aveva imprecato contro sempre a causa sua e per la dannata storia della Nefertiti. Avrebbe potuto risolvere la faccenda con lui, invece di mettermi in mezzo ai loro drama. Dopotutto, non ero stata io a chiedere di finire coinvolta in questo caos. Io nemmeno lo volevo, era stato proprio il suo ex a scegliermi solo per complicarmi ulteriormente la vita.

"Permesso..." mi feci spazio tra la gente che passeggiava tra dei corridoi stretti all'entrata del secondo piano del Wicked "Scusate..."

Il piano superiore del locale mi si rivelò davanti agli occhi come un regno ancor più appartato, un rifugio dal tumulto della pista. Un piano esclusivo all'interno di un club già esclusivo: si poteva essere più egocentrici di così? A quel punto, ero certa che metà di quella folla fosse patologicamente narcisista.

Spostai delicatamente le tende di velluto color amaranto che scendevano dal soffitto. Li guardai, sembravano i guardiani di questo spazio proibito, dividendo la sala in sezioni e creando ombre che danzavano tra i loro piegamenti, rivelando solo accenni fugaci di ciò che avveniva al di là di esse. I lampadari di cristallo Scholer, sontuosi e con bagliori delicati, parevano dissolversi nel buio, creando un'atmosfera sospesa tra il reale e l'incantato.

L'uomo che mi aveva richiamata, vestito totalmente in un completo scuro che sembrava mescolarsi con l'atmosfera del luogo, mi fece cenno con la mano, un gesto impercettibile ma deciso verso un araldo in particolare, diedi per scontato che fosse quello di Theodore. Mi feci strada verso la tenda, che ondeggiava davanti ai miei occhi come il sipario di un teatro, ignorai anche il suono confuso della musica mischiata con il ridacchio di donne e l'ansimare di uomini provenire da dietro le altre tende. Lasciavano poco all'immaginazione.

La aprii e Theo mi apparse davanti in tutta la sua eleganza e bellezza. Dio, mi odiavo per averlo appena pensato. Era seduto con le gambe leggermente accavallate, un braccio poggiato sulla ringhiera e la mano lasciata sulla guancia. Il suo profilo era perfetto, definito dalla luce soffusa dei lampadari di cristallo, i capelli biondi portati morbidi all'indietro. Il velluto amaranto che circondava la scena pareva rendere ogni dettaglio più intenso, come se il tempo si fosse fermato in quell'esatto momento e il quadro che avevo di fronte, con Theodore come soggetto principale, era degno di una delle mie foto. I suoi occhi, intensi e magnetici, si alzarono per incontrare i miei quando mi vide entrare «Ciao, Adelaide» mi disse solamente, con un sorriso colmo di sicurezza.

Rêverie di Mezzanotte - 𝘽𝙇𝙐𝙀 𝙇𝙊𝙏𝙐𝙎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora