Chapter 17: Il lupo gentiluomo e il coniglietto testardo

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[🎧 Revenge di XXXTENTACION]

"I've dug two graves for us, my dear"

❛ ━━・❪ ❁ ❫ ・━━ ❜Chapter 17: Il lupo gentiluomo e il coniglietto testardo

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Chapter 17: Il lupo gentiluomo e il coniglietto testardo

Theo.

Era un sabato come tanti alla clinica Saint Catherine. Il sole, con la sua luce invernale dorata, filtrava attraverso le finestre, portando con sé una carezza tiepida che contrastava piacevolmente con il freddo pungente che odiavo tanto. Da bambino, amavo l'inverno: la cioccolata calda fumante, i pupazzi di neve che popolavano i cortili, le strade che diventavano un candido manto bianco. Ricordo con affetto mamma, che ogni anno mi cuciva un nuovo cappello di lana dai colori vivaci, abbinato a una morbida sciarpa che mi avvolgeva il collo come una carezza. Indossavo quei capi con fierezza, nonostante la rigida divisa della scuola privata, camminando con l'aria di chi indossa un'armatura nuova, costruita direttamente da Iron Man.

L'inverno aveva un significato diverso per me, fino a quella giornata gelida di dicembre che stravolse il mio mondo. Da allora, il freddo è diventato un nemico implacabile. La neve, una volta amica, ora bruciava quando toccava per sbaglio le mie guance, il calore del camino non era più lo stesso, e persino la dolcezza della cioccolata mi risultava eccessiva. Forse perché non avevo più quei berretti e quelle sciarpe che mi proteggevano da lui. E no, certe cose non puoi semplicemente comprarle.

Ma in quel giorno gelido, c'era qualcosa di straordinario nell'aria. La luce del sole sembrava più brillante, più viva, come se volesse sfidare l'inverno stesso. Ed era proprio in quell'atmosfera che mi trovavo, seduto tra le mura della clinica, circondato da sorrisi luminosi e occhi scintillanti dei bambini. Per loro, l'inverno era ancora permeato di magia.

«Theo, Theo, Theo...» sentire quei leggeri strattoni al maglione non mi disturbava affatto. Anzi, quei piccoli gesti fisici rappresentavano l'unica cosa che riusciva a farmi sentire ancora umano, senza il bisogno di lottare contro l'impulso di vomitare o di sudare freddo ogni volta che qualcuno cercava di toccarmi. «Ci racconti quella storia di Star Wars? Per favore!»

«Okay, okay...» mi sedetti per terra, circondato da una dozzina di bambini con  sguardi curiosi e attenti. «La storia del guerriero e della principessa?»

«Sì!» risposero all'unisono, formando quasi un coro che mi strappò un sorriso spontaneo. «Quella! Quella!»

Mi schiarì la voce, cercando di attirare l'attenzione di quei giovani cuori avidi di avventure galattiche. Sin da bambino, Star Wars era stata la mia fiamma, un faro nel buio delle giornate comuni. Aspettavo il mio compleanno con la stessa ansia di un esploratore in cerca di nuovi mondi, sperando sempre di ricevere quel prezioso set Lego che avrebbe dato vita alle mie fantasie spaziali. Mio padre, severo e distante, non condivideva la mia passione. Credendo che fossi troppo giovane, mi vietava di guardare i film, sostenendo che non avrebbero aggiunto nulla alla mia crescita. Ma mia madre, con il suo spirito ribelle e complice, mi introduceva segretamente a quel magico universo, facendomi scoprire ogni singolo dettaglio di quella straordinaria epopea.

Rêverie di Mezzanotte - 𝘽𝙇𝙐𝙀 𝙇𝙊𝙏𝙐𝙎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora