Chapter 33: La stanza di Sobek

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[ CHIHIRO di Billie Eilish]

"You told me it was war,
said you'd show me what's in store
I hope it's not for sure, can you open up the door?"

"You told me it was war, said you'd show me what's in storeI hope it's not for sure, can you open up the door?"

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━━・❪ ・━━

(Premetto che questo capitolo non è revisionato,
è una prima bozza, verrà sistemato più avanti🖤)

Chapter 33: La stanza di Sobek

Adele

Non avevo idea di quanto fosse vasto il Wicked finché non mi ritrovai a vagare per i suoi interminabili corridoi, come un cerbiatto smarrito in un bosco fitto, di notte, con un lupo famelico alle spalle.

La parte del club adornata da pesanti tendaggi che scendevano dal soffitto mi catturò subito l'attenzione. I drappi di velluto rosso creavano un'atmosfera di lusso decadente e di lussuria. Mi mossi con cautela tra i tessuti spessi, cercando di non attirare l'attenzione su di me. Il velluto morbido scivolava sulle mie dita mentre mi facevo strada tra le persone. Sembravano tutti completamente a loro agio, come se facessi parte dell'arredamento, un'ombra tra le altre ombre.

L'aria era pesante di odori esotici, un misto di incenso e profumi sensuali, quasi fruttati, uno in particolare mi ricordò vagamente il dolciastro della Sangria. La musica, leggera come un sottofondo che mi era familiare, si univa alle risate sommesse e al rumore dei baci.

Mi spinsi più in profondità, cercando un rifugio da Theodore e dal suo controllo invasivo. Il vibratore remoto che controllava a distanza continuava a mandarmi scosse di piacere improvvise, facendomi sussultare e gemere involontariamente. Mi sentivo in imbarazzo, ma allo stesso tempo non riuscivo a negare il piacere che quelle scosse mi procuravano. Era come se il mio corpo avesse una vita propria, reagendo a ogni stimolo nonostante la mia riluttanza mentale. Mi domandavo se lui stesse osservando, da qualche parte, tutte le mie reazioni, godendo del mio disagio e del piacere che mi stava procurando.

Soprattutto, mi rendevo conto che le sensazioni che provavo erano le stesse che mio fratello aveva inflitto alla donna che allora era stata la sua Nefertiti. La paura che stringeva il cuore, l'incertezza paralizzante, l'ansia di essere scoperta e la disperata voglia di fuggire. Non erano emozioni che avrei mai definito positive, eppure, in un modo che non riuscivo a comprendere, c'era un piacere perverso che mi pervadeva. Ero come loro?

Cercai di distogliere la mente dal vortice di piacere e dalla confusione che mi stava consumando, concentrandomi invece sull'ambiente circostante. Dietro una tenda vicina, una donna dai capelli corvini aveva attirato la mia attenzione. Era inginocchiata davanti a un uomo, la sua schiena nuda era una tela su cui i suoi capelli setosi scivolavano delicatamente. I suoi occhi erano bassi, pieni di sottomissione, mentre le sue mani erano posate delicatamente sulle gambe dell'uomo, in un gesto di devozione.

Rêverie di Mezzanotte - 𝘽𝙇𝙐𝙀 𝙇𝙊𝙏𝙐𝙎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora