Capitolo 9

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Non esistono poteri uguali. Questa è l'unica consapevolezza con cui, io e gli altri studenti, prendiamo parte alla lezione introduttiva sulle virtù. A questo punto tutti al primo anno sono stati riconosciuti, quindi la preside ha ritenuto che fosse arrivato il momento giusto per questo corso accelerato.

Subito dopo l'ultima prova sono iniziati i combattimenti con le spade e a corpo libero, i quali ci hanno portato a sviluppare un senso di rivalità piuttosto acceso. Ogni fine settimana Preas affigge tre fogli appena fuori dalla sala da pranzo, nei quali sono riportati i nostri nomi. Chi occupa gli ultimi quindici posti non è riuscito a distinguersi particolarmente durante gli addestramenti, oppure ha avuto una condotta violenta che non è passata inosservata. Coloro che si trovano in una di queste situazioni sono costretti a fare tre allenamenti extra, a scelta del comandante, e mi è stato detto che non sono esattamente una passeggiata. Per fortuna non mi sono mai ritrovata a dover vedere Preas fuori dagli orari di lezione. Ritengo che la mia posizione in classifica sia abbastanza soddisfacente. La settimana scorsa ero undicesima, e spero vivamente di raggiungere il decimo posto in questa. Sebbene per me questo sia un grande risultato, quando mi reco a leggere il foglio del primo anno non posso fare altro che spostare lo sguardo sulla tabella dei ragazzi del secondo. Ormai sono abituata a vedere Tristen primeggiare da più di un mese, e Nori mi ha assicurato che la cosa è rimasta immutata dall'anno scorso. Quando leggo il suo nome percepisco una sensazione di invidia, e forse questa si sta allargando parecchio, come una macchia d'olio. Dopo il giorno in cui siamo stati riconosciuti non ci siamo più scontrati e, da allora, non faccio altro che allenarmi duramente per poterlo battere quando ci sarà l'occasione.

Credevo di essere l'unica a non aver ancora evocato il mio potere, ma oggi ho avuto la conferma del contrario. Tristen sarà più bravo di me nel combattimento ma almeno, per quanto concerne le nostre virtù, siamo allo stesso livello. Ripenso a quando mi sono svegliata in infermeria con il mio marchio sulla pelle, e agli sguardi carichi di aspettativa dei professori. Nori mi ha fatto sapere che non era mai accaduto che si congratulassero con chi era stato riconosciuto presentandosi al completo. Le loro parole aleggiano nella mia testa, definivano me e Tristen come l'ultima speranza, ma forse non ho ancora compreso del tutto il significato di questa affermazione. La consapevolezza di non essere la sola a non saper usare ancora le virtù mi avrebbe fatta tirare un sospiro di sollievo ma, a questo punto, credo di non essere più sicura di riuscirci. Gli occhi giada della preside ci osservavano fiduciosi, come se fosse convinta che i nostri poteri avrebbero fatto una grande differenza nei Due Regni.

«Tutto bene? Mi sembri pensierosa.» Niel mi accarezza la spalla mentre entriamo nell'aula.

«Vorrei dirti che non c'è niente che non va... però starei mentendo. Il giorno in cui ho ricevuto il marchio tutti i professori sono entrati in infermeria. A quanto hanno detto, il mio potere e quello di Tristen sono la loro unica speranza. Non so che cosa intendessero ma, ad ogni modo, sento un fardello enorme sulle mie spalle. Ora temo che, senza virtù, non farò altro che deludere anche loro... oltre che me stessa.»

Afferro con forza il tessuto dei pantaloni, come se questo gesto mi facesse sentire più leggera. Le nocche si fanno bianche prima che il mio migliore amico risponda.

«Ho capito come ti senti, ma credo che dovresti pensare a te stessa in questo momento. È da settimane che sei preoccupata. Ci vogliono anni per riuscire a padroneggiare completamente tutte e tre le virtù, non è giusto che pensi di dover avere fretta. Hai lo stesso diritto degli altri di imparare ad utilizzare il tuo potere con calma. Inoltre, ti prego, per un attimo smetti di pensare a Galador. So che ti sto chiedendo una cosa difficile ma, almeno per il tempo in cui sei qui, devi concentrarti sulla tua salute. Ho visto che hai smesso di mangiare come prima.» Il suoi color smeraldo incrociano i miei. Delle rughe leggere increspano la sua fronte e io faccio dannatamente fatica a vederlo preoccupato per me. Decido di non rispondere, mi limito ad annuire senza guardarlo stringendomi nelle spalle. In cuor mio so che ha ragione, ma per me è impossibile smettere di pensare alle persone che abitano il mio Regno. Se non sarò in grado di attingere al mio potere non potrò mai pensare di coronare il sogno che ho ormai da molti anni. Voglio spodestare mio padre e far tornare Galador al suo antico splendore, lo stesso che aveva quando era mio nonno a regnare. Nella mia biblioteca non facevo altro che leggere manoscritti che riportavano le sue gesta per il popolo e la sua enorme generosità, le quali lo hanno portato ad essere uno dei re più amati che il Regno della luce abbia mai avuto.

Divided Lights - La scelta dei draghiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora