La luce dorata del sole si posa sulle vette innevate delle alture di Arbury, dipingendo il paesaggio di sfumature aranciate e rosa, mentre le nuvole, soffici e irregolari, sembrano lingue di fuoco pronte a sciogliersi nel cielo. La neve cade silenziosa ai nostri piedi, attutendo ogni rumore, e l'aria gelida morde le guance. Il sentiero è ricoperto di uno strato sottile di ghiaccio, lucido come uno specchio, e faccio attenzione a ogni passo, cercando di non perdere l'equilibrio. Davanti a noi si apre uno spettacolo unico: siamo esattamente al confine della spaccatura creata dalla Scissione, dove due mondi opposti si incontrano. Un passo ancora e il regno di Gaerys ci accoglierà. Alle nostre spalle lasciamo il giorno che ci ha accompagnati da quando siamo partiti, ma davanti a noi si staglia un orizzonte completamente diverso: un manto di tenebre infinite, punteggiato da minuscole stelle tremolanti, che sembrano pulsare di una luce fragile e distante. I miei occhi si soffermano su Tristen. Lui è appena qualche passo avanti, le spalle solitamente tese ora si rilassano, come se quel paesaggio oscuro avesse su di lui un effetto calmante. Mi scappa un sorriso, ma lo trattengo, sapendo che potrebbe notarlo e fraintenderlo. Gli alberi cambiano mentre proseguiamo, le loro foglie, bianche e luminose come minuscoli specchi, riflettono una luce argentea, rendendo l'oscurità meno opprimente. Il blu intenso delle lucciole si intensifica attorno a noi, danzando nell'aria come piccole fiammelle. Mi volto per un ultimo sguardo al cielo azzurro, ora lontano, e al sole che lascia il suo caloroso abbraccio dietro di noi. So che mi mancherà.
Ognuno di noi si muove con circospezione, i sensi all'erta. Il silenzio attorno è irreale, e ogni fruscio della neve sembra amplificato. Gli occhi scrutano l'ombra, cercando di scorgere la prima creatura dei Selgrith. La tensione cresce, palpabile, mentre ci addentriamo ancora più a fondo nella notte eterna di Gaerys.
«Di sicuro questa cosa sarà enorme, non può nascondersi così facilmente», afferma Safya tenendo stretta l'elsa della sua spada intarsiata di pietre azzurre.
«Per quanto ne sappiamo, potrebbe essere anche invisibile. I Dulnar non ci hanno fornito molte informazioni», si lamenta Nori. In effetti quello che dice la mia amica non fa una piega. Quegli alberi parlanti sono stati incaricati dai draghi di aiutarci a sconfiggere questo mostro ma, a quanto pare, la maggior parte del lavoro lo dovremo comunque fare da soli.
Ripenso alla notte precedente, quando ho deciso di esercitarmi ancora con la mia virtù. Con il mio arco in mano e una manciata di frecce, ho preso un albero come bersaglio. Ogni scocco era accompagnato dalla concentrazione necessaria a rallentare la traiettoria delle frecce. All'inizio i movimenti erano imprecisi, ma ben presto il controllo è migliorato. Dopo decine di tentativi, sono riuscita perfino a velocizzare alcuni lanci, invertendo il flusso del tempo intorno alle frecce. Tristen si era unito a me, allenandosi a sua volta. Con la calma che lo contraddistingue, faceva levitare oggetti di ogni tipo: rami spezzati, sassi, e persino il mio arco o le mie frecce mentre cercavo di scoccarle. Era un gioco a metà tra sfida e allenamento, il suo modo di rendermi più difficile rimanere concentrata. Non lo ammetterò mai ad alta voce, ma il suo aiuto mi è stato prezioso. Adesso però, mentre ci addentriamo sempre di più nel territorio sconosciuto, mi chiedo se le ore passate a esercitarmi saranno davvero sufficienti per affrontare quello che ci aspetta.
Proseguiamo lungo il sentiero tortuoso tra le alture, fino a raggiungere il letto di un fiume alimentato da una cascata distante. Il fragore dell'acqua ci accompagna fino a quando un vento caldo, improvviso e innaturale, si alza intorno a noi. La temperatura cambia in un istante: le mie mani, gelide fino a pochi attimi prima, si scaldano subito, e i miei respiri non formano più nuvole di vapore. La neve, cadendo, si scioglie prima ancora di toccare il terreno, trasformandosi in gocce effimere che scompaiono quasi subito.
«Sembra che sia appena diventata estate», commenta Leif, con un tono di stupore che tradisce un certo disagio.
«Altro che estate», ribatte Tristen, fermandosi di colpo. La sua voce è bassa e tesa. «Qui c'è qualcosa che non va.» Si guarda intorno con attenzione, scrutando le colline attorno a noi e i pendii più in basso. Anche i miei occhi si muovono, ma non colgono nulla di insolito. Nessuna creatura, nessun movimento. Tutto sembra stranamente calmo. Poi un suono gracchiante squarcia il silenzio, un rumore stridulo che risuona tra le rocce, facendomi irrigidire. Il vento caldo continua a scorrere, avvolgendomi come un soffio ardente, e senza pensarci afferro il mio arco. Un altro grido acuto e penetrante riempie l'aria, questa volta molto più vicino.

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Divided Lights - La scelta dei draghi
Fantasy1º LIBRO DELLA TRILOGIA DIVIDED LIGHTS 🌓 Diciotto anni fa, la Scissione sconvolse i Due Regni. La leggenda narra che il drago della luce e quello del buio si sacrificarono per far pentire gli uomini delle loro azioni cruente. Ora ne pagheranno le...