Capitolo 11

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«Dobbiamo prendere assolutamente quella bandiera prima della squadra nera!» esclama un ragazzo del secondo anno davanti a me.

«Sì, ma prima sarebbe utile pensare a una strategia. Altrimenti non riusciremo mai a batterli», rende noto un'altra a destra.

«Tu lo dici? Non saresti mai grado di pensare a un piano efficace. Non ti ricordi come è andata l'anno scorso?» Il sopracciglio alzato e il tono nervoso della terza studentessa fa irritare parecchio la ragazza che ha parlato prima.

Per i successivi minuti ascolto tutti i membri della squadra inveirsi contro. Siamo in cerchio lontani dai nostri avversari per pensare a una strategia ma, purtroppo, non so se riusciremo mai ad andare d'accordo. La tensione mista al rancore di entrambi gli schieramenti aleggia nell'aria. Rabbia percorre i loro sguardi ed è come se ci trovassimo sul campo di battaglia su cui i soldati si sono ritrovati con gli stessi sentimenti di odio nei loro cuori. Guardo ciascuno di loro, un brivido mi percorre le spalle mentre mi domando se sarò in grado di porre fine a tutto questo.

«È sempre così?» domando senza girarmi al ragazzo che so essere al mio fianco.

«No, di solito arrivano alle mani.» Tristen sospira e io lo imito, incrociando le braccia al petto. In una frazione di secondo un nostro compagno ha spinto una delle ragazze e si è ritrovato un bel pugno sul naso che gli ha fatto fuoriuscire un rivolo di sangue.

«Questo è per essere di Galador. Ve lo meritate tutti quanti!» Sbraita lei per poi essere assalita da due studentesse, le quali provengono sicuramente dal mio Regno.

La situazione degenera e la squadra si divide in due schieramenti opposti. A destra chi è nato con la luna di Gaerys, a sinistra chi è cresciuto sotto un cielo sempre azzurro. Le faide tra i Due Regni sono molto meno intense rispetto a qualche anno fa, però è evidente che nessuno è stato capace di lasciarsi alle spalle gli ultimi avvenimenti. I ragazzi di Gaerys sbagliano a prendersela con quelli di Galador che non hanno colpe. Dovrebbero sfogarsi su di me, perché sono state le azioni della mia famiglia a portarli a odiare il mio Regno. Non posso dire che Gaerys non abbia mai attaccato per primo, ma mio padre è decisamente colui che ha portato più danni con le sue decisioni.

«Proprio come avevo detto. Ora sta a vedere.» Tristen si apre un varco tra i nostri compagni, spostando braccia e gambe velocemente per parare colpi e schivarne altri. Si posiziona al centro con le strisce bianche sotto agli occhi, proprio come le mie. Sguaina la spada richiamando ciascuno con il suo nome, intimando loro di smetterla, altrimenti dovranno assaggiare una sonora sconfitta di cui sarà lui l'artefice. Il chiasso si affievolisce sempre più, arrivando a dare spazio a un silenzio tombale che avevo dimenticato.

Ci vuole solo qualche istante, poi ogni studente torna in cerchio senza fiatare con lo sguardo basso. Sulle labbra di Tristen si forma un piccolo sorriso soddisfatto, poi rinfodera la sua arma posando una mano sull'elsa mentre cammina davanti a tutti.

«Bene, allora siete anche in grado di comportarvi come persone civili. Litigare tra di noi non ci porterà di sicuro alla vittoria ma, a quanto pare, voi non ci arrivate.»

Non pensavo che Tristen esercitasse tanta influenza sui suoi compagni. Non posso negare di essere rimasta sbalordita. Chiaramente, essere il primo nome sulla tabella di Preas da più di un anno, lo porta a incutere un certo timore. Mi avvicino agli altri per ascoltare che cosa ha da dire.

«Ascoltate la mia proposta. Non appena Preas sancirà l'inizio della sfida, dieci di noi dovranno rimanere a difendere la nostra bandiera. I tre più veloci penseranno solo a raggiungere quella degli avversari e, i restanti venti, si occuperanno di fermare la squadra nera. Se qualcuno ha altri suggerimenti si faccia pure avanti.»

Divided Lights - La scelta dei draghiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora