Chapter 35: Coup de coeur.

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[ Sur mon Lit di Alice et Moi]
"Sur mon lit je vis l'enfer"

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Chapter 35: Coup de coeur.

Theo.

«Ma io adesso so cosa voglio, Theodore.» La sua voce era un sussurro, ma risuonava con una determinazione che mi faceva venire i brividi.

«Solo perché ti è stato negato!» le risposi, ma continuavo a starmene sopra di lei, quando in realtà dovevo alzarmi e andarmene. La bloccavo, il mio corpo pesante che la teneva intrappolata sotto di me. Perché la stavo bloccando?. La mia mente urlava di andarmene, di lasciarla lì, ma il mio corpo, il mio dannato corpo, non voleva arrendersi.

La guardavo e mi rendevo conto di quanto quella donna, con gli occhi scuri riflessi nei miei, mi facesse prendere a fuoco in angoli di me che non sapevo nemmeno esistessero.

Pericolosa.

Le sue guance erano rosse dall'imbarazzo, dello stesso rosso delle fragole mature. Lo stesso del suo vestito che avrei voluto strappare nel primo secondo in cui aveva posato gli occhi su di me come una piccola anima sperduta. Bagnata, con il trucco sfatto e i capelli che stavano iniziando a trasformarsi in dolci riccioli sulle punte. Il cloro della piscina sembrava voler disegnare un nuovo ricciolo, e tanti altri, rendendola ancora più incantevole, più vulnerabile. Almeno apparentemente.

Avrei voluto darle tutto.

Tutto quello che voleva di me. Che chiedeva con la bocca e con gli occhi, che imploranti mi chiedevano il perché, perché non la stavo facendo continuare. Anche se io davvero, con la sua bellezza in quel momento, le avrei concesso ogni tocco, ogni bacio, ogni piacere. Anche perché, sinceramente, mi rendeva debole quando si mostrava a me senza difese, senza maschere, desiderosa, vera.

Lei mi rendeva debole, ma non nel modo convenzionale in cui comunemente percepiamo la debolezza. Mi indeboliva nella mente, privandomi della capacità di analizzare con lucidità ciò che mi circondava. Tuttavia, era soprattutto il mio corpo a cedere. I miei muscoli, i miei sensi, in sua presenza, si ribellavano, diventando selvaggi e incontrollabili. Mi trasformava in un essere primitivo, un animale.

Che poi non si trattava soltanto della sua bellezza.

Si trattava di me.

Di me che desideravo Adelaide Spencer come un'ossessione che non potevo e non volevo più controllare. Era come se fossi destinato a perdermi in lei, e poi a ritrovarmi: sempre in lei.

Era come se il suo respiro, affannoso dopo la nostra lotta, fosse il mio stesso respiro. I suoi occhi, seppur scuri, fossero i miei occhi. La sua pelle, umida e calda, fosse la mia pelle. La sua debolezza, la mia debolezza. Il suo desiderio, il mio desiderio.

Rêverie di Mezzanotte - 𝘽𝙇𝙐𝙀 𝙇𝙊𝙏𝙐𝙎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora