Chapter 53: Attraverso l'obiettivo di Adelaide Spencer

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[The Joker And The Queen by Ed Sheeran]
"And I know you could fall
for a thousand kings
And hearts that could give
you a diamond ring
When I fold, you see the best in me
The joker and the queen"

[The Joker And The Queen by Ed Sheeran]"And I know you could fall for a thousand kingsAnd hearts that could give you a diamond ringWhen I fold, you see the best in meThe joker and the queen"

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Chapter 53: Attraverso l'obiettivo di Adelaide Spencer

Adele.

«Riesci a mettere l'indirizzo di dove stai alloggiando?» Le parole sembravano sospese nell'aria, senza ricevere risposta. Theo era completamente perso, la testa gli ciondolava da una parte all'altra, e gli occhi, mezzi chiusi, vagavano senza meta. L'autista ci fissava dallo specchietto, chiaramente spazientito.

«Un attimo solo» dissi, cercando di mantenere la calma mentre passavo il mio telefono al tassista con l'app di Mappe già aperta. Poi tornai a concentrarmi su Theo, cercando di scuoterlo dolcemente per riportarlo alla realtà.

«Theo...» lo chiamai, avvicinandomi al suo viso, tanto vicino da sentirne il respiro caldo sul mio. «Te lo ricordi l'indirizzo? Almeno a voce?»

Lui annuì vagamente, ma subito dopo si abbandonò sulla mia spalla come un peso morto.

«12 Rue de la Liberté...» mormorò, e il suo accento francese, sorprendentemente perfetto, mi fece sorridere appena.

L'autista annuì, digitando l'indirizzo sul suo telefono, ma prima che potesse avviare il motore, Theo si risvegliò di colpo, come se fosse stato punto da qualcosa. Si raddrizzò e, con un'espressione furiosa, fissò l'autista come se avesse appena visto un nemico.

«Monsieur!» gridò all'improvviso, puntandogli un dito accusatorio contro. «Cette femme... tu ne peux pas la laisser entrer chez moi, d'accord?»

Mi girai verso di lui, confusa. «Che ha detto?»

«Je l'aime... e non voglio che qu'elle voie mon état.» disse con una voce impastata, ma c'era un filo di lucidità nei suoi occhi.

L'autista sospirò, evidentemente abituato a situazioni del genere. «Niente, signorina. Il suo ragazzo è solo ubriaco. Mi ha detto che non vuole che lei entri in casa sua, ma...» fece una pausa, gettando uno sguardo a Theo, che nel frattempo si era riaccoccolato sulle mie gambe come un gatto stanco, «...non mi sembra una buona idea lasciarlo solo, a dire il vero.»

«Sei proprio un idiota» mormorai, più a me stessa che a lui, senza aspettarmi una risposta. Theo, ovviamente, non disse nulla. Continuava a sonnecchiare, la testa pesante sulle mie cosce.

Il tassista ci portò attraverso strade che si facevano via via più deserte e inquietanti, lontane anni luce dalla Parigi che conoscevo. Dal finestrino osservavo una città che sembrava dimenticata: vicoli bui, gruppetti di uomini appoggiati agli angoli delle strade, cassonetti traboccanti di spazzatura abbandonata.

Rêverie di Mezzanotte - 𝘽𝙇𝙐𝙀 𝙇𝙊𝙏𝙐𝙎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora