Chapter 24: Le affinità con l'ariete

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[🎧WICKED LOVE - YENA]

I don't think I'll ever fall in love again
I don't want it, I don't want it
I don't think I'll ever wanna be your friend
I don't want it (I don't want it)
Wicked games, you're playing with me

I don't think I'll ever fall in love againI don't want it, I don't want itI don't think I'll ever wanna be your friendI don't want it (I don't want it)Wicked games, you're playing with me

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━━・❪ ・━━

Chapter 24: Le affinità con l'ariete

Adele.

«Ti manderanno per due settimane a Parigi?»

«Forse» risposi «Non è ancora sicuro»

Non mettevo piede in questa caffetteria da un'eternità. Le tende verde bottiglia dell'ingresso, ormai sbiadite dai raggi implacabili del sole, si muovevano al ritmo di una leggera brezza, mentre il cartello che annunciava il nome del locale, "The Ivy Hideaway", sfoggiava un'antica patina sbiadita e una lieve usura ai bordi. Questo piccolo rifugio si celava tra i vicoli poco battuti di Oxford, facilmente trascurato dai passanti distratti.

Varcata la soglia, venivi accolto dall'aroma caldo e avvolgente del caffè appena macinato e della torta alle carote ancora tiepida e appena sfornata da una gentile signora chiamata "Miss Lottie". I mobili in legno, scoloriti e consumati dal tempo, raccontavano storie di innumerevoli ore trascorse in loro compagnia. Gli avventori abituali, anziani inglesi dall'aria distinta e solitaria, si abbandonavano ai loro pensieri o si perdevano nei labirinti enigmistici dei cruciverba, nascosti dietro le pagine ingiallite dei quotidiani.

Questo posto mi era profondamente mancato.
O forse non era il luogo in sé a essermi mancato, ma piuttosto le emozioni che mi suscitava a causa dei ricordi. Ricordi indissolubilmente legati a Elliot.

«Non mi guardi negli occhi, Adele»
«Sai, dovresti capire perché mi risulta difficile»

Rientrare in quel posto mi riportava indietro nel tempo, quando io e lui ci nascondevamo lì per sfuggire alla vista degli altri. Era il nostro rifugio segreto, dove potevamo essere soli e al riparo da sguardi indiscreti. Non c'era mai molta gente, il che lo rendeva perfetto per noi. E io, da buona stupida, trovavo quei rifugi segreti pure romantici.

«Quindi, se ho ben capito...» disse, schiarendosi la voce e cambiando argomento «Domani sera sarò a casa tua perché tuo padre vuole presentarmi a Russell Lancaster.»

«Così pare.»

Mentre mi trovavo di fronte a lui, non potevo fare a meno di percepire il cambiamento che stava facendo capolino dentro di me, come se una piccola creatura fosse nascosta nel mio stomaco e in modo capriccioso mi stesse dicendo "Ehi Adele, sono qui, non puoi fare finta che io non esista". Perché lo stesso sguardo di Elliot aveva un impatto diverso su di me. La giornata precedente con Theodore era stata un casino. Avevo ancora l'amaro in bocca, con il peso dei pensieri che tornavano incessantemente su un unico argomento: su di lui, sulle sue parole, sulle mie risposte, su come mi aveva fatto sentire, su come mi aveva giudicata, guardata e su tutto ciò che nascondeva su Archie.

Rêverie di Mezzanotte - 𝘽𝙇𝙐𝙀 𝙇𝙊𝙏𝙐𝙎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora