Due stronzi in una stanza

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Benvenute nel mio inferno my ladies 💕

«Oggi è il grande giorno» dico guardandomi allo specchio mentre sfoggio il mio outfit firmato Cucinelli

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«Oggi è il grande giorno» dico guardandomi allo specchio mentre sfoggio il mio outfit firmato Cucinelli.

Dopo essere stata a scuola ho mangiato velocemente e mi sono preparata per  affrontare Benjamin "Infame"Lopez.

Quell'uomo è un calcolatore, oltre che un pessimo padre, e non so cosa potrà uscirne da questo incontro, ma quello di cui sono certa è che non accetterò delle mancanze di rispetto da parte sua.

«Hai una riunione?» domanda mia madre sulla porta, osservando il mio outfit.

«Sì, ma nulla di impegnativo. Devo soltanto rifiutare una proposta indecente che mi è stata fatta da una persona altrettanto indecente» rispondo alzando gli occhi al cielo.

Non sono preoccupata, piuttosto molto infastidita dai suoi comportamenti. Al gala ha trascorso tutta la sera a rifilarci uscite infelici, come se fossimo inferiori a lui e sua moglie che sembra più un soprammobile.

Per non parlare di quando si è avvicinato a me, approfittando dell'assenza di Patrick, per mettermi in guardia e citare mio padre come se lo conoscesse da una vita. A posteriori, mi è sembrato come se mi stesse tenendo d'occhio a distanza e analizzasse i miei comportamenti. 

«Fai attenzione Allison, alcuni uomini quando ricevono dei "no" diventano alquanto pericolosi» commenta lasciandomi uno sguardo di intesa.

Capisco la sua preoccupazione. In questo settore ci sono molteplici uomini, potenti e ricchi, che non si farebbero scrupoli a levarmi di mezzo per i loro scopi.

«Lo so, mamma» mi mordo il labbro per sfogare la mia frustrazione.

La nostra società è patriarcale e squilibrata, non importa quanto io possa essere brava e preparata, loro mi vedranno sempre inferiore.
Cercheranno di farmi cadere come se fossi un insulso pezzo del domino.

Quello che mi tranquillizza è avere la convinzione di essere stata preparata per questo, per avere appunto la forza di reagire senza sembrare un agnellino smarrito in queste circostanze scomode. Se non fosse per i miei genitori sarei morta alla prima sfida affrontata nei gironi di Lucifero.

«Brava la mia bambina!» mi sorride dandomi una bacio affettuoso sulla testa, «e non pensare che io non sappia che sotto quella bella gonnellina tu abbia una pistola carica».

Ops, colpevole. 

«E tu come lo sai?!» domando trattenendo una risata. La mia Mela mi conosce seriamente come le sue tasche.

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