Sceglierei sempre te

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Ho caricato gli ultimi capitoli di Inferno e avrete a disposizione fino a stasera a 00:00 per leggerli, purtroppo le nuove normative mi obbligano ad annullare la pubblicazione. Non accetto che un bot elimini tutto il mio lavoro, troverò il modo di farvi avere in qualche altro modo il finale, ma per me che sono un'autrice di Dark Romance non c'è più posto in questa piattaforma. Mi dispiace tanto per tutto questo, sono molto arrabbiata e delusa, ma come sappiamo il "Dio Denaro" la mette sempre nel culo a tutti. Vi voglio bene, grazie per avermi supportato dal giorno zero.

Per quanto riguarda "Per essere libera" il suo futuro è incerto, per il momento resta lì.

Un bacio, ABA❤️

Benvenute nel mio inferno my ladies 💕

❗️🚫AVVERTENZE❗️🚫
Il capitolo non è adatto a tutti.
LINGUAGGIO E SCENE FORTI.
TW: violenza generica, tortura,
utilizzo di armi, violenza sessuale.

«Troveremo un modo, una scappatoia...» dico sottovoce ad Andrew, ma non ci credo fino in fondo.

Lucifero aveva appena detto che non avremmo avuto un lieto fine. È tutto così surreale da farmi quasi ridere, era un gioco di cattivo gusto perfino per lui. Morire nell'Inferno significava privarsi del Purgatorio e anche del Paradiso, allora perché lo sta facendo? Quell'uomo è un enigma, un vero controsenso.

Guardo Andrew allontanarsi subito dopo, spinto da qualcuno, e stringo i pugni per il fastidio. Non abbiamo avuto nemmeno il tempo per parlarne. Uno di noi sarebbe morto e l'ultima cosa che ci eravamo detti in privato, due giorni prima, era quanto non fosse in grado di mantenere le promesse.

Sento ancora la rabbia fluirmi nelle vene. Sono arrabbiata con lui, perché ha scelto di infrangere nuovamente i suoi giuramenti e negare quanto io ci stia male è inutile. Ma comunque, non era giusto lasciarsi così.

Quando arriviamo nel punto esatto del luogo della sfida mi guardo intorno e resto sempre più stupita per quanto possa essere deviato l'essere umano: è tutto allestito come lo scenario che ha letto poco prima.

Sta vivendo la sua fantasia e noi ne facciamo parte come degli attori senza copione.

«Dobbiamo imbracarvi» ci informa qualcuno e qualche minuto dopo siamo tutti legati. Questo trucchetto serve per sganciarci giù nel vuoto al momento della sconfitta. È un altro modo per controllarci, per non farci scappare.

Quello che non mi rende minimamente tranquilla è dover condividere la prova con degli estranei, con delle persone che si trovavano qui per chissà quale motivo.
Devo lottare insieme a loro per vivere, ma non so nemmeno il loro nome.

«Non mi interessa perché siete qui a scontare questa cazzo di pena, mi interessa solo che spingiate con tutte le forze che avete in corpo per batterli. Ho una madre da cui tornare e non voglio cadere in un burrone come un sacco di patate. Collaborate e basta» dico ai sei sfidanti intorno a me, prendendo il comando dopo averci riflettuto qualche secondo.

Io non sono sicura delle loro potenzialità ma lo sono delle mie, perciò non mi lascerò svantaggiare da loro.

«Chi cazzo sei tu per darci ordini?» domanda un uomo rozzo, digrignando i denti.

Subito capisco che non posso assolutamente mostrarmi docile o finirò per perdere il controllo di questa situazione, disastrosa già in partenza.

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