Capitolo 32

300 22 43
                                    

⚠️In questo capitolo Aliya rievoca come è nato il suo cattivo rapporto con il cibo e ha una forte ricaduta. Raccomando di leggere con responsabilità a chi è particolarmente sensibile alla tematica.

Templi di un bianco perlaceo che si ergono in tutta la loro maestosità, tetti appuntiti in ogni edificio che arrivano a solleticare le nuvole più basse e una miriade di lanterne brillanti e lucciole blu che si muovono sopra all'acqua. Oxmond è il più piccolo villaggio di Gaerys nella regione di Aetheris, ma si può affermare con certezza che è anche quello che si distingue maggiormente.

L'acqua salata del mare ha eroso la terraferma fino a creare il golfo su cui oggi posano le case degli abitanti, costituendo l'atmosfera magica che si respira in questo luogo. Piccole isole sono più a largo e si possono raggiungere tramite delle imbarcazioni, mentre le più vicine sono collegate da ponti intricati di varia lunghezza.

«Oxmond ha sei isole minori, ognuna delle quali presenta un tempio dedicato ad uno dei sei draghi del culto antico. Il mio credo religioso però si discosta da quello professato dagli Alti Sacerdoti di Gaerys, per me ogni drago è una divinità e non ritengo che si debba distinguere tra più e meno importanti.» Leif condivide il suo pensiero e devo ammettere di non aver mai incontrato qualcuno che la pensasse proprio come me per quanto riguarda la religione.

«Se fossero considerati tutti allo stesso modo, il secondo Thoghan non si sarebbe mai verificato. Ad ogni modo, io sto dalla parte degli Alti Sacerdoti di Galador», replica Safya scuotendo i capelli argentei lunghi fino al mento.

«No, ha ragione Gaerys. I draghi più importanti sono sempre stati i grandi sei», controbatte Nori indicando le sei isole nominate da Leif. Galador invece professa che i principali non siano solo i sei, ad essi si aggiungono anche i draghi con i poteri di: tempo, spazio, sogni, mente, vita e morte. Io non credo che alcuni siano più importanti di altri, ma capisco anche chi la pensa diversamente.

«Solo perché si è sempre fatto così, ciò non significa che si debba andare avanti nello stesso modo e non progredire mai.» Ora è Tristen a parlare che, a quanto pare, non vuole sentire discussioni. Non posso biasimarlo, il suo drago non fa parte dei sei del Regno del buio ed è giusto che lo consideri con la stessa importanza che gli dà Galador.

«Va bene ragazzi, se iniziamo a discutere per la religione non dimostreremo di essere tanto meglio di chi ha scatenato il secondo Thoghan», interviene Niel facendo calmare gli animi.

«Siamo tutti stanchi e forse è meglio andare a riposare», continua riprendendo a camminare lungo la strada che pullula di abitanti. Leif saluta più o meno ogni persona che incontra e ciò mi fa capire quanto sia benvoluto da tutto il villaggio. Ha un sorriso enorme stampato in faccia e credo che, quando arriveremo a casa sua, gli faranno male le guance.

Sono circa le sei di sera, la luce del cielo stellato è accompagnata da numerose lanterne disposte lungo tutte le vie e dalle consuete lucciole blu. Il vociare delle persone si fa sempre più intenso nelle zone in cui le botteghe sono più frequenti e i ristoranti possiedono anche dei tavolini posti all'esterno, proprio a ridosso dell'acqua increspata. Tutti gli edifici a cui passiamo accanto possiedono il caratteristico tetto a punta e diverse decorazioni sempre protese verso l'alto, si tratta di un tratto caratteristico delle città in cui vivono gli Alti Sacerdoti. Anche nel mio regno, più precisamente a Fayreach, le case sono state costruite con questo tributo al Falariel tra umani e draghi.

Seguiamo il biondo per tutte le strade del piccolo villaggio fino ad arrivare su un pontile da cui parte un'imbarcazione più o meno ogni cinque minuti.

«Dobbiamo raggiungere l'isola del tempio del drago dell'aria, è lì che si trova casa mia», ci fa sapere mentre aspettiamo che il proprietario della barca venga a trasportarci.

Divided Lights - La scelta dei draghiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora