Fatti, non parole

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Benvenute nel mio inferno my ladies 💕

Le tele bianche per me sono arte, quasi quanto un quadro terminato

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Le tele bianche per me sono arte, quasi quanto un quadro terminato. Sono il punto d'inizio di ogni pittore, così pulite e immacolate, da loro parte tutto, ti danno la possibilità di essere te stesso.

Scarto la tela e l'appoggio sul cavalletto di fronte alla mia finestra, ho un angolo tutto mio per potermi dedicare alla mia passione. Ho deciso di dipingere qualcosa mentre aspetto che arrivi sta sera, voglio iniziarmi a preparare ad un orario decente. Non sono disposta ad attendere le gemelle a lungo, per cui farò le cose con calma. Io sono sempre estremamente puntuale, mentre loro perennemente in ritardo. E io odio chi fa ritardo.

Prendo il pennello e inizio a spennellare, so già cosa voglio rappresentare: voglio dipingere il mare.
Il mare è oscuro, imprevedibile, magico.
È tutto ciò di cui ho bisogno ora.

Sorrido mentre il mio dipinto prende forma e ripenso a quando ho ricevuto il mio primo kit con diverse tempere. Avevo quattro anni e avevo la bellissima abitudine di colorare tutti i muri di casa.
Dalla disperazione, i miei genitori mi comprarono tutto il materiale necessario per poter dar sfogo alla mia fantasia.

Ed eccomi qui, a distanza di tredici anni a fare quello che mi rende felice, dipingere per me è come stare in una bolla. Non c'è spazio per l'esterno, ci sono solo io e le mie emozioni.

«Ti diverti a spennellare?» sussulto quando sento una voce proveniente da fuori, ero sovrappensiero e per poco non mi cadeva il pennello di mano. 

Purtroppo, la mia finestra è davanti a quella della camera di Andrew e come una deficiente, mi sono dimenticata di chiudere le tende.

«A quanto pare» rispondo continuando il mio lavoro, non ti darò la soddisfazione di rovinare anche questo momento.

«Sei brava» si complimenta sincero, come se potessi accettare i suoi apprezzamenti.

Mi ci pulisco il culo con i tuoi complimenti.
Non provare ad entrare nel mio posto sicuro Cole, non sei più il benvenuto.

«Grazie» dico acidamente, non ho voglia di parlare con lui.

«Perché non dipingi anche me?» mi canzona con un sorrisetto malizioso.

«Basta che ti giri, hai un tuo ritratto fatto da me appeso al muro. Ho già fatto questo sbaglio anni fa» esordisco piccata, alzandomi per chiudere le tende.

«Ho sbagliato io a tenere un tuo regalo dentro la mia stanza così a lungo, questi ricordi inutili possono essere gettati nel secchio dell'immondizia» ribatte freddamente, mentre si appresta a spiccare la mia tela.

72 ore di lavoro, ho dipinto giorno e notte per regalargli qualcosa di speciale per il suo compleanno.

Non rispondo, non mi interessa dargli corda e non contenta, inserisco anche Spotify al massimo del volume nelle mie amate AirPods. Non voglio minimamente sentire altro, se ha ulteriori cose da dire, può parlare con la mia tenda nera.

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