Chapter 26: La mia Nefertiti

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[Still Don't Know My Name di Labrinth]

"I'm kissing all over your body, my Nefertiti
And every time I think the plan is aligning"

"I'm kissing all over your body, my NefertitiAnd every time I think the plan is aligning"

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TW:
Uso e menzione di droga.
Descrizioni esplicite di attività sessuali.

Chapter 26: La Mia Nefertiti

Theo

Quale follia, rovinò me infelice, e te, Orfeo?

Potrei aver causato danni.

O forse, ne ho seminati più di uno.

Ma alla fine, dubito che a qualcuno importi davvero, quindi tutto ciò che ho fatto è stato sprecare fiato. E nervi.

Forse ora sono solo un cumulo di tristezza, una pillola blu che si scende nella mia gola come una lacrima smarrita nell'oceano. Le pupille si dilatano tra le luci del neon celeste, e all'improvviso tutto svanisce, silenzioso, come se un interruttore fosse stato spento.

Oppure, potrei essere pervaso da un'euforia travolgente, con la mente leggera come un palloncino. Non riesco più a distinguere se sono triste o felice. Vivo eppure così incredibilmente morto.

La stanza sembrava pulsare e respirare intorno a me, mentre giacevo disteso su quel divanetto, immerso in un vortice di sensazioni e pensieri distorti. Il muro di fronte a me ondeggiava come se fosse fatto di gelatina, trasformandosi in forme strane e inquietanti. Mi sentivo intrappolato in una dimensione alternativa, dove le pareti avevano occhi che mi scrutavano, mentre tentavo di sfuggire alla loro osservazione. Le persone intorno a me si trasformavano in ombre sfocate, le loro voci echeggiavano nella mia mente come un coro dissonante. Ogni movimento era un'illusione, ogni parola un'eco distorta. E io, nel mio delirio, tentavo di dominare questo caos, spingendo via quelle figure senza volto con gesti frenetici, sperando di ritrovare un barlume di lucidità.

Poi, improvvisamente, il pensiero ritornava, nitido e prepotente nella mia mente.

Perché diavolo ero andato a quella dannata cena? Che diavolo mi aspettavo? Accidenti, era pure il mio compleanno, e invece di godermelo, mi ero incamminato verso quello che per me è stato un triste circo a porte aperte. Ero stato lì solo per assistere a quello spettacolo? Per compiacere quel pezzo di merda di mio padre? Ma vaffanculo, no, non non ci avrei mai pensato... Ero lì solo per lei. Solo per lei.

E adesso? Eccomi di nuovo nel mio vero inferno personale, al Wicked, dannazione, da solo. L'unico rifugio per il mostro che ero diventato, o meglio, che ero sempre stato. Ma, mi chiedevo, sarei mai davvero potuto cambiare? No. La risposta era ovviamente no. Le sue labbra, quel boccone di Paradiso che mi aveva concesso, solo per illudermi, per ricordarmi poi che non ne ero degno.

Rêverie di Mezzanotte - 𝘽𝙇𝙐𝙀 𝙇𝙊𝙏𝙐𝙎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora