Capitolo 2

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Lancio il mio zaino dalla finestra e Niel fa lo stesso con il suo. Non appena atterro sull'erba del giardino sul retro una scossa di adrenalina si fa spazio lungo la mia schiena.

Sistemo il mantello blu sopra i capelli che ho raccolto in una treccia. Assicuro l'arco sulla mia spalla e, insieme alla faretra, recupero lo zaino. Ci accovacciamo dietro alle siepi per non essere visti dalle guardie, facendo rapidamente il giro della parte est del castello. Ogni tanto guardo dietro di me, per assicurarmi che nessuno ci stia seguendo. Mi sudano le mani e a ogni rumore sordo il cuore mi balza in gola.

Arriviamo alla fine della siepe e attendiamo che le guardie entrino nel palazzo per fare il cambio con quelle poste all'interno.

«Ehi, passiamo lì sotto.» Niel indica la parte posteriore del ponte, che ci separa dal resto del villaggio. Noto che c'è una striscia in pietra su cui si potrebbe passare, tenendosi ai supporti verticali. Annuisco al ragazzo e torniamo a osservare l'ingresso composto da una scalinata imponente, gli alberi ai lati ci nascondono da occhi indiscreti.

«Ho preparato per voi qualcosa da mangiare!» La voce squillante di Bree ci fa scappare una risata soffocata. Le guardie si distraggono e cominciano a parlare con la domestica mentre mangiano il cibo offerto. Attendiamo diversi minuti prima che tutte e quattro si accascino sui gradini con gli occhi chiusi. La loro reazione è stata così immediata da farmi temere per la quantità di sonnifero in quelle focacce.

Bree si mette davanti ai malcapitati continuando a parlargli come se niente fosse. Io e Niel non perdiamo tempo, ci fiondiamo correndo verso il ponte.

Lancio un'occhiata alle scalinate, Bree mi rivolge un veloce occhiolino. La ringrazio con un sorriso e un cenno del capo. Non so come avremmo fatto senza il suo aiuto.

«Tieniti a me.» Niel mi porge la sua mano per scendere più agevolmente. Nessuna guardia sorveglia l'altro lato del ponte e posso tirare un sospiro di sollievo.

«Vai prima tu, l'importante è non guardare in basso.» Precedo il mio migliore amico e mi reggo ai supporti umidi. Continuo a dire a me stessa di non guardare il precipizio ma la tentazione è davvero forte. So che sotto di noi c'è una cascata e che non potremmo sopravvivere a una caduta di circa trenta metri con la forza impetuosa dell'acqua. Fisso un piccolo ciuffo d'erba sull'altra sponda e mi concentro su quello; devo riuscire a raggiungerlo. I secondi scorrono interminabili e mi basta un istante di esitazione per perdere l'equilibrio. Questa fuga mi ha resa un fascio di nervi, non è come quando siamo andati a visitare il villaggio. Ora sono consapevole che non tornerò più indietro.

«Aliya!» La voce di Niel risuona nelle mie orecchie e io apro le braccia per tornare a bilanciarmi su queste pietre strette e decisamente scivolose.

«Sto bene», lo rassicuro mentre raggiungo la seconda metà del ponte. I palmi sudati e le gocce d'acqua dolce non aiutano di certo ad avere una superficie d'appoggio ideale.

Mi metto in testa che devo raggiungere l'altro lato; se perdo la vita oggi non arriverò mai al giorno dell'Ascensione. Da morta non sarò di sicuro in grado di difendere il mio popolo. Torno a fissare quei fili d'erba e mi concerto esclusivamente su di loro.

In pochi minuti sono davanti al mio naso e ho raggiunto il mio obiettivo. Ci arrampichiamo lungo le rocce umidicce incastrando le punte dei piedi nella terra. Con due sorrisi vittoriosi stampati in faccia ci incamminiamo sul sentiero che porta al villaggio di Gosthwater.

«Non così in fretta, ragazzi.» Ogni muscolo si tende e si immobilizza. La paura mi avvolge come una mano ghiacciata e il cuore batte così forte da minacciare di uscire dal mio petto. Sgrano gli occhi e incrocio quelli di Niel, attraversati da vero e proprio panico.

Divided Lights - La scelta dei draghiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora