Chapter 34: Schegge di Vetro

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[ Guilty di Taemin]
"You got me G-U-I-L-T-Y
Trick and take everything from you
Again, just playing a game all for fun
Hundreds of lies"

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Chapter 34: Schegge di vetro

Adele

Non sono mai riuscita a descrivere bene il colore degli occhi di Theodore. Ogni tentativo di catturare la loro essenza si è sempre rivelato vago e approssimativo, incapace di coglierne la vera natura. Strano, penserete, considerando che quegli occhi li ho visti così tante volte che dovrei averli ben impressi nella memoria.

Eppure, c'è una ragione. Non è pigrizia, tutt'altro. Fin da bambina ho cercato di afferrare le sfumature di quei suoi occhi, ma con il tempo li ho visti cambiare troppe volte. Sì, so che gli occhi non possono realmente cambiare colore, ma ciò che intendo dire è che gli occhi di Theodore non hanno un colore definito. Un giorno sembrano avere la profondità dell'ambra, il giorno dopo riflettono una sfumatura di verde muschio, e talvolta, sotto la luce del sole, scintillano come l'oro.

I miei occhi, per esempio, sono scuri, così scuri che è difficile distinguerne la pupilla. "Onice", così li chiamava la nonna. Anche Archibald ha il mio stesso colore di occhi. Il signor Lancaster, invece, ha occhi azzurri, di un blu intenso, una caratteristica di famiglia che tutti a Londra conoscono, tanto da valergli il soprannome di "I Burmese" dagli inglesi benestanti, per via della somiglianza con gli occhi dei gatti Birmani. Anche Olimpia, sua sorella, che ho visto poche volte a causa della grande differenza di età tra noi, ha gli occhi come tutti i Lancaster.

Tutti tranne uno.

Theo è un caso a parte. I suoi occhi sono come quelli di sua madre, una donna che ho visto solo due volte nella mia vita prima che partisse, abbandonando i suoi figli e il signor Lancaster per un altro uomo, almeno così si dice. Ricordo bene quelle due occasioni. Ricordo la bellezza di sua madre, la sua eleganza nonostante la semplicità, i capelli color cioccolato che portava sempre sciolti, e il modo dolce con cui parlava con me, Archie e Theo.

Nelle rare occasioni in cui la vedevo, non sembrava mai realmente coinvolta in ciò che la circondava. Sedeva accanto al marito, ma mostrava poco interesse per le discussioni mondane che animavano i miei genitori. Anche durante le feste di compleanno mie e di Archie, quando invitavamo Theo, lei non veniva mai. O alle cene a casa loro, spesso si eclissava senza spiegazioni. Una volta, presa dalla curiosità del perché Theodore parlasse sempre di sua madre pur vedendola raramente, gli chiesi spiegazioni.

"La mia mamma balla. Preferisce ballare nella sua stanza che starsene qui con noi" mi rispose sorridendo, come se fosse la cosa più normale al mondo che sua madre si isolasse per passare ore a danzare da sola.

Rêverie di Mezzanotte - 𝘽𝙇𝙐𝙀 𝙇𝙊𝙏𝙐𝙎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora