Mai abbastanza

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Benvenute nel mio inferno my ladies 💕

Scusate l'assenza,
ma sono in blocco.
Fatemi sapere cosa ne pensate
del capitolo🫶
È importante.

Cinque giorni sono passati velocemente tra le mura della clinica, considerando che ho soltanto dormito a causa dei sedativi e urlato per gli incubi appena aprivo gli occhi, facendomi sedare nuovamente un secondo dopo.

Credo che non potesse andare diversamente.

Pensare che mia madre sia convinta che io sia in giro a divertirmi, magari mezza ubriaca, mi fa sorridere, perché in questo momento vorrei soltanto morire per non sentire più questo macigno sullo stomaco che mi fa mancare il fiato.

Dovevo vedermi anche con Patrick martedì per una bevuta, per provare a recuperare il nostro rapporto d'amicizia, ma Ariel è stata così gentile da disdire senza nemmeno chiedermelo. Non ho la forza di fare nulla, ma soprattutto di far finta che non sia successo niente, perciò si è impossessata del mio telefono e ha fatto si che non sembrassi vicina a un esaurimento nervoso, ma entrambe sappiamo la verità.

Ho sofferto, e soffro, così tanto che ho avuto ripetute crisi isteriche che hanno costretto gli infermieri a immobilizzarmi, perché tentavo di farmi del male da sola.

Ho toccato il fondo, letteralmente, ma almeno fisicamente mi sento meglio. La schiena è migliorata grazie al dottore Jardel e al suo staff, riesco perfino a camminare come se non fosse successo niente.

Per quanto riguarda la mia psiche, non credo mi riprenderò mai dopo tutto ciò che è successo. E in questo momento sto cercando di non crollare di fronte alla mia migliore amica, che ha visto abbastanza.

Lei era lì ogni volta che rischiavo di impazzire.

Ma come potrei non farlo? Lui non è più qui. Non è più qui a combattere questa battaglia insieme a me. Io ho fallito, sono riuscita soltanto a farmi torturare come punizione da Cerbero, che avrebbe preferito morire piuttosto.

«Casa dolce casa...» sospiro pesantemente quando parcheggiamo di fronte al vialetto.

«Sono qui per te, ricordatelo» mi stringe forte il ginocchio Ariel per esprimermi la sua vicinanza, ancora una volta, e annuisco in risposta.

Mi prendo qualche secondo per me stessa, per trovare il coraggio prima di scendere dalla macchina, e quando lo faccio lei mi segue in silenzio. Credo abbia timore di lasciarmi da sola dopo quanto è successo, ma non tenterò di farmi del male. Non di nuovo.

«Grazie per tutto ciò che hai fatto in questi giorni...» le dico prima di fermarmi bruscamente di fronte alla Lamborghini lasciata parcheggiata fuori dal vialetto. La sua dannata Lamborghini, «ti odio per avermi lasciato, ti odio così tanto...».

Ma ti amo anche tanto, nonostante io non te l'abbia più detto.

«Alli...» mi implora Ariel con lo sguardo e scuoto la testa violentemente, come se potessi scacciare via il dolore e il pensiero di lui con un gesto così banale.

«Dove sei?» domando guardandomi intorno, come se mi aspettassi di vederlo comparire. Ma i morti non resuscitato purtroppo e tutti i soldi del mondo non possono comprarti dei momenti in più con le persone che ami e che se ne sono andate.

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