Chapter 50: Partire da un mucchio di pezzi sparsi.

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[Home (Slowed) di Edith Whiskers]
"Well, hot and heavy pumpkin pie,
chocolate candy, Jesus Christ
Ain't nothing please me more than you.
Oh, home, let me come home
Home is wherever I'm with you."

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Chapter 50: Partire da un mucchio di pezzi sparsi.

Theo.

Non so che cazzo mi fosse preso. Non era mai successo prima. Ero sempre arrivato vicino a una rottura così, e quasi sempre la causa era stata Adele. Lei era una bomba a orologeria per il mio cuore. Ogni volta che sentivo quel tic-tac tic-tac, quando mi trovavo sul bordo del precipizio, il mio istinto era sempre lo stesso: scoparmela. Era più facile affogare tutto nel sesso, cancellare il rumore con il piacere. Era la mia scorciatoia, l'illusione di una soluzione. Ironico, no? Il sesso, qualcosa che ho sempre visto come un problema, era diventato il mio modo di tenerla vicina. La mia bomba, con i suoi fiocchi tra i capelli.

Ma il ticchettio non iniziava quando era lì, a portata di mano, pronta da divorare con gli occhi e con la bocca. No, arrivava in momenti banali, quelli in cui non te lo aspetteresti mai.

Quando si alzava dal letto e si legava i capelli, con la schiena nuda, mostrandomi ogni singolo neo che conoscevo a memoria.

Tic tac.

Quando afferrava la tazza con entrambe le mani e mi guardava con quegli occhi tranquilli, come se il mio mondo potesse davvero essere in pace per un secondo.

Tic tac.

Quando rideva per una delle mie stupide battute, e si lasciava andare con quel sorriso che, cazzo, mi toglieva il respiro.

Tic tac.

Quando mi baciava, e la sua mano trovava sempre, in maniera naturale, la mia spalla, come se fosse il posto più sicuro al mondo.

Tic tac.

Era in quei momenti, nei più semplici, che tutto sembrava... giusto. Era allora che non riuscivo più a vedermi come la Creatura di Frankenstein. Adele faceva emergere un Theo che non ricordavo più. Il ragazzino che rideva spensierato, che guardava la neve scendere con meraviglia. Quello che non vedeva l'ora di costruire con i Lego, cercando di creare qualcosa di bello, anche quando tutto partiva da un mucchio di pezzi sparsi.

Ed è proprio questo che mi distruggeva: desiderarla nella normalità, anzi no, scusate, farmi sentire nella normalità.

«E quindi, cosa vuoi fare?» mi chiese con gli occhi pieni di lacrime, bella come la Senna quella notte. «Vuoi continuare a fare finta che non siamo mai stati niente? Solo due pedine nel tuo gioco di merda? Come se quella sera a casa mia non fosse mai esistita? Quando abbiamo visto mamma e papà che...»

Rêverie di Mezzanotte - 𝘽𝙇𝙐𝙀 𝙇𝙊𝙏𝙐𝙎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora